SINGI KAFFO in concerto a Vicchio oggi alle 21.30 e raccolta firme

SINGI KAFFO in concerto

Domenica 18 giugno ore 21.30 (Vicchio piazzetta di ponente)

Singi Kaffo” è una parola africana che significa “padre e madre” cioè “famiglia”. 

Singi Kaffo è un gruppo, un insieme, il piccolo frutto della collaborazione tra diversissime esperienza musicali, sociali, culturali, umane, nato dal e nel territorio intorno a Vicchio.
Un Ensamble davvero eterogeneo, costituito da cinque percussionisti, una voce ed un fonico africani , un percussionista-direttore e una musicista-autodidatta-casalinga, italiani.
Un piccolo esempio e testimonianza di compartecipazione tra cittadini, migranti, volontari, musicisti.
La musica dei 
Singi Kaffo è sostanzialmente basata su ritmi e melodie originali delle tradizioni dell’Africa subsahariana da cui provengono i musicisti-migranti.
E’ questa uno degli elementi fondanti del genere afroamericano e quindi di 
gran parte dei generi musicali che da esso derivano: SpiritualGospelBluesJazzSwingRhythm and BluesRock and Roll fino al SoulFunk, , Reggae e Dancehall

Il gruppo è attualmente composto da:

Hakibou Diawara, Mali, percussioni africane 

Baboucar Loum, Gambia, percussioni africane

Bangaly Barrow, Gambia, voce

Fabakary Bojang,Gambia, percussioni africane

Musa Jallow, Gambia, percussioni africane

Omar Ceesay, Gambia, percussioni africane

Ebrima “Mety” Saidy, Gambia, tecnico del suono

Alessandro Suggelli, percussioni africane

Paola Pieri, sax soprano

Tutte le percussioni suonate sono realizzate con bidoni e materiali di recupero da Hakibou Diawara,

abile artigiano e costruttore di percussioni secondo la propria tradizione

La musica nell’Africa subsahariana

Nell’Africa subsahariana la musica e la danza sono quasi sempre elementi centrali e fondamentali della Cultura dei popoli, e sono dotati di grande valore sociale e religioso. Ogni etnia ha una propria tradizione. Ciò che ritroveremo sempre in ogni variante musicale, a prescindere dallo scopo per cui viene prodotta, è la caratteristica poliritmia. Una particolare funzione sociale è rappresentata dalle percussioni e dalle campane che in molte zone vengono utilizzati come strumenti di comunicazione. La musica è, ad esempio, una delle pratiche più note e più impiegate per un Griot  proprio perché in molti contesti le relazioni sono spesso basate sull’impatto emozionale.
Anche il canto è molto diffuso e riveste una funzione sociale importantissima.
Le epopee mitiche cantate dai Griot, oltre a mettere in evidenza il potere costituito, trasmettono gli avvenimenti particolari che fanno parte della storia di una Comunità. La musica tradizionale si trasmette oralmente, dunque non esistono spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle melodie. Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è per questo che un aspetto importantissimo è dato dall’improvvisazione.
La complessità ritmica delle musiche africane si è di fatto trasferita a molte espressioni musicali dei paesi dell’ America Latina; l’aspetto più affascinante di questa poliritmia è costituito dalla possibilità di distinguere chiaramente i diversi ritmi pur percependoli unitariamente in modo coerente. Per quanto riguarda la voce, è interessante notare che generalmente si utilizzano timbri canori tendenti al rauco e al gutturale. Molte lingue locali, in Africa, sono di tipo tonale ed è per questo che esiste un collegamento molto stretto tra la musica e la lingua.

 

ERO STRANIERO – L’UMANITA’ CHE FA BENE

               Una proposta di legge di iniziativa popolare ed una campagna informativa

La campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene” è stata lanciata ufficialmente il 12 aprile per superare la legge Bossi – Fini e cambiare le politiche sull’immigrazione puntando su inclusione e lavoro.

La legge di iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari” è promossa da Radicali Italiani insieme a Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, con il sostegno di numerose organizzazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Caritas Italiana, Fondazione Migrantes Comunità di Sant’Egidio e tante associazioni locali.

A maggio è partita in tutta Italia la raccolta firme, anche con il supporto di un’ampia rete di sindaci – al momento sono già 60 – che hanno aderito alla campagna. Sono cinquantamila le firme di cittadini italiani da raccogliere in sei mesi per sottoporre la legge all’attenzione del Parlamento.

Superare la legge Bossi-Fini attraverso:

  • meccanismi diversificati di ingresso per lavoro, a partire dall’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione attraverso attività d’intermediazione pubbliche e private tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri e dalla reintroduzione del sistema dello sponsor.
  • forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri irregolari – anche nel caso di richiedenti asilo diniegati – qualora sia dimostrabile l’esistenza in Italia di un’attività lavorativa o di formazione, di legami familiari, sul modello spagnolo del “radicamento”.

Riformare il sistema di accoglienza:

  • adottando unicamente il modello Sprar;
  • migliorando la qualità dei servizi attraverso meccanismi di monitoraggio efficaci;
  • investendo sul lavoro, valorizzando le forze produttive del territorio e mettendo i centri per l’impiego nelle condizioni di erogare con efficacia servizi di formazione e avviamento lavorativo attraverso appositi sportelli per l’integrazione da finanziare, a livello nazionale e regionale, ricorrendo ai fondi europei.

Introdurre canali legali e sicuri d’arrivo in Europa:

  • implementando i programmi di reinsediamento e favorendo la creazione di corridoi umanitari
  • garantendo mobilità interna a quanti giungono nel territorio europeo e chiedono protezione: lo Stato membro competente va determinato tenendo conto innanzitutto delle esigenze familiari o umanitarie del richiedente asilo garantendo il rispetto del principio dell’unità familiare e delle clausole umanitarie del regolamento di Dublino.

La campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene” si propone di cambiare anche il racconto pubblico sull’immigrazione, ostaggio di pregiudizi, luoghi comuni e vere e proprie bugie che, invece di contrastare, la politica spesso sceglie di cavalcare per guadagnare consenso.

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