Chiosco o non chiosco? questo è il problema.

Chiosco o non chiosco? questo è il problema.

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Il magistrato Leopoldo De Gregorio, quello del processo a Paolo Cocchi e all’urbanistica barberinese, ha inviato una serie di avvisi di garanzia a seguito di un’indagine durata due anni sui “posteggi fuori mercato” a Borgo San Lorenzo. In attesa di conoscere bene gli atti e le contestazioni qualche nota ufficiale lascia  intravvedere alcune perplessità

Il vero problema – scrive la Nazione  –  è che si sono fatti costruire manufatti permanenti su suolo pubblico e “questo –nota la Procura- li rende privi del presupposto principale, la titolarità del suolo, per il rilascio di un titolo edilizio a colui (diverso dall’ente proprietario) che intenda realizzarli”. Una costruzione senza alcuna autorizzazione edilizia. Un pasticcio grande che difficilmente si chiuderà in modo indolore, sia sul piano economico-occupazionale, sia sul piano delle responsabilità civili e penali. Le ruspe non entreranno subito in azione. Ma una schiera di avvocati è già pronta alla battaglia legale.

Se il giornalista è sicuro che si tratti di “un pasticcio che si chiuderà difficilmente  in modo indolore”, io trovo che vi siano delle forzature.

Tutte  le installazioni fatte su suolo pubblico non sono permanenti, per natura, perchè sono legate ad una concessione che ,per motivi di pubblica utilità, può essere revocata o portare ad uno spostamento dell’attività economica in un’altra localizzazione. Ci sono edicole che per caratteristiche non sono molto diverse da chioschi di somministrazione ma nessuno ha mai detto che non si possono realizzare su suolo pubblico, quando sono previste da un piano comunale. Lo stesso vale per il commercio ambulante in forma di mercato o fuori mercato. Anche il limite di superficie per le diverse tipologie le stabilisce il regolamento e quindi il consiglio comunale. La Regione si limita a dire nella legge che si intendono ”  per posteggio, le parti delle aree pubbliche o private di cui il comune abbia la disponibilità, che vengono date in concessione per l’esercizio dell’attività commerciale”.Chiosco 4x8 con veranda

In regolamenti comunali dell’anno 2000, che si possono trovare su internet , scrivevano testualmente che i posteggi fuori mercato “possono essere situati in box, chioschi, o locali o comunque strutture o attrezzature fissate stabilmente al terreno”, il regolamento del consiglio comunale di Prato all’art.34 parlando di assegnazione di posteggi fuori mercato ricorda che “alla data di approvazione del regolamento esiste un posteggio  fuori mercato con utilizzo quotidiano sul quale sono poste strutture fisse in muratura” e sempre in altri regolamenti comunali si  sottolinea che “non sarà oggetto di spunta il posteggio occupato stabilmente e regolarmente da strutture di vendita fisse  e inamovibili”. Lo stesso comune di Firenze nel proprio regolamento scrive che ” E’ altresì esclusa la possibilità di occupazione giornaliera dei posteggi ove l’Amministrazione abbia assentito la realizzazione da parte degli operatori concessionari, di strutture, attrezzature o arredi che siano legittimamente autorizzati alla permanenza sul suolo pubblico anche in orario in cui non viene esercitata l’ attività di vendita (es. chioschi). ”
I posteggi fuori mercato, come da legge ,  sono individuati dal Piano di commercio approvato dal Consiglio comunale e vengono assegnati con bando dove solitamente viene premiata l’anzianità dell’autorizzazione fra i vari richiedenti. Ed è la stessa procedura che è stata fatta a Borgo San Lorenzo, in accordo con Anva Confesercenti,  cercando anche di sanare situazioni che si erano create nel tempo per motivi che è inutile stare a ripercorrere dopo oltre trentanni. Quel bando prevedeva che potessero essere realizzati dei chioschi, con caratteristiche non certo precarie, alcuni dei quali si sono dimostrati impraticabili per vincoli non facilmente superabili come quello cimiteriale. L’eventuale rilascio del titolo edilizio non c’entra niente con la titolarità del suolo perché deriva dall’assegnazione del posteggio, che non è a tempo indeterminato, e non riguarda la proprietà dell’area che resta pubblica. Altrimenti qualsiasi concessione di suolo pubblico per lo svolgimento di attività economiche private sarebbe impraticabile o addirittura non ammessa.

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Cosa ben diversa è invece se nell’ambito dell’autorizzazione rilasciata sono stati commessi abusi o irregolarità. Per quanto ne so io nel corso degli anni non sono mancati interventi sanzionatori della pubblica amministrazione per cui risulta ancora più incomprensibile l’accusa di abuso d’ufficio nei confronti di amministratori e dirigenti. Così come trovo eccessivo il coinvolgimento del consiglio comunale che nella sua autonomia ha votato un atto di indirizzo sulla programmazione commerciale nel rispetto della normativa vigente. Lo si può non condividere e lo si può criticare ma imbastirci sopra un processo, se mai si farà, mi sembra francamente  fuori luogo. Essendo stato assessore al comune di Borgo San Lorenzo mi sembra di poter dire che quello che è stato fatto, al di là di qualche imprecisione, aveva l’obiettivo di dare soluzione e risposte a domande e problemi reali.

leonardo romagnoli

PS

Sono anche convinto che il clamore mediatico derivi unicamente dall’attuale ruolo dell’ex sindaco Bettarini che comunque in questa vicenda ha un ruolo non diverso da quello del singolo consigliere comunale.

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