Il Mugello dice no al formaggio “artificiale”

L’Unione Comuni sostiene mobilitazione Coldiretti

L’Unione montana dei Comuni del Mugello dice no al formaggio “artificiale” e si schiera con Coldiretti che è mobilitata contro l’iniziativa normativa di ambito europeo che permetterebbe in Italia l’uso di polvere di latte per la produzione di formaggio e yogurt.

“Ma che formaggio è un formaggio senza latte?! E’ un’assurdità”. Così si esprime il presidente e assessore all’Agricoltura dell’Unione dei Comuni Federico Ignesti che dà il proprio sostegno e quello dell’ente che presiede all’associazione di categoria nonché ai produttori e imprenditori agricoli e caseari che stanno protestando.

Secondo le stime di Coldiretti circa 487 formaggi tradizionali, ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni, rischiano di sparire in caso di via libera alla polvere di latte. E di questi ben 35 sono toscani, tra formaggi misti, vaccini freschi, molli o a pasta filata. La Toscana è infatti tra la regioni, in Italia, con la maggior biodiversità lattiero-casearia dopo Lombardia, Piemonte, Campania e Lazio.

“Nel Mugello si producono formaggi di altissima qualità e bontà, che nascono nel territorio e col territorio – sottolinea il presidente Ignesti -, che sono il frutto di tradizione e cultura, di passione e artigianalità, dei saperi e dei sapori di un territorio. E poi il latte del Mugello, come abbiamo sempre riconosciuto e sostenuto, è un’eccellenza, e così sono i formaggi che con questo latte si realizzano. Con l’introduzione del latte in polvere si perderebbe la distintività, la qualità di questi formaggi. Non solo – aggiunge -, si avrebbero anche pesanti ricadute sul piano economico, occupazionale ed ambientale, e si danneggerebbero i consumatori con prodotti di bassa qualità e ‘formaggi fotocopia’”.

Secondo Coldiretti l’uso del latte in polvere per la produzione di formaggi rischia di far sparire tantissime produzioni tipiche della tradizione casearia a base di latte fresco, anche toscana: dal pecorino alle caciotte. La legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974 prevede il divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari. E il superamento di questa norma, denuncia Coldiretti, causerebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini ‘Made in Italy’.

“Celebriamo le tipicità nazionali e internazionali con l’Expo, acconsentire a questa modifica sarebbe allora una doppia assurdità. La Regione Toscana – nota il presidente Ignesti – è in prima linea nella valorizzazione e tutela delle biodiversità, delle tipicità ed eccellenze, e credo, e auspico, che la questione – conclude – possa essere affrontata in Consiglio regionale”.

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