Immortali . Il Libro di Gianmaria Parrotta

Infelici immortali

Il 2021 ci porta in dono il romanzo d’esordio di Gianmaria Parrotta dal titolo “Immortali” delle edizioni Barta, una casa editrice toscana che si distingue per una cura particolare nelle scelte grafiche e dei materiali. Sotto questo aspetto il libro di Parrotta è una piacevole sorpresa per chi nei libri cerca anche il piacere nella scelta della carta ( oserei dire del tatto e del profumo), dei caratteri o delle immagini di copertina.

L’opera prima di Parrotta è alquanto insolita e per certi aspetti spiazzante, qualcuno la potrebbe definire distopica, ma la si può leggere anche come una grande allegoria del nostro presente più o meno pandemico.

Il romanzo inizia e finisce (?) in una camera di una casa di cura , ma già dalle prime righe si viene attratti in una storia dai risvolti imprevedibili.

“Se ne stava sdraiata con gli occhi chiusi, i brividi che la assalivano. Il lenzuolo bianco sventolava sopra il corpo nudo a ogni colpo di brezza che entrava dall’ampia finestra, concedendole un po’ di conforto. Da poco meno di cinquant’anni a questa parte viveva nella più grande camera di un attico di una casa di cura: non sapeva neanche dove si trovasse. Non sapeva più niente della sua famiglia, del suo paese. Non sapeva più niente di nessuno. Era sola al mondo, e voleva rimanerci.
Era stata rapita l’8 maggio di centonovantaquattro anni prima”.

Questa donna si chiama Fiammetta ed è un’immortale come lo erano i suoi compaesani di Santa Maria ( non a Vezzano) di cui viene raccontata la storia fino all’epilogo finale. Gli abitanti di questo paese scoprono improvvisamente di essere diventati immortali anche se continuano a invecchiare.
“Quando tutti fino all’ultimo furono convinti, quando si sentirono veramente e senza più alcun dubbio immuni alla normale condizione mortale, sopraggiunse per Santa Maria un periodo pacifico di serenità beata e armonia senza precedenti”. Una serenità che presto lascerà spazio invece ai dubbi , alla paura , “al senso di vuoto” di fronte ad un tempo infinito “ che li avrebbe visti solo stare, nient’altro che stare”.

Fino a che  questo senso d’immortalità porta alcuni giovani a compiere un assurdo gesto di pura violenza contro una ragazza uccidendola e nel successivo inseguimento stradale l’autore del folle gesto muore rompendosi l’osso del collo nello scontro dell’auto contro un albero.
Il paese verrà allora isolato con un muro e posto sotto sorveglianza dell’esercito trasformandolo di fatto in una prigione da cui nessuno potrà fuggire.

L’essere coscienti di essere immortali aveva fatto sentire quei giovani onnipotenti, privi di ogni limite fisico e morale che è poi l’atteggiamento di una buona parte dell’umanità attuale verso il mondo in cui viviamo di cui non riusciamo a comprendere i limiti che dovrebbero essere invece invalicabili.

Gli immortali in realtà tali non sono perché possono decidere di togliersi la vita o essere uccisi con un coltello, una pistola o un gesto violento, e  con il passare dei decenni perdono il senso del futuro in un paese dove non nascono bambini. Ma anche in un mondo così l’amore può fare miracoli e dare una  speranza per superare “ la perenne vecchiaia” senza né passato né futuro.

In questo eterno presente crede invece il politico del paese che vede in questo “miracolo” dell’immortalità un patto a cui non serve la speranza : “ nessun dolore, nessun amore, niente da fare o da volere ; solo il presente, il giorno per giorno”.

Un patto , purtroppo , che ci riguarda tutti da vicino anche noi semplici mortali.

Leonardo Romagnoli

5.5.21

 

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