L’intervento di Lombardi alla Marcia di Barbiana

Sabato 5 marzo si è svolta la Marcia di Barbiana che ha visto la partecipazione di centinaia di persone che hanno deciso di salire fino alla chiesa e al cimitero per rinnovare un impegno per la scuola pubblica e per mantenere vivi il messaggio e l’opera di Don Milani. La marcia è stata preceduta da qualche polemica per la scelta della data e per il  sospetto di una passerella elettorale. Non è stato così , e lo dico da partecipante alla marcia. Erano presenti un certo  numero di candidati di varie liste ma hanno mantenuto  un certo distacco lasciando spazio agli interventi istituzionali e alle iniziative che erano state previste con la partecipazione dell’attore Marco Messeri, del filosofo Vannini e del Coro CONfusion. Marco Messeri nel suo spazio ha fatto una scelta singolare per la lettura scegliendo una lettera di Don Milani del 1962 indirizzata ad un prelato romano in cui parla della visita effettuata con i suoi ragazzi in Vaticano, ai musei e alla cupola. Ne è emerso , in modo anche piuttosto divertente, tutto il carattere e il modo di pensare del prete di Barbiana, il suo essere dalla parte dei poveri contro contro ogni arroganza e falsità. Ripropongo qui di seguito l’intervento di Leandro Lombardi presidente dell’Istituzione perchè ritengo che con poche parole abbia riassunto molto bene il senso della marcia  e gli obiettivi dell’attività dell’Istituzione che è stato chiamato a dirigere.(LR)

A nome dell’Istituzione Don Milani porgo al Presidente della Regione, al Presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello, ai Sindaci presenti, al Sindaco di Vicchio, al Parroco e tutti gli intervenuti un sentito ringraziamento per essere presenti oggi alla marcia. In questo periodo così particolare della nostra storia, come diceva Don Milani in Lettera ad una professoressa,  “sortire dai problemi tutti insieme è politica, sortirne da soli è avarizia”. Noi abbiamo scelto di fare politica,  evidentemente quella con la P maiuscola, e che Papa Pio XI qualificava come “la più alta forma di carità”, quella carità che ci permette di aiutare i più deboli ad uscire tutti insieme da questo periodo di crisi sanitaria, sociale ed economica, senza lasciare indietro nessuno.

Qualcuno ci ha criticato per aver organizzato la marcia in tempo di COVID, dicendoci che era pericoloso, altri perché l’abbiamo fatta sotto le elezioni, dicendoci che era inopportuno e che utilizzavamo Barbiana come tribuna elettorale. Non è così, nella vita ci vuole prudenza, ma anche il coraggio di osare per le cose a cui teniamo davvero, Don Milani ce lo ha insegnato. Non siamo qui poi per un far fare un comizio a nessuno, ma per testimoniare dei valori politici e religiosi in cui crediamo e che vorremo riattualizzare e trasmettere alle nuove generazioni perché pensiamo che rappresentino l’unico futuro possibile.

E’ la prima marcia che il nuovo Consiglio dell’Istituzione Don Milani organizza e vorremmo indicare tre obiettivi che ci siamo proposti nella nostra attività di promozione culturale:

  1. A seguito delle parole di Papa Francesco in visita qui a Barbiana, focalizzare la nostra attenzione sull’identità cristiana e sacerdotale di don Milani come possibilità di comprendere meglio le sue parole e la sua testimonianza di vita. Considerare più attentamente il radicalismo evangelico e l’eredità ebraica di Don Milani per comprendere la sua esperienza religiosa e la sua azione pastorale.  Rivalutare l’importanza che hanno avuto nella sua vocazione e nella sua missione  il rigore morale della Legge di Israele e la grazia dei Sacramenti della Chiesa cattolica.
  2. Approfondire la grande tradizione multiculturale, multireligiosa e multietnica mitteleuropea che ha alimentato l’attività di insegnante e di maestro di Don Lorenzo per riscoprire le radici della nostra cittadinanza europea.

Considerare meglio l’influenza della cultura transnazionale della famiglia materna: la madre  era stata introdotta nella lingua e nella letteratura inglese da Italo Svevo e da James Joyce, e tramite il cugino, amico e collaboratore di Sigmund Freud, aveva conosciuto la grande Scuola psicoanalitica viennese.

Approfondire  il contributo ricevuto dalla cultura classica, laica e liberale della famiglia paterna: il nonno filologo classico e archeologo era stato membro dell’Accademia di Vienna e fondatore del museo archeologico di Firenze, la nonna era stata seguace del grande pedagogista tedesco Friedrich Froebel, ideatore del metodo educativo laico e interclassista dei giardini dell’infanzia.

  1. Attualizzare nel contesto storico di oggi la sua “opzione preferenziale per i poveri”: utilizzare cioè l’attività educativa come prassi concreta per aiutare i ragazzi e i giovani immigrati che arrivano sulle nostre coste a diventare cittadini attivi e consapevoli, per dotarli del dono supremo dell’istruzione, senza la quale non è possibile un’autentica emancipazione e una piena integrazione sociale.

L’attore Marco Messeri, il Filosofo Marco Vannini e il Coro ConFusion oggi ci condurranno con i loro preziosi interventi a fare un primo passo in questa direzione.

Grazie

Leandro Lombardi
presidente dell’Istituzione Don Milani e Scuola di Barbiana

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