Destra e sinistra pari sono ?

Destra e sinistra pari sono ?

Tutti noi ce la prendiamo con la storia

ma io dico che la colpa é nostra
é evidente che la gente é poco seria
quando parla di sinistra o destra.

Ma cos’é la destra cos’é la sinistra
Ma cos’é la destra cos’é la sinistra

(g.gaber)

La dignità della persona e le esigenze della giustizia richiedono che, soprattutto oggi, le scelte economiche non facciano aumentare in modo eccessivo e moralmente inaccettabile le differenze di ricchezza e che si continui a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti. A ben vedere, ciò è esigito anche dalla « ragione economica ». L’aumento sistemico delle ineguaglianze tra gruppi sociali all’interno di un medesimo Paese e tra le popolazioni dei vari Paesi, ossia l’aumento massiccio della povertà in senso relativo, non solamente tende a erodere la coesione sociale, e per questa via mette a rischio la democrazia, ma ha anche un impatto negativo sul piano economico, attraverso la progressiva erosione del « capitale sociale », ossia di quell’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile.(Caritas in veritate)

Dopo l’ultima tornata elettorale ho letto spesso su vari giornali le analisi del voto in alcuni quartieri popolari o le lettere di ex elettori di sinistra che cercavano di spiegare perché in questi quartieri che solo 30 anni fa erano il bacino elettorale del partito comunista o socialista con votazioni “bulgare” oggi avanzano non solo i 5 Stelle ma peggio ancora la destra fascista di Casa Pound, Forza Nuova o Casaggi. Trattare la questione con un semplice cambio generazionale sarebbe troppo banale anche perché le argomentazioni che vengono portate a giustificazione di questo passaggio sono fondate sul malessere sociale, le difficoltà di integrazione di una parte dell’immigrazione che vive essenzialmente in quartieri popolari e periferici, la sicurezza, la mancanza di opportunità lavorative per i giovani e le pensioni di sopravvivenza per gli anziani. Mentre questi giovani con la testa rasata “saranno anche razzisti ma ci aiutano nelle difficoltà”, ci difendono, direbbe qualcuno. “Non si ascolta più il popolo”.

Diverso il discorso per i 5 Stelle dove , a parte la recente svolta nazional-identitaria, erano molto evidenti alcuni contenuti di sinistra come l’attenzione ai beni comuni, l’acqua pubblica, l’ambiente e le energie alternative, il reddito di cittadinanza.
Ha ancora senso una divisione tra destra e sinistra nel 2017? Penso proprio di sì. E l’appartenza alla sinistra o alla destra non è determinato da una tessera di partito, ma dalle idee e soprattutto dai comportamenti. Si poteva essere comunisti negli anni 70 ed essere ideologicamente di destra e si poteva votare democristiano ed essere profondamente di sinistra. La caduta del muro non è stata importante solo per la scomparsa dei regimi totalitari dell’est europa, ma soprattutto perché ha modificato lo scacchiere politico anche a livello nazionale che in Italia, in modo particolare, è stato accelerato dagli sviluppi delle inchieste di “Mani pulite” sulla corruzione.
Il passaggio di intere schiere di ex democristiani, ex socialisti ed anche ex comunisti nelle fila di Forza Italia era determinato non solo dall’avversione alla magistratura ma dalla scomparsa della patina ideologica che copriva solo interessi personali e di casta. Chi era “comunista” o “socialista” perché stare nel partito “conveniva”, perché il partito ti trovava il lavoro in qualche ente, cooperativa o associazione di categoria o perché ti permetteva di partecipare al banchetto degli investimenti pubblici o alle espansioni previste dai Piani regolatori, non aveva più ragione d’essere perchè ora lo si poteva fare apertamente. Detto in soldoni quello che era un atteggiamento opportunistico, ideologicamente mascherato, si disvelava in tutta la sua protervia antistatuale nella conquista del potere e nel perseguimento dell’interesse personale(per onestà va detto che inizialmente era presente anche una componente veramente liberale e laica e con gli anni è stata emarginata).


