Il nuovo direttore generale del Forteto sentito in commissione regionale

La commisione regionale sul Forteto ha ascoltato il direttore generale della cooperativa del Forteto, Marco Aiazzi, manager nominato con il compito di ridisegnare, nell’arco di un anno, l’assetto e l’organizzazione del lavoro in azienda.

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Aiazzi, già sentito in occasione della visita della commissione al Forteto, lo scorso 8 febbraio, ha aggiornato i commissari sugli sviluppi del suo incarico successivi a quell’incontro, principalmente sui punti più delicati: la revisione dell’organigramma, la sostituzione dei vecchi dirigenti nei posti di comando, la soluzione delle situazioni nelle quali le vittime continuano a lavorare al Forteto si trovano sottoposti, nella gerarchia, a soggetti condannati nel processo di primo grado. Aiazzi ha informato la commissione che ha presentato “un progetto di riorganizzazione dell’azienda, con un nuovo organigramma, secondo una ipotesi organizzativa opposta a quella attuata finora”. Nel documento sottoposto al nuovo Consiglio di amministrazione, è stata presentata una mutata gerarchia, “che premiasse il merito”. Non a caso, spiega Aiazzi, il nuovo CdA rinnovato di recente, con l’uscita di due consiglieri ancora legati alla vecchia gestione, “è stato votato all’unanimità”. Nella nuova gerarchia, “sono inseriti alcuni che fanno parte delle vittime, fino a poco tempo fa chiamati opponenti. I criteri di nomina sono sulla base delle conoscenze specifiche e del merito”. A precise domande, Aiazzi ha risposto che Goffredi “lavora in agricoltura” e che per lui, “come per altri vicini alla pensione o già in pensione” è stato predisposto un piano di “riduzione dell’attività lavorativa”. Che Pezzati “ha ancora il proprio ufficio nella stessa stanza, ma ora la presidenza è a quattro chilometri di distanza da quei locali”. I contratti di affitto per le persone della comunità che vivono in appartamenti della cooperativa “sono stati sottoscritti in aprile”. Sull’andamento azienda, ha spiegato Aiazzi in risposta alle domande dei commissari, “il bilancio ha chiuso con una perdita di 250mila euro, alla quale bisogna sommare un milione e 500mila euro di provvisionali. La resistenza del marchio è messa a dura prova, ma il marchio è il valore di questa azienda, non si venderebbe neppure un pezzo di formaggio con un marchio nuovo”.forteto 2 La società, tuttavia, “è ben strutturata, ha un capitale superiore ai 15milioni” e il fatturato dimostra “che c’è comunque attenzione al prodotto. L’azienda fa un buon prodotto e ha potenzialità inespresse importantissime. Può farcela”. In questo quadro, “il Forteto ha due obblighi: pagare gli stipendi ai circa cento dipendenti e far fronte alle richieste che il tribunale ha stabilito per risarcire le persone offese”. I dipendenti, ha proseguito Aiazzi, “saranno meno dei cento attuali, perché, c’è una ristrutturazione da fare”. Aiazzi farà pervenire alla commissione il progetto approvato dall’assemblea, nel quale sono delineate le prospettive di riorganizzazione, e i contratti di affitto recentemente sottoscritti con i membri della comunità. In chiusura, è tornato sulla convivenza, sul posto di lavoro, tra vittime e condannati: “Non posso assicurare che persone che hanno responsabilità logistiche non abbiano rapporti con altre che invece sono tra le vittime di quella vicenda. Ma il Forteto si è autocommissariato, nominando un nuovo presidente e me, e l’azienda sta facendo delle cose. Se vogliamo fargliele fare dobbiamo anche sopportare certe situazioni. Vorrei – ha concluso – che fossero le vittime, con le quali ho un rapporto molto confidenziale, a dirmi che subiscono delle pressioni indebite da parte di altri che invece sono stati condannati”.

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