La Regione Toscana ha approvato la graduatoria per i Progetti Integrati di Filiera del bando pubblicato nel 2015. Le proposte presentate in Toscana sono state 51 per un importo totale ammesso di 179.000.000 di euro con contributi per 81.387.000 euro. La dotazione complessiva era di 90 milioni quindi saranno finanziati tutti i Pif ritenuti ammissibili dalla Commissione giudicatrice cioè quelli con un punteggio superiore a 50.
Non si conoscono le schede di valutazione per cui è difficile capire cosa abbia contribuito alla determinazione di un punteggio. Tra i progetti di filiera che non hanno raggiunto quota 50 c’è quello che vedeva coma capofila la società Renovo nel settore foresta-legno-energia che ha ottenuto 44 punti e quindi non riceverà contributi dal Psr .
L’ultimo tra quelli finanziabili è il progetto che ha come capofila Lunica Ortofrutticola di Vicchio che prevede una spesa totale di oltre 7 milioni di euro con un contributo superiore a 3 milioni. Le aziende partecipanti sono 30 e sono distribuite su tutto il territorio del Mugello, da Dicomano fino a Palazzuolo, con il contributo più sostanzioso per il capofila di quasi 800.000 euro che saranno utilizzati per la realizzazione di strutture di trasformazione di prodotti ortofrutticoli e di un mulino per la macinazione di grano biologico. Tra i soggetti partecipanti ricordiamo l’azienda agricola Lippi e Nocentini, Giovanni Francini, Il Consorzio del Marrone Igp Mugello e Il Consorzio Agrario di Firenze.
Per quanto riguarda i cereali Lunica intenderebbe realizzare un mulino a pietra per la realizzazione di farine con germe di grano di tipo 1 e 2 con l’utilizzo di grani “antichi” da produrre nel territorio del Mugello. L’intenzione è quella di immettere sul mercato , con vendita diretta ma anche nella grande distribuzione, una farina qualitativamente di livello elevato capace di rispondere ad una domanda sempre in aumento di prodotti con caratteristiche salutistiche capaci di limitare effetti negativi per la salute dovuti a reazioni allergiche. Le farine super raffinate oggi presenti sul mercato con alte percentuali di amidi e glutine e senza germe di grano e fibre è ormai provato che possono causare problemi di assorbimento a livello intestinale se non di vera e propria allergia. Il Consorzio Agrario di Firenze partecipa al progetto proponendosi come soggetto che effettuerebbe la fase di raccolta e stoccaggio dei cereali con un investimento sulla sede di Vicchio per adeguarne la struttura e i silos. Sempre il Consorzio dovrebbe redigere un disciplinare di produzione da far sottoscrivere alle aziende agricole che parteciperanno al progetto per garantire la certificazione dei grani, la tracciabilità del prodotto e la remunerazione adeguata per i produttori con un prezzo che tenga conto della territorialità e non del listino della borsa merci di Bologna. La quantità richiesta è notevole intorno a 30.000 quintali che tradotta in ettari significa circa 1000 ettari che , considerando il biologico e le necessarie rotazione, potrebbero arrivare a circa il triplo.
Nel progetto “Liberty. Lana e officinali per il benessere in Toscana” troviamo un’azienda del Mugello , l’Agricola San Cresci che fa parte del progetto di valorizzazione di questa parte del territorio di Borgo San Lorenzo come distretto biologico e del benessere naturale.
Al 28° posto si è classificato “Biologico Mugello” con capofila Agriambiente Mugello di Galliano con un contributo di 1.907.000 euro a fronte di investimenti previsti per 4.242.000 euro. Anche in questo caso c’è la volontà di caratterizzare sempre di più il territorio mugellano con produzioni di qualità e biologiche con investimenti importanti sulla filiera dal latte ai cereali con investimenti anche in innovazione e ricerca. Tra le aziende oltre al capofila troviamo la Coop Emilio Sereni, L’azienda agricola Valdastra e la Poggio del Farro di Firenzuola. I partecipanti al Pif sono 14 compresa l’Università di Firenze (GESAAF). “Sono previsti interventi volti all’incremento e alla valorizzazione della produzione , alla riduzione dei costi, all’incremento della qualità e alla caratterizzazione del Made in Mugello, in collaborazione con i rispettivi trasformatori di ogni filiera impegnati attivamente, sulla stessa linea dei produttori, a fare del Bio Mugello un prodotto ad alto valore aggiunto nell’ambito della commercializzazione”. Per i produttori sono previsti interventi di ammodernamento di attrezzature e macchine per la riduzione dei costi e la valorizzazione del prodotto, mentre per i trasformatori si punterà sulle nuove tecnologie al fine di ottenere un prodotto competitivo sul mercato. La neo costituita associazione dei produttori biologici , oltre a gestire il marchio biologico territoriale, avrà il compito di promuovere i prodotti in fiere e manifestazioni nazionali e internazionali e sui mass media. Gli ettari coinvolti nel progetto sarebbero oltre 3000.