La privatizzazione dell’amministrazione pubblica e dei beni comuni affonda le sue radici ideologiche in una certa destra conservatrice angloamericana(“Lo Stato non è la soluzione ai nostri problemi, lo Stato è il problema” diceva Reagan), ma da noi ha assunto caretteristiche peculiari che hanno portato al governo del paese un insieme di forze che nella teoria dovevano essere fra loro incompatibili come la destra erede del fascismo e dello stato autoritario e centralizzato e dall’altro la Lega fautrice dello stato federale se non della secessione del Nord , la parte più ricca del paese (l’evoluzione nel corso degli anni ha invece dimostrato che erano semplicemente due facce della stessa medaglia), ma con un collante forte e molto moderno come il controllo, da parte del soggetto predominante della coalizione, della comunicazione che tra anni 90 e inizio del nuovo secolo ha svolto un ruolo fondamentale(1). Quello che poteva sembrare un ciclo chiuso, il telepopulismo, ha dimostrato di essere penetrato in profondità nella società italiana anche perché non adeguatamente contrastato da un centrosinistra che non ha saputo recuperare i suoi valori fondanti nell’opera di governo, anche se non sono mancati momenti positivi durante le varie esperienze. La ricerca del consenso fine a se stesso porta ad obbrobri come la sfiducia a Licata del sindaco antiabusivi in nome di un mal intenso “abusivismo di necessità” a cui si sono adeguati anche i 5 Stelle ( ora 4 come ha scritto Montanari). L’ossessione della sicurezza che sfocia in una lotta alla marginalità più che alla criminalità. Per non parlare delle incertezze sullo Ius soli che è una semplice legge di civiltà ( tra l’altro anche con diversi paletti) adottata dalle grandi democrazie per favorire la cittadinanza e l’appartenza di coloro che nascono e vivono in un paese.
Una politica di sinistra , oltre al rispetto della legalità( ma anche le leggi possono essere sbagliate), deve fondarsi sul rispetto della dignità delle persone, senza indicazioni di razza, opinione o religione, sull’onesta e sull’etica della responsabilità(2). E la dignità è iscritta negli articoli della nostra Costituzione : diritto ad un lavoro giustamente retribuito, diritto ad un’abitazione adeguata al nucleo familiare,diritto all’istruzione pubblica e gratuita, diritto all’assistenza sanitaria indipendentemente dal reddito. Ed ognuno deve contribuire al funzionamento dello Stato secondo le proprie disponibilità e con un tassazione progressiva in base al reddito(3). La nostra Costituzione era molto avanzata, ma sono passati 70 anni dalla sua approvazione e su alcune delle questioni indicate invece di fare passi avanti si sono fatti passi indietro avendo però il cattivo gusto di chiamarle “riforme”. L’art 18 si può anche abolire , visto che riguarda una minoranza di lavoratori, ma si devono scrivere regole che tutelino la dignità e il reddito delle persone senza soluzione di continuità.”L’iniziativa economica privata è libera . Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana “(art 41 della Costituzione).Articolo fondamentale che infatti la destra aveva cercato di modificare qualche anno fa per fortuna senza successo. “Uno dei compiti della politica del nostro paese – che peraltro essa mi pare ben lontana dal volersi assumere- sarebbe quello di realizzare appieno la Costituzione” ha scritto Luciano Gallino ricordando come l’art 36 dichiari che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alal sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Invece, prosegue Gallino ci sono milioni di lavoratori atipici e precari “che a causa della bassa retribuzione, e dei periodi di disoccupazione tra un contratto e l’altro, hanno un reddito medio annuo inferiore a quello necessario per vivere con dignità. “i lavoratori part time, impiegati con contratti a breve termine hanno probabilità doppia rispetto agli altri di divenire woorking poor”.(E.Ferragina)


La magistratura ha svolto in troppe circostanze il ruolo di supplenza della politica che non ha avuto il coraggio di scegliere soprattutto quando si parla di diritti.
“Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.”(art.25 Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo ). La Dichiarazione è dello stesso anno della nostra Costituzione e conserva ancora oggi tutta la forza di un atto approvato dopo la carneficina della seconda guerra mondiale. Molti degli stessi stati che l’hanno votato non l’hanno poi rispettata ma resta un testo fondamentale per distinguere la democrazia dai fascismi e dai totalitarismi.
Nel suo famoso saggio su destra e sinistra Norberto Bobbio sottolineava che la vera distinzione politica passava nella valorizzazione o meno dell’uguaglianza come elemento che caratterizza ogni società avanzata. Ovviamente si tratta di un’uguaglianza di opportunità e non certo di un appiattimento della vita sociale. “L’egualitario parte dalla convinzione che la maggior parte delle diseguaglianze che lo indignano, e vorrebbe far sparire, sono sociali e, in quanto tali, eliminabili; l’inegualitario, invece, parte dalla convinzione opposta, che siano naturali e, in quanto tali, ineliminabili “(Bobbio)”Se mi si concede che il criterio rilevante per distinguere la destra e la sinistra è il diverso atteggiamento rispetto all’ideale dell’uguaglianza, e il criterio rilevante per distinguere l’ala moderata e quella estremista, tanto nella destra quanto nella sinistra, è il diverso atteggiamento rispetto alla libertà, si può ripartire schematicamente lo spettro in cui si collocano dottrine e movimenti politici, in queste quattro parti:

