Vicchio e il crocifisso: come creare un caso

La forma prevale spesso sulla sostanza

La nostra emittente si è occupata delle vicende legate alla famosa sentenza  della Corte Europea  sul crocifisso in più di una circostanza, sia all’interno della rassegna stampa mattutina , sia in questo sito internet dove sono stati pubblicati interventi di autorevoli studiosi e religiosi che ancora potete consultare in parte.
Quando ci è stato mandato il comunicato sull’approvazione dell’ordine del giorno del Consiglio comunale di Vicchio ne abbiamo dato notizia senza ravvisare in questo niente di sconvolgente come dimostrava  il tono dello stesso comunicato e dell’ordine del giorno approvato a maggioranza con il voto contrario di alcuni consiglieri fra cui il Sindaco. Il dibattito si era svolto in un clima di reciproco ascolto e di grande civiltà , per usare le parole dei  consiglieri comunali, e da tutti è stata ribadita l’assoluta centralità del diritto alla libertà religiosa e di pensiero. Dov’è allora il problema e la notizia  da prima pagina?  

Tra l’altro nello stesso ordine del giorno di adesione ai principi di laicità espressi dalla  Corte Europea si dice testualmente “ che nel territorio vicchiese non risultano manifestazioni che possano andar contro a quanto deciso dalla sentenza e preso atto che nel comune di Vicchio sindaco, giunta, consiglieri comunali e tanto meno partiti politici stiano attuando manovre istituzionali mirate a contraddire o non rispettare la sentenza in oggetto “. Come dire che il problema non sussiste e  anche il centrodestra sbraitante non sembrava molto  interessato all’argomento vista l’assenza di tutti i suoi rappresentanti alla seduta e la non conoscenza della situazione vicchiese. Allora , ripeto, dove sta il clamore? Nel fatto che è il primo consiglio che approva la sentenza della corte ? Nel ricorso dello Stato italiano accolto proprio il giorno della notizia? Nel fatto che Vicchio è il paese di Don Milani? ( che alcuni dei più esaltati difensori dei simboli li avrebbe presi a palate).
Oppure è diventata notizia perchè è arrivata

la TV ? e a ruota , come sempre, anche i giornali nazionali?
Allora tutti a farsi intervistare, esprimere opinioni che nulla aggiungono alla disputa, a parlare per sentito dire, ma nessuno che si sia presentato ad assistere al dibattito in consiglio.
Lo Stato è laico per Costituzione, la religione è pratica quotidiana di milioni di persone,  e le due cose non sono in contraddizione in una democrazia matura, sono una bestemmia dove vige la teocrazia. Una religione fatta di soli simboli esteriori è poco più di una superstizione .  Trasformare un dibattito serio e pacato, come è stato quello di Vicchio in una carnevalata è diventato lo scopo di tante televisioni, tanti giornali e tante radio.

Radio Mugello non si è comportata così nè in voce e nè su questo sito per una mia scelta che può anche non essere condivisa ma che credo sia la più rispettosa dei valori che la vicenda voleva e vuole esprimere. A questo proposito chiudo con queste considerazioni del Priore di Bose che sono contemporaneamente le più laiche e le più attente alla vera fede che sono state dette su questo argomento.  

“La croce, questa «realtà» che dovrebbe essere «parola e azione» per il cristiano, è ormai ridotta a orecchino, a gioiello al collo delle donne, a portachiavi scaramantico, a tatuaggio su varie parti del corpo, a banale oggetto di arredo… Tutto questo senza che alcuno si scandalizzi o ne sottolinei lo svilimento se non il disprezzo, salvo poi trovare i cantori della croce come simbolo dell’italianità, all’ombra della quale si è pronti a lanciare guerre di religione. Ma quando i cristiani perdono la memoria della «parola della croce», e assumono l’abito del «crociato», rischiano di ricadere in forme rinnovate di antichi trionfalismi, di ridurre il Vangelo a tatticismo politico: potenziali dominatori della storia umana e non servitori della fraternità e della convivenza nella giustizia e nella pace.
Sì, le dispute su crocifissi e minareti non dovrebbero farci dimenticare che la visibilità più eloquente non è quella di un elemento architettonico o di un oggetto simbolico, ma il comportamento quotidiano dettato dall’adesione concreta e fattiva ai principi fondamentali del proprio credo, sia esso religioso o laico.”(Enzo Bianchi 7.12.2009)

Leonardo Romagnoli

 

 

 

 

 

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