LA BOLOGNA-FIRENZE LA PRINCIPALE “VIA ROMEA” DEL BASSO MEDIOEVO

Sabato 13 giugno alle ore 9,30 nel Palazzo dei Vicari di Scarperia si apre un Convegno dedicato alle novità documentarie scoperte sulla “via romea” Bologna-Firenze nel Basso Medioevo, che , com’è noto, passava dal Mugello valicando l’Appennino ai passi dell’Osteria Bruciata e della Vecchia.passo osteria

Né via Francigena né via Teutonica E’ LA BOLOGNA-FIRENZE LA PRINCIPALE “VIA ROMEA” DEL BASSO MEDIOEVO Nuovi documenti sui passi della Vecchia e dell’Osteria Bruciata.

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E’ questo il titolo del Convegno cui partecipano: Renato Stopani, studioso di viabilità antica come via Francigena e via Teutonica; Francesco Salvestrini, storico del monachesimo vallombrosano cui apparteneva la Badia di Moscheta; Marco Pinelli storico dell’arte che tratta del ruolo delle pievi sulla viabilità; ricercatori e cultori locali della materia, come Lorenzo Cammelli, Filippo Bellandi e Luciano Bassini. Il Convegno mira a mettere in risalto l’importanza prevalente della Bologna-Firenze del Basso Medioevo rispetto alle altre due grandi direttrici della via Francigena e della via Teutonica che nella percezione diffusa sembrano dominare (soprattutto la via Francigena) l’intero periodo medievale, a causa di un’invadente massa di iniziative promozionali basate più su finalità turistiche che di ricerca storica. L’attenzione degli interventi è focalizzata sul tratto Cornacchiaia-Sant’Agata della Bologna-Firenze medievale, che oltre ad essere il punto più nevralgico osteria bdell’attraversamento appenninico è anche quello più controverso tra gli studiosi perché in gran parte misterioso e poco documentato. Si pensi al passo dell’Osteria Bruciata, il punto più noto e leggendario del tragitto: ebbene fino ad ora la documentazione diretta su di esso era quasi del tutto assente, pur essendo largamente diffuso nell’immaginario collettivo. Nuovi documenti inediti ora integrano gli studi precedenti risalenti a oltre cinquanta anni fa, e rivelano dati finalmente oggettivi sulla sua esistenza e collocazione. Altra novità che modifica le tesi degli storici (con l’eccezione di Francesco Niccolai) è quella sulla via che, provenendo dal Corniolo, transitava dal passo della Vecchia: per la prima volta ne viene messo in luce il ruolo di via alternativa per l’attraversamento del crinale, di pari importanza a quella dell’Osteria Bruciata, oltre che assai più antica di quella. Sarà poi illustrato il ruolo sulla viabilità appenninica della Badia di Moscheta che gestiva l’ospedale del Corniolo, e delle due pievi “gemelle” di Cornacchiaia e Sant’Agata, soprattutto per l’assistenza ai viandanti. L’analitica rassegna degli aspetti territoriali, ancor oggi osservabili sul campo o ricavati da fonti archeologiche e toponomastiche, vuole inoltre dare un contributo alla osteria bruciataricostruzione dei percorsi effettivi delle due vie che attraversavano l’Appennino, entrambe facenti capo a Cornacchiaia e Sant’Agata e che appaiono delineate fin dalla preistoria. Non poteva mancare infine una riflessione sulle leggende nate intorno all’Osteria Bruciata come fenomeno diffuso anche in analoghe situazioni ambientali e incentrate attorno alla figura dell’ “oste malvagio”. Il Convegno è promosso da Mu.S.A,-Musei Sant’Agata onlus e organizzato insieme al Comune di Scarperia e San Piero, col patrocinio dell’Unione Comuni del Mugello, del Comune di Firenzuola, del Centro Studi Romei e dell’ Ente Cassa di Risparmio di Firenze-Progetto Vie Romee.

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