E’ tornato Bokassa con Estiva#1

ESTIVA #1
Bokassa non paga

 

 

 

 

Caro diario,
Oggi l’Afghanistan è caduto, o meglio i talebani, Tale-Bani, che non c’entrano niente con l’ex marito di Romina Power, hanno vinto contro le forze governative afgane senza grosse difficoltà, generando il terrore di milioni di persone riversatesi in strada e in aeroporto con la speranza di andarsene via. Qualcuno si è aggrappato alle fusoliere precipitando giù una volta in quota. Tuttavia il mare qui in Occidente è verde trasparente, la luce penetra fino al fondale tarantino, lo riscalda e lo rende gradevole alla vista. Penso sempre che ci sia una percentuale di brodo di piscio che si mescola all’acqua cristallina, ma questa è solo una mia visione delle cose un po’ schifosa. Caro diario, ho letto che Di Maio, ministro degli esteri italiano, si trova in Puglia e che l’emergenza non lo ha toccato così tanto. “Scandaloso” dicono i giornali.
Certo non poteva partire per andare a prendere direttamente gli italiani in Afghanistan, però poteva almeno nascondersi alle telecamere e fingere di lavorare dall’ufficio del ministero a Roma, anche in ciabatte eh. Poteva.

Come italiano medio mi sento in colpa, le mie ferie procedono a gonfie vele, rido tanto, bevo, mangio bene, mamma è contenta perché ho incontrato un vecchio zio rimbambito dopo anni e anni che non lo vedevo e ho fatto un’opera misericordiosa percorrendo il lungomare più brutto d’Italia – quello di Mondragone – ascoltando i suoi flussi di coscienza in dialetto. Il mio amico Claudio è stato talmente collaborativo che ha i piedi sfracellati dalle vesciche.
Il viaggio procede lungo strade piene di immondizia e sale, qualche cane abbandonato, gatti schiacciati, famiglie in motorino senza casco. Poi all’improvviso a Ginosa è arrivato Biden, l’Ammerika, che ha balbettato cose incomprensibili, eppure adesso mi rivedo sul divano di casa nel 2001, le Torri gemelle, Bush junior, esportare la democrazia, combattere il terrorismo. Sull’internet scorrono vecchie foto in bianco e nero di donne in minigonna e immagini recenti di barboni a colori, e sento che c’è qualcosa di tremendamente sbagliato. Vorrei essere più sofferente e accusare più di questo fastidio lancinante, ma poi penso che non servirebbe a niente gettarsi da un dirupo o interrompere le ferie (ok, non è la stessa cosa) e così mi limito ad ascoltare il podcast di Francesco Costa sul Post.

Comunque io e Claudione oggi non abbiamo l’ombrellone, questo fa sì che lui resti al bar tutto il giorno a leggere, e che io, invece, più resistente al caldo, rimanga sul telo in attesa di aver voglia di fare un nuovo bagno in quest’acqua splendida. Mentre venivamo qui abbiamo visto l’ex acciaieria Ilva, attuale Arcelor Mittal, così ho pensato che i fumi avrebbero raggiunto i nostri polmoni fino ad ucciderci o che qualche sostanza sarebbe penetrata nel terreno fino al mare dove ci avrebbe trasformati in tartarughe ninja.
Ma sono 40 gradi centigradi e una volta in spiaggia, senza ombrellone, non ci abbiamo più pensato e ci siamo tuffati per sempre. Più di una questione, in realtà, mi consuma in questo agosto incendiario. Per esempio, Claudio ha perso l’accendino in acqua, e questo è molto grave, ma soprattutto a settembre tornerò a lavorare. Non ci sono molti posti liberi quest’anno, però forse qualche spezzone riuscirò a trovarlo. Prima, nel compilare la domanda, mi sono emozionato e sono dovuto andare più volte in bagno, poi ho preso due caffè in un’ora, una moka intera.

Ho fatto male perché la caffeina agita, e io sarei in ferie. Claudione dice che dovrei andare a lavorare a Limite e Capraia, così poi potrò scrivere un pezzo intitolato “Una vita al Limite”. Io ci rido, dico che cosa assurda ma poi ci penso e concludo che potrebbe avere un senso. Così smetto di ridere e mostro un cipiglio da intellettuale: prima no, ma ora so quello che voglio. Ci sono un sacco di belle ragazze in spiaggia, caro diario, sederi rotondi e abbronzati appoggiati sui materassini gonfiabili, però di questo non parlo perché mi vergogno, e poi troppa bellezza in un momento del genere…forse è giusto contenersi e voltarsi dall’altra parte. Forse.

Ma non era la bellezza che doveva salvare il mondo, Afghanistan compreso? Di grazia, c’è un ponte tra la Puglia e Kabul? Esistono davvero i famosi corridoi umanitari? Parafrasando Mariano, questi corridoi sono fisicamente corridoi, o no? Una preghiera per i tanti disgraziati in fuga o intrappolati tra le lamiere della guerra, soprattutto i più piccini che sogno in acqua coi braccioli, mentre si schizzano a vicenda e strillano di contentezza. Addio caro diario, stammi bene e bevi tanta acqua.
Tuo affezionatissimo
Bokassa

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