PRIMO MAGGIO 2020. Una nota del sindaco di Vicchio

PRIMO MAGGIO 2020

Il 1 maggio, come il 25 aprile,  sarebbero stati i primi che avrei celebrato come sindaco in una situazione di normalità. Li attendevo per abbracciare tutti i miei concittadini e festeggiare con loro. Credo che sarebbero state due giornate che avrei ricordato per tutta la mia vita. Sarà così, in effetti, me li ricorderò per tutta la vita, ma per motivi diametralmente opposti a quelli che mi sarei immaginato.

Ma una riflessione sul tema del lavoro, però,  ci deve essere ed utilizzo questi nuovi mezzi per arrivare ad ognuno di voi.

Il tema del lavoro, della sua dignità, è centrale in qualunque società e qualunque sia la prospettiva di sviluppo.

Don Lorenzo Milani ne ha fatto un cardine del suo essere sacerdote ed educatore. A San Donato prima, a Barbiana poi.

Oggi, in un momento nel quale il mondo è sospeso sotto una bolla malata, il tema lavoro è dirompente, abbraccia più di sempre l’intera società. Non fa distinzioni di classe, di ceto, di età.

Le questioni legate al coronavirus sono immensamente complesse, ma la comunità umana ha saputo uscire da situazioni di crisi così grande, da situazioni di disperazione così grande, con una forza interiore che l’ha portata a superare momenti ed ostacoli che parevano insormontabili. Sarà così anche in questa circostanza. Stavolta non solo con l’ottimismo della volontà, ma anche con quello della ragione, quella stessa ragione che ci potrà aiutare ad andare oltre la situazione prima Covid-19, a non ripetere gli errori fatti. Andare oltre gli squilibri, le disparità, le non opportunità, le storture ancora troppo presenti nel mondo del lavoro e che colpiscono in particolare ragazzi, le donne, i soggetti più deboli e più fragili. Se così sarà, e tutti possiamo contribuire, il prossimo sarà il più bel 1 Maggio della nostra vita.

Concludo ponendo all’attenzione di tutti due brevi contributi sul tema per una riflessione personale.

Una di Giuseppe Di Vittorio sulla “potenza invincibile del lavoro”, l’altra di Papa Francesco sulla dignità del lavoro

Filippo Carlà, sindaco di Vicchio

Buon primo a maggio a tutti. Insieme ce la faremo.

GIUSEPPE DI VITTORIO («Lavoro», n. 17, 26 aprile 1953)

La festa del lavoro sia la festa dell’unità, dell’amicizia, della fiducia. L’avvenire è del lavoro e dei lavoratori…

Il Primo maggio, pertanto, i lavoratori del mondo intero, celebrando la potenza invincibile del lavoro, rivendicando il loro diritto alla conquista di migliori condizioni di vita riaffermano la loro volontà collettiva di accelerare la marcia verso l’emancipazione del lavoro, che libererà tutta l’umanità dal timore delle crisi, dalla paura della fame, dall’incubo della guerra, ed aprirà ad essa la via radiosa del benessere crescente e d’un più alto livello di civiltà…

 

PAPA FRANCESCO (VISITA PASTORALE A GENOVA, ILVA, 27 MAGGIO 2017)

“ … E’ anche questo il senso dell’articolo 1 della Costituzione italiana, che è molto bello: <L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro>. In base a questo possiamo dire che togliere il lavoro alla gente o sfruttare la gente con lavoro indegno o malpagato o come sia, è anticostituzionale. Se non fosse fondata sul lavoro, la Repubblica italiana non sarebbe una democrazia, perché il posto di lavoro lo occupano e lo hanno sempre occupato privilegi, caste, rendite. Bisogna allora guardare senza paura, ma con responsabilità, alle trasformazioni tecnologiche dell’economia e della vita e non rassegnarsi all’ideologia che sta prendendo piede ovunque, che immagina un mondo dove solo metà o forse due terzi dei lavoratori lavoreranno, e gli altri saranno mantenuti da un assegno sociale. Dev’essere chiaro che l’obiettivo vero da raggiungere non è il “reddito per tutti”, ma il “lavoro per tutti”! Perché senza lavoro, senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti”…

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