Il ritorno della atroce calunnia dei riti di sangue umano

Il ritorno della atroce calunnia dei riti di sangue umano

di Paul Krugman

New York Times, 21 giugno 2018

La velocità della decadenza morale dell’America sotto Donald Trump lascia senza respiro. Nel giro di mesi, siamo passati da una nazione che si batteva per la vita, la libertà e il perseguimento della felicità a una nazione che strappa i figli ai loro genitori e li mette in gabbia.

Quello che è quasi egualmente rilevante in questo sprofondare nella barbarie è che essa non è una risposta a nessun problema attuale. La diffusione di massa di assassinii e di stupri di cui parla Trump, l’ondata di crimini commessi in questo caso da immigrati (e, nella sua mente, dai rifugiati in Germania), sono cose che semplicemente non stanno accadendo. Sono solo fantasie malate che vengono utilizzate per giustificare le vere atrocità.

E sapete cosa tutto questo mi ricorda? La storia dell’antisemitismo, un racconto di pregiudizi alimentati da miti e da montature che si conclusero con un genocidio.

Fatemi prima dire della immigrazione odierna negli Stati Uniti e di come si collega a quelle fantasie malate.

C’è un dibattito eminentemente tecnico tra gli economisti se gli immigrati con bassa istruzione esercitino un effetto depressivo sui salari dei lavoratori con bassa istruzione nati nel nostro paese (la maggioranza dei ricercatori non lo crede, ma ci sono alcuni che non sono d’accordo). Questo dibattito, tuttavia, non gioca alcun ruolo nelle politiche di Trump.

Quello che queste politiche riflettono, invece, è una concezione di una “carneficina americana” nelle grandi città invase da immigrati violenti. Ed essa non ha alcuna relazione con la realtà.

Da una parte, nonostante una piccola crescita a partire dal 2014, i crimini violenti in America sono in effetti ai minimi storici, con il tasso di omicidi che è tornato al punto in cui era nei primi anni ’60 (ovviamente, anche la criminalità tedesca è ai minimi storici). La carneficina di Trump è un prodotto della sua immaginazione.

È vero, se osserviamo l’America nel suo complesso c’è una correlazione tra il crimine violento e la prevalenza di immigrati senza documenti, ma è una correlazione negativa. Vale a dire che i luoghi con grandi quantità di immigrati, legali o senza documenti, tendono ad avere tassi di criminalità eccezionalmente bassi. Il ragazzo prodigio di questo racconto di inesistente carneficina è la città più grande di tutte: New York, dove più di un terzo della popolazione è di origini americane, inclusi probabilmente circa mezzo milione di immigrati sprovvisti di documenti, e il crimine è sceso a livelli che non si erano visti sin dagli anni ’50.

E questo davvero non dovrebbe essere sorprendente, considerato che i dati sulle condanne criminali mostrano che gli immigrati, sia quelli legali che quelli senza documenti, è significativamente meno probabile che commettano crimini rispetto ai nativi.

Dunque, l’Amministrazione Trump sta terrorizzando famiglie e bambini, abbandonando ogni norma di umana decenza, in risposta ad una crisi che neppure esiste.

Da dove vengono questa paura e questo odio per gli immigrati? In gran parte sembra paura dell’ignoto: gli Stati più ostili agli immigrati sembrano essere località, come la Virginia Occidentale, nelle quali difficilmente vive qualche immigrato.

Ma l’odio virulento per gli immigrati non è solo una faccenda di zotici rurali. Trump stesso, come è noto, è un newyorkese ricco, e gran parte dei finanziamenti dei gruppi anti immigrati provengono da fondazioni controllate da miliardari della destra. Perché persone ricche e di successo finiscono con l’odiare gli immigrati? Mi ritrovo qualche volta a pensare al commentatore televisivo Lou Dobbs, che nei primi anni 2000 conoscevo e gradivo, ma che è diventato un rabbioso nemico degli immigrati (e confidente di Trump) e che attualmente sta mettendo in guardia contro un complotto a favore degli immigrati da parte degli “illuminati lobbisti di K Street”.

Io non so cosa spinga questa gente – ma è un film che abbiamo già visto, nella storia dell’antisemitismo.

La storia dell’antisemitismo è che essa non riguardava mai cose che gli Ebrei facevano effettivamente. Riguardava sempre miti osceni, spesso basati su invenzioni prefabbricate, che erano sistematicamente diffuse per alimentare odio.

Ad esempio, per secoli la gente ripeteva la “calunnia dei riti di sangue” – la pretesa che gli Ebrei sacrificassero fanciulli cristiani come parte del rituale della Pasqua ebraica.

Nella prima parte del ventesimo secolo ci fu un’ampia diffusione dei “Protocolli degli Anziani Eruditi di Sion” (la storia si ripete, la prima volta come tragedia, la seconda come maggiore tragedia).

Il falso documento ricevette un’ampia diffusione negli Stati Uniti grazie nientedimeno che a Henry Ford, un virulento antisemita che sovrintese alla pubblicazione e alla distribuzione di mezzo milione di copie di una traduzione inglese, “L’Internazionale Ebraica”. Successivamente Ford si scusò per aver pubblicato un falso, ma il danno era fatto.

Ancora: perché un individuo come Ford – non solo ricco, ma anche una delle persone più ammirate del suo tempo – ha imboccato questa strada? Non lo so, ma evidentemente sono cose che accadono.

In ogni caso, la cosa importante da comprendere è che le atrocità delle quali la nostra nazione si sta oggi macchiando al confine non rappresentano una reazione esagerata o una risposta malamente messa in atto a qualche effettivo problema che chiede una soluzione. Non c’è alcuna crisi dell’emigrazione; non c’è alcuna crisi derivante dai crimini degli immigrati.

No, la crisi vera è un brusco aumento dell’odio – di un odio irragionevole che non ha alcuna relazione con ciò che è stato fatto dalle vittime. E chiunque accampa scuse per quell’odio – che cerca, ad esempio, di trasformarlo in un fenomeno “da entrambi i lati” – è, in sostanza, un difensore di crimini contro l’umanità.

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