Spostandoci in Valdisieve sono invece il vino e l’olio i protagonisti dei progetti di Filiera. Al 15° posto troviamo il Pif “la filiera vitivinicola biointegrale: restituire l’agricoltura alla natura” con 8 aziende e l’Università e capofila Il Trebbio di S. Brigida nel comune di Pontassieve. Il progetto ha un valore di 3 milioni di euro con un contributo del Psr di 1.386.000 ed è rivolto anche alle attività extragricole e alle energie rinnovabili, ma con un’attenzione alla trasformazione e all’innovazione di processo e di prodotto. Questi gli obiettivi indicati nel progetto:
1) realizzazione di un programma di promozione e di informazione da parte del Consorzio del Chianti Rufina dei prodotti DOC e DOCG mediante l’attivazione della misura 3.2, con l’intento di diffonderne il consumo, di favorirne l’aumento del valore commerciale accrescendone il valore aggiunto ed espanderne gli sbocchi di mercato; 2) Sostegno degli investimenti materiali e immateriali per il miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità globale dell’azienda agricola condotta da imprenditori agricoli professionali (IAP) – Misura 4.1; 3) realizzazione di un progetto pre-competitivo per l’introduzione del sistema “biontegrale” nella produzione primaria della filiera, mediante l’attivazione della misura 16.2. Questa misura prevede il coinvolgimento dell’università per progetti innovativi sulla filiera.
Infine al nono posto troviamo il Pif che ha come capofila La Vicas di Pontassieve .
La Cantina Sociale VI.C.A.S., capofila del progetto “Filiera Corta Produttori tra Arno e Sieve”, intende realizzare un Progetto Multifiliera volto alla valorizzazione delle produzione degli agricoltori attraverso il punto vendita. Al progetto prendono parte anche il frantoio sociale OL.C.A.S. tramite la misura 4.2(trasformazione prodotti agricoli), ed altre aziende agricole come partecipanti diretti aderenti alla misura 4.1. Si prevede di realizzare interventi sull’introduzione di nuove tecnologie di trasformazione della materia prima oltre alla ristrutturazione e al potenziamento della commercializzazione dei prodotti. I soci conferitori di olio della OL.C.A.S. e/o di vino della VI.C.A.S. partecipano al progetto così come tutti i produttori che commercializzano presso il punto vendita. In particolare per i produttori sono previsti interventi di ammodernamento di macchine e attrezzature volti alla riduzione dei costi e interventi volti alla difesa ed alla valorizzazione della produzione, nonché alla generazione di energia da fonti rinnovabile.
Per la misura 16.2, progetti di cooperazione con l’università, è previsto un progetto innovativo denominato “Produzione in cantina di lieviti starter autoctoni”.
Tra i soggetti partecipanti un ruolo di primaria importanza occupa la Società Agricola Trivium di San Piero (trebbio) con un contributo di 548.000 euro afronte di un investimento superiore a 1.200.000 euro.
Se tutti i progetti venissero realizzati completamente l’investimento previsto nei prossimi anni nel territorio sarà di oltre 17 milioni di euro con un contributo pubblico di circa 8 milioni, comunque ” l’approvazione dei PIF finanziabili e dei rispettivi elenchi dei partecipanti diretti non comporta automaticamente l’ammissibilità delle singole voci di spesa indicate nei progetti, in quanto saranno oggetto di verifica da parte dei soggetti competenti in sede di istruttoria delle successive e collegate domande di aiuto”.
LR