Al contadino non sia vietato ciò che è permesso al supermercato. Presidio davanti alla Regione

Per chi lavora la terra, così come per le generazioni che resistono nelle città e nelle metropoli, sono ormai sempre più evidenti le responsabilità ecologiche e sociali del sistema agroindustriale e della grande distribuzione organizzata: devastazione ambientale, danni alla salute e sfruttamento sul lavoro.
Questo modello, che è una delle prime cause di surriscaldamento del pianeta ed avvelenamento delle risorse naturali, deve essere sostituito da sistemi agroecologici locali e dalle reti contadine, basate su economie circolari e solidali di piccola scala che creano benessere per il territorio, per gli/le abitanti e per chi lavora nel settore.
Non è più accettabile che i giganti agroindustriali, favoriti dalle istituzioni, si arricchiscano a scapito della nostra salute mentre i mercati contadini e le realtà alternative di produzione e distribuzione del cibo vengono continuamente ostacolate.
Vogliamo quindi che si apra un dialogo profondo e duraturo a partire dai seguenti punti:
– riconoscere l’esistenza di comunità contadine diffuse e reti di produttori, organizzate su base comunitaria
– garantire l’apertura dei mercati contadini locali e l’accesso gratuito al suolo pubblico per il loro svolgimento, in quanto espressione di un servizio alla comunità
– riconoscere formalmente il ruolo dei GAS e delle CSA come alternativa alla grande distribuzione
– limitare fortemente l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici in agricoltura e nella cura del verde pubblico
– favorire lo sviluppo di forme di controllo comunitario sulla qualità e la sicurezza dei prodotti e degli alimenti, tramite il riconoscimento di pratiche quali la Garanzia Partecipata
– Tutelare la salute ed i diritti dei lavoratori/lavoratrici della filiera agroalimentare
Sabato 5 Dicembre, alle ore 11.00 ritroviamoci sotto gli uffici della Regione Toscana. Porta il tuo cartello!
Coordinamento Comunità Contadine Toscane , Fridays For Future Firenze. Presidio No inceneritori No aereoporto, Medicina Democratica, Si Cobas Lavoratori Panificio Toscano
Lettera alle istituzioni:
Lettera al direttore Direzione “Agricoltura e Sviluppo Rurale” Roberto Scalacci,
al responsabile Direzione “Diritti di cittadinanza e coesione sociale” Stefano Lomi,
al responsabile “Settore Innovazione Sociale” Alessandro Salvi,
al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani,
All’assessora per la Transizione ecologica e Contadini
All’assessora per le politiche Agricole Stefania Saccardi.

Negli ultimi mesi, a seguito dell’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia che stiamo affrontando e con cui stiamo convivendo ormai dalla scorsa primavera, come contadine e contadini, piccole aziende agricole, artigiani/e, realtà in lotta per l’autodeterminazione alimentare e l’agroecologia, GAS e reti di economia solidale della Toscana, abbiamo avviato un percorso di solidarietà e conoscenza reciproca, che ha dato vita al Coordinamento delle Comunità Contadine Toscane.

Insieme abbiamo elaborato un documento, un piccolo Manifesto che esprimesse le nostre visioni, le nostre necessità, le nostre rivendicazioni ed abbiamo lanciato online la petizione “Sostieni L’Agricoltura Contadina Toscana”, che ad oggi ha ottenuto più di 50.000 firme (https://www.change.org/p/sostieni-l-agricoltura-contadina-toscana).
Per noi queste firme, rappresentano un primo grande risultato, ed esprimono il supporto e la vicinanza di tutte/i coloro che sentono la necessità di immaginare e costruire un modo diverso di produrre il cibo, di consumare, di nutrirsi, di relazionarsi con le persone e con l’ambiente circostante.

Alla luce della situazione critica in cui versano i nostri territori, le nostre economie e la nostra salute come collettività umane, riteniamo fondamentale ed inderogabile avviare un processo di profonda trasformazione nella gestione del settore agro-alimentare, a partire dal livello locale.

È quindi indispensabile che le istituzioni competenti si aprano al dialogo attraverso uno o più incontri pubblici a partire dai seguenti punti :

1) Riconoscimento delle comunità contadine diffuse che, se organizzate su base comunitaria ed assembleare, possano operare nel proprio territorio senza rispondere al quadro normativo agricolo vigente.

2) Le pratiche contadine (come lo scambio e distribuzione dei prodotti agricoli, il mutuo aiuto lavorativo e la riproduzione e scambio delle sementi ) non siano considerate atti commerciali ma servizi alla comunità.

3) La Garanzia Partecipata sia riconosciuta come forma di autocontrollo comunitario . Questo sistema garantisce, all’interno dei circuiti di economia locale, la trasparenza nella realizzazione e nella distribuzione del cibo, svincola i contadini e le contadine dall’agribusiness e dai sistemi ufficiali di certificazione. Inoltre la garanzia partecipata rende localmente visibili le responsabilità ambientali implicate nelle pratiche agricole e la costruzione dei prezzi dei prodotti.

4) Nell’eventualità di altri episodi di emergenza i GAS, gli empori di comunità ed i mercati contadini continuino ad operare per garantire l’accesso a una alimentazione sana e genuina nel rispetto del principio dell’Autodeterminazione alimentare; essi dovranno essere tutelati,  incentivati e riconosciuti in quanto portatori all’interno delle città di cibo sano e genuino, indispensabile per la salute collettiva.

5) I mercati contadini, organizzati dalle stesse comunità, debbano poter disporre del suolo pubblico gratuito e avere un accesso facilitato a piazze e spazi comunali. Questi mercati, che svolgono un importante funzione di sensibilizzazione e aggregazione, non devono essere equiparati alle attività commerciali che si svolgono nei mercati comunali.

6) Le pratiche burocratiche legate alle attività contadine siano espletate da funzionari pubblici e non dalle organizzazioni di categoria (come ad esempio: Cia, Coldiretti, Confagricoltura), creando sportelli comunali ai quali i produttori delle comunità possano rivolgersi.

7) Messa in atto di pratiche concrete x limitare fortemente l’uso dei pesticidi e al contempo istituire – con l’aiuto di contadine, contadini, ricercatrici, ricercatori e docenti – sportelli di consulenza, corsi di formazione, workshops e attività di tutoraggio al fine di favorire la conversione agroecologica dei propri territori. Sostenendo nuovi insediamenti e aiutando la transizione di aziende esistenti dal convenzionale a agricolture ecologiche le amministrazioni pubbliche possono svolgere un ruolo dentro alla transizione ecologica.

Coordinamento delle Comunità Contadine Toscane

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