a) all’estrema sinistra stanno i movimenti insieme egualitari e autoritari, di cui l’esempio storico più importante, tanto da essere diventata un’astratta categoria applicabile, ed effettivamente applicata, a periodi e situazioni storiche diverse, è il giacobinismo;
b) al centro sinistra, dottrine e movimenti insieme egualitari e libertari, per i quali potremmo oggi usare l’espressione “socialismo liberale”, per comprendervi tutti i partiti socialdemocratici, pur nelle loro diverse prassi politiche;
c) al centro destra, dottrine e movimenti insieme libertari e inegualitari, entro cui rientrano i partiti conservatori, che si distinguono dalle destre reazionarie per la lorofedeltà al metodo democratico, ma, rispetto all’ideale dell’uguaglianza, si attestano e si arrestano sull’uguaglianza di fronte alla legge, che implica unicamente il dovere daparte del giudice di applicare imparzialmente le leggi;
d) all’estrema destra, dottrine e movimenti antiliberali e antiegualitari, di cui credo sia superfluo indicare esempi storici ben noti come il fascismo e il nazismo.

Va da sé che la realtà è più varia di questo schema, costruito soltanto su due criteri, ma si tratta di due criteri fondamentali, che, combinati, servono a designare una mappa che salva la contestata distinzione tra destra e sinistra, e nello stesso tempo risponde alla troppo facile obiezione che vengono considerati di destra o di sinistra dottrine e movimenti non omogenei come, a sinistra, comunismo e socialismo democratico, a destra, fascismo e conservatorismo; spiega anche perchè, sebbene possano essere in situazioni eccezionali di crisi, potenzialmente alleati “(idem).

Se l’egalité è elemento distintivo della sinistra non trascurerei la liberté e la fraternité, la prima inconcepibile per la destra fascista e la seconda declinata soltanto in termini di gruppo . “l’ideologia di destra parla di eguali ma all’interno di un ordine gerarchico che ha al primo posto la «mono-etnia» (i membri della nazione) prima degli esseri umani, e poi via via, gli «uomini» prima delle «donne», gli «eterosessuali» prima degli «omosessuali», i fisicamente normali prima dei disabili; infine, «noi italiani» prima e contro gli «altri», immigrati o non italiani. E’ in ragione di questa visione sostanziale di eguaglianza degli eguali che la democrazia viene interpretata da destra, cosi’ da coniugarsi a concezioni identitarie forti e chiuse all’universalismo, spesso razziste e violente. E’ su questo fronte che si misura oggi la differenza tra destra e sinistra “(N.Urbinati)Per la destra conservatrice invece la libertà è anzitutto personale e di impresa e la fraternità al massimo come opera filantropica, mentre per la sinistra la libertà dovrebbe essere la base della democrazia e la fraternità un rapporto empatico e solidaristico con l’umanità.

