Patto sociale contro il razzismo a Firenze

 

Le scriviamo in vista dell’incontro di Venerdì 6 dicembre 2019 per ringraziarla dell’invito e della proposta, che accettiamo molto volentieri. Come realtà che da ormai moltissimo tempo si occupano di combattere quotidianamente ogni forma di razzismo e di intolleranza, riteniamo – come lei – che sia fondamentale prendere delle decisioni concrete e immediate che sappiano arginare il clima di tensione e di discriminazione di cui è vittima anche la nostra città. Le condanne e le semplici prese di posizione non sono sufficienti ad arrestare questa deriva; diviene dunque fondamentale costruire un percorso condiviso fatto di pratiche chiare, da intraprendersi senza alcuna esitazione e fin dall’immediato.

Condividiamo inoltre con lei la preoccupazione sia per la questione educativa – come garantire ai ragazzi una crescita individuale e collettiva improntata all’accoglienza, al dialogo e al rispetto reciproco – sia per quella comunicativa, oggi più che mai tema chiave per la costruzione di una società più giusta e più umana: come rendere appetibili sul mercato mediatico delle idee i nostri concetti di solidarietà, evitando ogni semplificazione del reale ma, allo stesso tempo, trovando gli strumenti e le parole funzionali a una diffusione e a un radicamento del nostro messaggio. A partire da questa consapevolezza, riteniamo che dovremmo porci come obiettivo collettivo del prossimo incontro l’ideazione e la concretizzazione di una politica educativo-culturale ampia e dal carattere trasversale e innovativo, che favorisca il dialogo tra le generazioni e le culture e che sappia coinvolgere anche i luoghi dello sport, del tempo libero e del divertimento giovanile, rivolta esplicitamente alla realizzazione di quei principi della Costituzione che rimandano alla necessità di costruire una società pacifica, solidale e accogliente.

Firenze ha risposto in maniera confortante agli atti razzisti delle ultime settimane, ma, se da un lato ciò ci rende orgogliosi dell’intrinseca natura solidale della nostra città, dall’altro non possiamo non renderci conto di arrivare sempre il giorno dopo, quando il fatto è già avvenuto, con un ritardo che non può che renderci in parte responsabili.

Per questo, riteniamo che l’unica strada possibile per fermare una simile escalation sia quella di costruire insieme un modello strutturato, ordinario e regolamentato di accoglienza, che neghi – anche solo come ipotesi – una gestione emergenziale di una questione così complessa. Non solo, lo stesso dovrà essere fatto anche per quanto riguarda la comunicazione di questi temi e la loro elaborazione all’interno delle Scuole: il discorso d’odio razzista pensiamo debba essere contrastato quotidianamente, organicamente e ad ogni livello d’azione. Relegare i momenti di lotta al razzismo e di costruzione di una società fondata sui principi della solidarietà e dell’accoglienza all’indignazione post eventum è un errore che non ci possiamo permettere. Solo attraverso la codificazione di pratiche d’intervento collettive, continue e strutturate possiamo pensare di fermare una proliferazione di idee che, nella Storia, non hanno mai prodotto esiti positivi.

Per tutte queste ragioni, accogliamo con grande spirito di entusiasmo non solo la volontà di costruire le basi di un “Patto Sociale contro il razzismo”, ma anche l’invito a presentare alcune proposte concrete da sviluppare in tutti i settori nei quali opera il Comune di Firenze.

Considerata la lunga esperienza di tutti noi riguardo a queste tematiche e l’ampiezza delle pratiche già messe in atto da molti anni, la invitiamo a considerare – in vista dell’incontro di Venerdì 6 Dicembre 2019 – alcune nostre proposte. Riteniamo infatti che sia quasi impossibile pensare di risolvere una tale questione senza prese di posizione forti e concrete in questo ambito, perché la realtà delle cose avrebbe la meglio sul semplice impegno in ambito educativo-comunicativo.

