Con il presente comunicato, vorremmo ringraziare tutte le persone che sono intervenute all’assemblea pubblica del 17 Ottobre per parlare della Multiutility che è in corso di formazione per i servizi di gestione di acqua, gas e rifiuti, anche nel comune di Scarperia e San Piero, alla quale tutt*, nessun@ esclus@, in quanto assemblea pubblica, potevano considerarsi invitat* a partecipare. Questo ci ha permesso di esporre, durante il consiglio comunale, quanto poi emerso dalle varie voci in assemblea.
Il 18 Ottobre, siamo state infatti chiamate come consigliere, ad approvare la proposta di delibera con oggetto: “APPROVAZIONE DELL’OPERAZIONE MULTIUTILITY PER LA CREAZIONE DI UNA HOLDING DI SERVIZI DELLA TOSCANA. APPROVAZIONE MODIFICHE STATUTARIE IN ALIA SERVIZI AMBIENTALI S.P.A. (“ALIA”).
Con questa Multiutility si creerà una società, che come tutte le società avrà il fine di fare profitti e creare dividendi, che avrà un monopolio nell’erogazione dei servizi di acqua, gas e gestione dei rifiuti, senza gara e senza rischio impresa, visto che qualsiasi spesa effettuata verrà recuperata con la tariffazione al cittadino. Questa società, sarà pubblica per il 51 % delle azioni e privata per il 49%, con quotazione in borsa. Ben capiamo, visto quello che sta succedendo con i costi dell’energia, come le tariffazioni nel futuro saranno sottoposte al rischio di speculazione della borsa e della finanza, senza alcuna sicurezza di reinvestimento degli utili nei servizi, visto che la decisione di come utilizzarli, sarà solo a decisione del consiglio di amministrazione.
A tal proposito vorremmo ricordare che Italgas, società piemontese, era nata come una società a capitale sociale prevalentemente pubblico, adesso invece i comuni sono in minoranza e detengono il 49% delle azioni.
Quello che ci si appresta a fare, rappresenta un cambiamento epocale nella gestione dei servizi, che racchiuderà i comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia, con un unico gestore, sempre più distante sia per accoglimento delle necessità che per controllo, in particolar modo dai comuni medi e piccoli (il comune di Scarperia e San Piero ad esempio, conterà nell’assemblea dei soci con una forza dello 0,48%), con rischi di scarsi investimenti nei comuni più piccoli, a meno che non siano “servili” al sistema, in quanto meno remunerativi a causa delle minori utenze.
La direzione in cui si vuol andare, ovvero questo cambiamento epocale, avrebbe avuto bisogno secondo noi di maggior condivisione, non solo con i consiglieri, ma anche con i cittadini.
I principi base della democrazia infatti, sono la conoscenza e la trasparenza.
I consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, si sono trovati a dover votare una proposta di delibera di più di 30 pagine, con allegati annessi, senza aver fatto alcuna commissione. Il progetto è stato illustrato soltanto in 2 conferenze capigruppo, senza neanche dargli la dignità di una commissione come invece previsto da regolamento comunale, delle quali una aperta a tutti i consiglieri, ma svoltasi più di un mese fa e dalla quale diverse cose, in particolar modo nella bozza di statuto, sono state cambiate.
Come consultazione pubblica poi, si è optato per una pubblicazione sul sito del comune per soli 10 giorni, senza peraltro darne adeguata pubblicità; infatti non è pervenuto dai cittadini alcun suggerimento. Se si vuol andare verso una consultazione pubblica veramente trasparente e democratica, come sarebbe occorso per un cambiamento epocale come questo, prima si sarebbero dovuti informare i cittadini sul progetto, e poi proporre e pubblicizzare la consultazione.
Si sta andando a nostro avviso verso una deriva epocale che sta perseguendo il trend che abbiamo visto nella gestione dei servizi in tutti questi anni, dove finanza e economia hanno preso il sopravvento sulla politica. Alla fine, se si affidano tutti i servizi alle forme societarie, in futuro sarà inutile andare a votare il sindaco politico; dovremmo votare un manager visto che avremmo necessità di rispondere ai soci privati!
In regioni come Abruzzo, Molise, Puglia, i servizi, gestiti a livello di comprensorio, al quale stanno tornando molte altre realtà, hanno costi nettamente minori; noi andiamo invece nella direzione opposta. Anche dove la gestione dell’acqua è tornata pubblica, i costi sono diminuiti e la qualità del servizio aumentata, ma i nostri amministratori, non sembrano proprio interessati a percorrere questa strada.
Il costo di gestione dei servizi poi, in particolar modo di quelli essenziali, dovrebbe poter star dietro anche alla sopportabilità dei cittadini; in mano alla Borsa e alla finanza ben capiamo che tutto questo non sarà mai possibile!
Per il gruppo LiberaMente a Sinistra
Tatiana Bertini
e Caterina Corti