Una perizia sulla morte di Graziella Zamboni per un incidente avvenuto a Senni a marzo di quest’anno.

L’INCOLPEVOLE GRAZIELLA ZAMBONI E’ DECEDUTA PER L’ESCLUSIVA RESPONSABILITA’ DELLA GIOVANE AUTOMOBILISTA CHE L’HA TRAVOLTA

 

La perizia del consulente tecnico della Procura di Firenze certifica che la 63enne insegnante di Scarperia non aveva colpa alcuna nel sinistro costatole la vita

 

A carico della vittima non sono emersi elementi tali da far supporre comportamenti censurabili e/o contrari alle prescrizioni cautelari del codice della strada”. Non basterà a restituire la loro cara, ma i familiari di Graziella Zamboni hanno almeno la consolazione che la sessantatreenne insegnante residente a Scarperia (Firenze) non ha responsabilità alcuna nel tragico incidente che le è costato la vita, il 9 marzo 2018, sulla Strada Provinciale 42  in località Senni, vicino casa.

A confermare e certificare quanto peraltro era già risultato chiaro dalle testimonianze e dal rapporto dei carabinieri di Borgo San Lorenzo, intervenuti per rilievi, la perizia cinematica sul sinistro depositata nei giorni scorsi dall’analista e ricostruttore Massimo Coddi, l’esperto nominato ad hoc quale consulente tecnico d’ufficio per ricostruire la dinamica e le responsabilità dell’incidente dal Pubblico Ministero della Procura di Firenze, dott. Eligio Paolini, titolare del procedimento penale per omicidio stradale aperto all’indomani dell’accaduto a carico dell’automobilista che ha travolto la vittima mentre attraversava a piedi la strada, M. B., 22 anni, anche lei di Scarperia. Per essere assistiti, i congiunti di Graziella Zamboni, attraverso la consulente personale, Avv. Simona Longo, si sono affidati a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini.

La tragedia si è consumata poco dopo le 19 in corrispondenza dell’intersezione che da una parte conduce a villa Senni e dall’altra alla chiesa omonima. L’automobilista procedeva su una Fiat Cinquecento sulla Sp 42 in direzione Scarperia-Borgo San Lorenzo quando, giunta in prossimità dell’incrocio, a una velocità stimata tra i 40 e i 45 km/h, ha investito il pedone che aveva oramai finito l’attraversamento della sede stradale, da sinistra a destra rispetto alla direzione di marcia della vettura. L’urto infatti, come rileva il Ctu, è avvenuto tra la parte anteriore destra della Cinquecento e il fianco destro della signora Zamboni, che è stata “caricata” sul cofano della macchina, urtando contro l’estremità destra del parabrezza e il montante destro, e quindi è stata sbalzata a svariati metri di distanza, finendo esanime nel fossato laterale. Un impatto e un volo terribili, la donna è stata trasportata in condizioni disperate al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo San Lorenzo, dov’è spirata poco dopo, alle 21, a causa dei gravi politraumi riportati. 

Sull’asfalto non è stata rinvenuta alcuna traccia di frenata né di qualche manovra di emergenza. “Ciò induce a ritenere – osserva il perito – che la conducente dell’auto non si sia resa conto della presenza del pedone che si trovava già da un certo tempo (4-5 secondi) sulla sede stradale, avendo praticamente completato l’attraversamento della carreggiata”.

Il consulente tecnico aggiunge altresì che l’automobilista, sulla base della visibilità, avrebbe avuto sufficiente tempo e spazio, se non per arrestare il veicolo prima dell’investimento, per compiere quanto meno “una opportuna manovra di scanso deviando dalla sua originaria traiettoria”. E conclude quindi che, “in relazione alle norme di comportamento del C.d.S., è da ritenere che la conducente dell’autovettura abbia tenuto un comportamento contrario alle prescrizioni cautelari di cui all’art. 141/2° del Nuovo Codice della Strada, per non esser stata in grado di compiere tutte le manovre necessarie ed in condizioni di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del proprio veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile”. Una negligenza risultata fatale. Laddove, invece, come detto, non è emersa alcuna violazione a carico della vittima, del tutto incolpevole.

Alla luce di tali conclusioni i familiari della vittima si aspettano dunque di ottenere piena giustizia per la loro congiunta, sia sul fronte penale con una pena congrua per la responsabile della tragedia, sia sul piano risarcitorio da parte della compagnia assicurativa di controparte. Graziella Zamboni, apprezzata insegnante di sostegno alla scuola materna dell’istituto comprensivo statale di Scarperia e San Pietro, era una donna piena di vita e di interessi. All’età 62 anni, nel marzo del 2017, si era laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione conseguendo la laurea triennale e le mancava un solo esame per ottenere anche quella quinquennale specialistica.

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