E’ finita in una bolla di sapone l’inchiesta sui chioschi di Borgo San Lorenzo come era prevedibile fin dal suo inizio. A suo tempo ho già scritto(QUI) che trovavo eccessivo il coinvolgimento del consiglio comunale nella vicenda in quanto, nella sua autonomia, aveva semplicemente votato un atto di indirizzo sulla programmazione commerciale nel rispetto della normativa vigente. E infatti il Tribunale ha archiviato le posizioni del sindaco e di tutti i consiglieri comunali, non solo, ha anche archiviato le accuse nei confronti del dirigente del servizio economico, del responsabile dei lavori pubblici e anche quella del titolare del chiosco La capannina al Parco. Il Consiglio comunale, su questo ci sono decine di sentenze, è sovrano nell’approvare gli atti di programmazione e quindi non aveva nessun fondamento l’accusa del pm Di Gregorio di “ un indebito vantaggio patrimoniale ai titolari di posteggi fuori mercato” che in alcuni casi avevano ottenuto superfici maggiori a disposizione per la propria attività. In un caso questo “indebito vantaggio” era un piccolo servizio igienico richiesto per il rilascio dell’autorizzazione sanitaria.
Nella nota comparsa su alcuni giornali, forse fornita dalla stessa Procura, si scrive che il parere del consiglio comunale “era stato viziato dalle indicazioni fornite dal dirigente del servizio tecnico” che era stato nominato da appena un giorno. E allora la colpa è dell’ allora dirigente del servizio economico che però era assente per una seria malattia. Da qui la richiesta di archiviazione richiesta dalla stessa accusa e dal Gip. Una bella arrampicata sugli specchi che trova una risposta nelle sentenze del Tar che ha condannato per due volte il comune bocciando l’ordinanza che avrebbe dovuto recepire le indicazioni della Procura. Ovviamente anche queste spese legali saranno a carico del comune dato che gli amministratori sono stati tutti prosciolti in una vicenda che, come ha scritto il Tar, avrebbe richiesto solo un po’ di buon senso.
LR