IL TERREMOTO DEL MUGELLO DEL 1542 in rari opuscoli dell’epoca. Presentazione a Scarperia il 14 settembre

Sabato 14 settembre 2019 a Scarperia , ore 10,30 – Palazzo dei Vicari

Presentazione della Nuova Edizione del libro di Filippo Bellandi e Dennis Rhodes:

IL TERREMOTO DEL MUGELLO DEL 1542 in rari opuscoli dell’epoca

Intervengono oltre all’autore Filippo Bellandi, il sindaco di Scarperia e San Piero Federico Ignesti, il geologo Giacomo Corti e lo storico dell’Arte Marco Pinelli.

A 32 anni dalla prima pubblicazione, gli autori ripropongono una nuova edizione del libro sul catastrofico Terremoto del Mugello del 13 giugno 1542 con significativi aggiornamenti e ampliamenti. Per la prima volta viene pubblicata in appendice una nuova Lettera-Relazione sul sisma – con diverso autore e contenuto rispetto a quella pubblicata nel 1987- il cui unico esemplare per ora noto si trova nella Biblioteca Marciana di Venezia. Come le altre Lettere, è opera di un anonimo, ma questa è scritta e pubblicata solo dieci giorni dopo le prime grandi scosse del 13 giugno (quella pubblicata nel 1987 fu scritta nel luglio del 1542), quindi in tempi rapidissimi, paragonabili a un moderno instant book. Inoltre questa inedita Lettera riporta più dettagliatamente delle altre, e paese per paese, i danni materiali (a case e fortificazioni murarie) e i morti e feriti.  Le tre Lettere-Relazioni conosciute fino ad ora su questo terremoto furono subito tradotte e stampate, nei mesi successivi dello stesso anno 1542, in varie edizioni in mezza Europa: quattro edizioni in Germania, una nei Paesi Bassi e due in Inghilterra. Una diffusione editoriale vasta e rapida, considerati i tempi, e soprattutto concentrata nei paesi protestanti, per ragioni di tipo culturale e religioso ben evidenziate nel libro.

Ma le testimonianze straordinarie di questi documenti (perché esclusive in quanto non presenti in altre fonti)  sono le reazioni emotive delle popolazioni e i comportamenti personali e collettivi, tutti scaturiti dal senso di colpa diffuso in ogni ceto sociale per i peccati commessi, causa prima dell’ira divina e quindi del terremoto. Mentre il Duca Cosimo I° emana decreti punitivi contro i grandi peccatori quali bestemmiatori e sodomiti, i popoli del Mugello si mobilitano con riti propiziatori e preghiere collettive, confessioni e comunioni di massa, sospinti da infaticabili predicatori. Entrano in azione  anche gruppi di flagellanti – come quelli della Compagnia dei Battuti di Borgo San Lorenzo – che in spettacolari processioni si battevano con tale furia “che le loro carne tutte vermiglie di sangue si vedeano sparse”.

Dalle lettura e dalle riflessioni su questi antichi opuscoli a stampa, emerge un aspetto insolito della mentalità dell’uomo rinascimentale, meno forte e sicuro di quanto vogliono certi cliché convenzionali, ma ossessionato piuttosto da tante inquietudini religiose al fondo delle quali c’è la paura dell’Inferno e delle sue terribili pene. Non a caso le più famose e diffuse rappresentazioni dell’Inferno sono proprio di questo periodo, basti pensare ai Giudizi Universali  di Luca Signorelli e di Michelangelo.

Il libro sul Terremoto del Mugello del 1542 racconta dunque un episodio di “microstoria locale”, ma – come scrive Franco Cardini nella Prefazione –  i dati offerti nel libro <<disegnano un quadro a tutto tondo di un episodio celebre e documentato, ma non poi così conosciuto come dovrebbe essere. Un “modesto” contributo “locale” che aiuterà a scrivere quella grande storia che, quando è concretamente tale, è appunto intessuta di “modesti” contributi locali>>.

La pubblicazione è avvenuta grazie al contributo dell’Unione Comuni del Mugello e del Banco Fiorentino, cui gli autori vogliono esprimere la loro gratitudine.

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