Cio’ comporta ritenere che tutte le persone meritino rispetto, e che essere minoranza culturale o religiosa non debba mai diventare ragione di discriminazione e offesa perche’ e’ la legge, il rispetto della legge soltanto che stabilisce il discrimine tra giusto e sbagliato, non l’opinione della maggioranza (le costituzioni servono proprio a sancire la differenza fra legge e decreto di una maggioranza, a stabilire cio’ che la maggioranza puo’ e non puo’ fare).”(N.Urbinati)
Queste cose l’Urbinati le scriveva otto anni fa commentando una riedizione del libro di Bobbio su La Stampa e ricordava : “Non e’ azzardato dire che nei paesi europei la rinascita della cultura politica di destra abbia proceduto parallelamente all’incremento dei flussi migratori; l’acutizzarsi della crisi finanziaria globale ha funto da acceleratore della diffusione di concezioni inegualitarie e razziste tra larghe fasce di popolazione, con evidenti rischi per le liberta’ costituzionali di tutti, anche dei cittadini della stessa nazione.”
Il fascismo ha la sua origine nella frustrazione post bellica ma anche nella violenza squadrista contro operai e contadini delle leghe sindacali, come può qualcuno che si dichiarava “di sinistra” credere che un voto a coloro che salutano con il braccio teso, sono nostalgici della Repubblica di Salò alleata del nazismo, possa risolvere i loro problemi?(4) Si è vagheggiato spesso di un “fascismo popolare” fatto di nostalgia per l’Italia imperiale, quasi folkloristico, attento anche ai deboli , ma ci siamo già dimenticati della destra fascista implicata nei più gravi attentati della nostra storia recente e intriso di un’ideologia apertamente razzista (il tifo ultras degli stadi ne è un esempio).
“ Dopo alcuni decenni di crescita economica e di consolidamento della democrazia, i paesi del primo mondo e l’Italia in modo emblematico assistono a un arretramento sia sul piano del benessere che su quello delle promesse democratiche. Non soltanto perche’ aumentano le diseguaglianze tra ricchi e poveri all’interno della stessa nazione di cittadini, con il decurtamento dei servizi sociali, delle opportunita’ culturali e soprattutto dei diritti associati al lavoro, ma anche a causa di un evidente restringimento delle liberta’ civili primarie, esito fatale della recrudescenza dell’ideologia razzista e xenofoba”(….)”Rispetto a questo fenomeno egemonico, due sono i rischi di fronte ai quali si trova la sinistra: quello di abbracciare un fastidioso moralismo ovvero di radicalizzare le proprie posizioni; e quello di imboccare la strada compromissoria o dell’accomodamento con la cultura dominante della destra abbandonando la propria specificita’ ideale”.
Per coloro che votano il neo fascismo “perché il sindaco non si è fatto mai vedere negli ultimi due anni” vale sempre quanto scrisse il pastore Martin Niemöller : “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. ( esistono varie versioni del pastore tenute durante alcuni sermoni:«Quando i nazisti presero i comunisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero comunista./ Quando rinchiusero i socialdemocratici/ io non dissi nulla/ perché non ero socialdemocratico./ Quando presero i sindacalisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero sindacalista./ Poi presero gli ebrei,/ e io non dissi nulla/ perché non ero ebreo./ Poi vennero a prendere me./ E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa»). Sostituite qualche termine con le parole di oggi e vedrete che la sostanza non cambia.

La storia della sinistra democratica – ha scritto recentemente Roberto Saviano – nasce con il sogno concreto di liberare l’umanità dalla miseria e dall’ignoranza”. E’ un elemento distintivo ancora forte nel XXI secolo che però non sembra far parte dell’agenda politica.
Ma il malessere che stanno vivendo importanti fette della popolazione italiana è reale : “ in circa un ventennio( dagli anni 80 a fine secolo) , una quantità oscillante fra gli otto e i dieci punti percentuali di Pil si è spostata dal “monte salari” al “monte profitti” : una cifra enorme, che per l’Italia equivale a circa 120 miliardi di euro annui, non più presenti nelle buste paga dei lavoratori ( come sarebbe avvenuto se la ripartizione fosse rimasta quella originaria) e passati nella disponibilità delle imprese ( che spesso li hanno impiegati nel circuito finanziario più che in investimenti produttivi). Altri studi successivi hanno corretto ( in peggio per il lavoro salariato) la proporzione , man mano che cresceva nelle diverse società il peso della finanziarizzazione e della “produzione di denaro per mezzo di denaro”, portando -nel caso italiano – fino alla soglia di 200 miliardi di euro all’anno la dimensione del “deficit” del lavoro e della sua emarginazione sociale”(Revelli). Cosa si è fatto per invertire questa tendenza? Poco o nulla, tanti sgravi e incentivi alle imprese e poco lavoro. Si è creata un’ampia fascia di precarizzazione e incertezza, si sono alimentati insoddisfazione e rabbia che , certa informazione e certi gruppi politici, cercano di incanalare contro gli ultimi indicati come “usurpatori di diritti”.