Ecco dunque le nostre due proposte concrete:

  1. Chiediamo di iscrivere all’anagrafe tutti i richiedenti asilo, superando l’interpretazione restrittiva delle disposizioni contenute nella Legge 132/2018 (Decreto Sicurezza). La questione della residenza è probabilmente una delle conseguenze peggiori del primo “Decreto Sicurezza”, in quanto condizione discriminante per il richiedente asilo per poter ottenere un contratto di lavoro, affittare una casa o accedere a molti servizi di base, tutte precondizioni non solo per un’accoglienza degna di questo nome, ma anche fondamento di una società equa e sicura.
  2. Chiediamo inoltre di valutare insieme a noi la possibilità di sperimentare forme di accoglienza basate sul patrimonio di buone pratiche di cui è ricco il nostro territorio, anche individuando spazi pubblici da riconvertire a questa finalità. Da parte nostra ci impegniamo a promuovere un percorso virtuoso arricchito dalle nostre competenze, dal tanto volontariato che possiamo mettere in campo e dalla volontà di collaborare con l’Amministrazione.

In conclusione, ci teniamo a ribadire anche la nostra preoccupazione di natura più strettamente politica, per la quale ci ritroviamo in pieno accordo con le sue parole. Per questo riteniamo che avrebbe un significato molto importante una presa di posizione forte del Sindaco di una città come Firenze e della sua giunta nei confronti dei “Decreti Sicurezza”, dei quali ci aspettiamo che venga richiesta al più presto la cancellazione, così come del “Decreto Paesi Sicuri” e di alcune circolari prefettizie, le quali contengono provvedimenti che non possiamo condividere, come l’istituzione del coprifuoco per i migranti accolti nei Centri di Accoglienza Straordinaria o l’obbligo da parte degli operatori di ispezionare ogni pacco che i migranti stessi ricevono. Riteniamo inoltre che una chiara presa di posizione debba essere assunta anche nei confronti di tutto ciò che ruota attorno ai movimenti di estrema destra che trovano casa nella nostra città, movimenti che non esitano a richiedere l’utilizzo degli spazi pubblici o ad aprire sedi nel Comune di Firenze. Considerato il proliferare di gruppi di estrema destra nel nostro territorio, che – come stanno dimostrando le numerose perquisizioni di questi giorni in tutta Italia – mirano a una vera e propria riorganizzazione dei propri assetti, con scopi anche sovversivi, riteniamo fondamentale l’intervento diretto del Sindaco e della Giunta su questo, a partire dalla condanna delle celebrazioni che ogni anno gruppi di estrema destra organizzano per rendere onore ai repubblichini di Salò nel cimitero di Trespiano.

Auspichiamo dunque una sua presa di posizione in riferimento a questi provvedimenti, supportando attraverso gli strumenti di competenza dell’Amministrazione le nostre richieste anche in questo senso. Riteniamo tutti che solo attraverso un dialogo continuo e quotidiano fra noi Associazioni e la Giunta comunale possa essere impostato un lavoro concreto ed efficace su questi temi che non si limiti ad azioni singole e momentanee, ma che dia vita ad un metodo stabile di gestione di queste problematiche.

Ringraziandola di nuovo per l’invito e per la proposta di dar vita assieme a un “Patto Sociale contro il razzismo”, speriamo che queste nostre note possano trovare spazio nell’ordine del giorno del nostro incontro di Venerdì 6 dicembre a Palazzo Vecchio,

Cordiali saluti, 

Arci Firenze, Anpi Firenze, CGIL Firenze, Libertà e Giustizia, Anelli Mancanti, Diaconia Valdese, Cospe, CAT – Cooperativa Sociale, Associazione Progetto Accoglienza, Progetto Arcobaleno, MEDU – Medici per i Diritti Umani, Fondazione Andrea Devoto, Coordinamento Toscano Marginalità, UDU – Unione degli Universitari, Umani per R-esistere, Libera Toscana, CDC – Coordinamento Democrazia Costituzionale di Firenze, Asgi Toscana, Giuristi Democratici, Refugees Welcome Italia – Gruppo di Firenze

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