100 tessere 100 fiori per il Garibaldi di Scarperia

CENTO TESSERE, cento fiori per il CINEMA GARIBALDI
di Scarperia

 Nel desolante panorama della società italiana toccata dall’emergenza sanitaria, secondo l’informazione dominante, il posto che tocca al mondo della cultura e dello spettacolo è il più periferico e marginale.

E’ un dato ormai accettato, anche dalle stesse matrici governative che hanno decretato questo stato delle cose, che tutto il comparto dei teatri, sale concerto, musei, cinema…. “sia ormai in condizioni critiche” (per usare un linguaggio governativo), prossimo alla fine (per usare un linguaggio legato alla realtà).
E se per i musei qualcosa ha cominciato a muoversi (seguendo la classificazione arlecchino del territorio nazionale), un silenzio assordante copre il destino dei teatri, delle sale concerto, dei cinema.

Con una lunghezza di chiusura che supera il triste primato dell’ultimo conflitto mondiale, quando in sostanza nei cinema si continuò a proiettare anche sotto le bombe, i decreti che si sono avvicendati hanno chiuso in due righe il destino di questi spazi replicando automaticamente il divieto di attività.
A nulla è valsa l’adozione da subito di protocolli di sicurezza rigidi e sicuri (che infatti hanno consentito il regolare svolgersi dell’attività nella finestra di due mesi concessi fra le due chiusure) e che hanno registrato zero casi rilevati ai controlli effettuati dagli operatori delle sale.


E’ ovvio che la distanza fra poltrone e file, la misurazione della temperatura all’ingresso, i percorsi diversi entrata/uscita, il tracciamento con nomi e cellulari, i servizi di prenotazione per eliminare la formazione di gruppi all’ingresso…erano e restano misure assolutamente efficaci e sicure, tanto che il perdurare di questa decisione di chiusura comincia ad assumere le caratteristiche di una precisa volontà di ridurre al silenzio tutto il comparto: un risultato assolutamente disastroso nel suo complesso ma ancora più grave per i territori, dove le sale cinema rappresentano un presidio di qualità della vita, un segno di identità collettiva, di storia sociale di comunità.

Di fronte a questa situazione e per sfuggire all’inerzia dei diktat di una classe politica incapace ed inefficiente, stanno nascendo numerose iniziative ed esperienze che rivendicano la ripresa delle attività, soprattutto in nome di una rinascita collettiva che sia alternativa alla visione tutta economica dell’emergenza ma che si basi invece su una reale volontà di ripartire dalle sensibilità collettive offese da tutto il periodo emergenziale con la reiterazione di divieti, obblighi, chiusure dalla dubbia efficacia.

In questo senso, convinti che una realtà come il Cinema Garibaldi meriti la continuità del suo percorso di ricerca culturale a tutto tondo, con il cinema di qualità al centro del progetto, è stata lanciata la Campagna CENTO TESSERE, CENTO FIORI che si ripromette di rilasciare cento tessere entro marzo dell’associazione culturale Arzach, gestore del Cinema.

Un piccolo traguardo, se paragonato al disperato bisogno di fondi necessari per ripartire, ma significativo per misurare il sostegno e la fiducia sul territorio.

Aderire è semplice, basta andare sul sito www.arzach.it e seguire le indicazioni.

Nella fiducia che comunque sia fondamentale rimettersi in cammino.

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