Condannato il titolare dell’ex Cava di Paterno. 152 mila euro al comune di Vaglia

Il titolare della società che gestiva l’ex cava di Paterno in Mugello, Lanciotto Ottaviani, è stato condannato dal tribunale di Firenze a 18 mesi di reclusione per attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Inoltre dovrà pagare una provvisionale da 152mila euro al Comune di Vaglia, parte civile nel processo e rappresentato dall’avvocato Matteo Ormi. Secondo l’accusa Lanciotto Ottaviani e la figlia Tullia, condannata per la stessa accusa in rito abbreviato a 6 mesi di reclusione già nel marzo del 2019, avrebbero realizzato una discarica abusiva nell’ex cava.

Rifiuti pericolosi fra cui fanghi di conceria, pneumatici, scarti di salamoie della Solvay di Rosignano, rifiuti misti da demolizione, manufatti in fibrocemento e sacchi di uno scarto di lavorazioni industriali chiamato ‘polverino 500 mesh’, negli anni sono stati sversati nella cava. Nel giugno del 2019 Tullia Ottaviani era stata assolta dal gup di Genova da un’altra accusa, quella di traffico di rifiuti, con la formula ‘perché il fatto non sussiste’. Nel caso il gup aveva stabilito, dopo una perizia tecnica,  che il ‘polverino 500 mesh’ non sarebbe nocivo né per le persone né per l’ambiente, cioè non era considerasi un rifiuto.
Il sindaco di Vaglia Borchi ha espresso soddisfazione per la sentenza e sarà ora il giudice civile a stabilire il risarcimento del danno.
La difesa di Ottaviani dopo aver letto la sentenza potrebbe presentare appello e alcuni reati potrebbero essere prescritti.

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