Tutto questo si disinnesca recuperando un vero riformismo ( che vuol dire migliorare le condizioni di partenza e non peggiorarle), “politiche tendenzialmente redistributive, servizi sociali accessibili, un servizio sanitario non massacrato, una dinamica salariale meno punitiva, politiche meno chiuse nel dogma dell’austerità… quello che un tempo si chiamava “riformismo” e che oggi appare “rivoluzionario”(Revelli).Aggiungerei un alto livello dell’istruzione e formazione pubblica.(5)
Per battere la destra bisogna fare cose di sinistra.. altrimenti meglio l’originale.

Ma allora se ci sono questi spazi potenziali, questa possibilità di reazione democratica, perché siamo diventati tutti ciechi? La risposta , forse, è più semplice di quanto crediamo: non siamo diventati ciechi, piuttosto abbiamo scelto di non vedere(…) bisogna tornare ad avere  coraggio di contemplare quell’idea di cambiamento, rimirarla, concepirla insieme come un obiettivo possibile. Un obiettivo non utopico”(E.Ferragina)

 

Leonardo Romagnoli

19.8.17

  1. La storia delle televisione commerciale di Silvio Berlusconi è nata come importazione di modelli e sistemi di valori nati in America. A spianare la strada a Berlusconi fu però il sodalizio con un pezzo della sinistra italiana, il Partito Socialista di Bettino Craxi(F.Rampini) “Quasi tutti i deputati eletti nelle sue liste (e furono tanti) o erano dirigenti di Publitalia – la sua agenzia pubblicitaria che aveva funzionato da hub organizzativo nella campagna elettorale- o erano avvocati, liberi professionisti, imprenditori legati in affari con la sua Azienda”(Revelli)
  2. Craxi appariva laico e moderno.”voleva dire badare alla sostanza delle cose: essere capaci di andare al potere(Berlinguer non ci riuscì mai) e di mantenerlo, perché senza il potere la sinistra sarebbe rimasta velleitaria, impotente, spettatrice ininfluente.Ma via via che la questione morale scivolava nel dimenticatoio e quasi tutti imparavamo a tuffarci nel mare aperto dell’economia di mercato, accadeva qualcosa dentro di noi e nel nostro sistema di valori.(…) Nel mercato delle idee, nella formazione dell’opinione pubblica, nell’agenda dei governi(anche quando a guidarli era la sinistra), il peso dei potentati economici era dominante, perché il loro sistema di valori aveva vinto e stravinto, era entrato dentro di noi”(idem)
  3. L’avversione alla tassazione è una delle caratteristiche della destra a livello mondiale “affamare la Bestia” era lo slogan dei neoconservatori americani con Reagan e la Bestia ovviamente era lo stato sociale da distruggere facendo mancare il gettito fiscale. La ricchezza così generata che dall’alto cade anche verso gli strati più bassi della società è una semplice favola per allocchi.”L’imposta progressiva è un elemento fondamentale per lo Stato sociale : ha svolto un ruolo essenziale nel suo sviluppo e nella trasformazione della struttura delle disuguaglianze nel XX secolo, e costituirebbe una istituzione centrale per assicurarne la vitalità nel XXI secolo”(…)L’imposta progressiva esprime in qualche modo un compromesso ideale tra giustizia sociale e libertà individuale.”(T.Piketty)
  4. plebe , si sarebbe tentati di qualificare questo nuovo, spesso strato di polvere sociale che si deposita sul fondo della piramide come effetto dello sgretolamento dei vecchi “blocchi” che avevano caratterrizzato l’epopea industriale. E oclocrazia, “governo della plebe” – come Polibio chiamò la degenerazione della democrazia quando, smarrito il valore dell’eguaglianza, il popolo ambisce la vendetta – quello anticipato da questa sorta di “disaggregato sociale”, portatore di tutta la carica di rancore, frustrazione, intolleranza, radicalità che il declassamento e la disgregazione comportano”(M.Revelli)
  5. Il principale fattore di convergenza ( a favore della riduzione delle disuguaglianze) sono i processi di diffusione delle conoscenze e di investimento sulle competenze e la formazione (T.Piketty)

Altri sullo stesso argomento

La forbice sociale

Spesa pubblica dove tagliare? Non è solo un problema di soldi.

Fisco e disuguaglianza

Ci possiamo permettere il reddito minimo?

La polvere di Scarecrow

Reddito minimo o di cittadinanza. Anche in Toscana si discute di una proposta di legge

BULIMIA POLITICA

 

I commenti sono chiusi.