In arrivo le mostre sul tartufo in Mugello

Il Mugello e i tartufi

Il Mugello è un territorio vocato alla produzione di tartufo da sempre come dimostra la ricerca effettuata a metà ottocento dal pievano di San Giovanni Maggiore don Alessandro Magni che con grande lungimiranza intravedeva nella raccolta di questo prezioso prodotto spontaneo della terra una fonte di ricchezza e sviluppo economico.
Il Magni sosteneva che senza grande sforzo era capace di trovarne circa 150 libbre l’anno. Ovvero circa 53 kg ( una libbra sono 348 grammi).

L’intuizione del pievano non ebbe il dovuto seguito anche se nel corso del 900 è continuata con successo la raccolta di tartufo che in gran parte finiva sul mercato di Alba acquistato da commercianti che in Mugello hanno fatto sempre buoni affari.
La situazione è cambiata con la nascita dell’associazionismo e l’approvazione della legge regionale 50 del 1995 che indicava nel Mugello una delle cinque zone tartufigene della Toscana.
Da quella data è partita la valorizzazione anche a livello locale con mostre mercato che già si svolgevano da anni in località più famose della regione come San Miniato.

Un passo ulteriore è stato lo studio commissionato dalla Comunità Montana sulle zone tartufigene per cercare di tutelarle all’inerno degli strumenti urbanistici.
Le quantità indicate dal priore Maggi nell’800 oggi non sono neppure immaginabili in quanto la meccanizzazione e l’estensivizzazione dell’agricoltura, l’uso della chimica e l’abbattimento di piante simbiotiche hanno per molti anni ristretto le aree di produzione. Il tartufo è un prodotto importante per testimoniare la qualità ambientale di un territorio e il fatto che il Mugello si sia indirizzato da alcuni anni verso una trasformazione biologica delle produzioni potrebbe favorire lo sviluppo del prezioso tubero anche con la piantumazione di alberi che ne possano favorire la crescita.

Una delle particolarità del Mugello rispetto ad altri territori è la presenza di tante varietà di tartufo anche se il “bianco” resta la tipologia più apprezzata dal mercato e la più costosa. Il “bianco” si trova da settembre a metà gennaio e negli anni di scarsa produzione il prezzo ha sfiorato anche i 4000 euro al chilo.

In questo 2018 le piogge cadute nei momenti giusti dell’estate fanno pensare ad una raccolta positiva e di buone dimensioni, anche se i tartufai non ve lo diranno mai, e quindi i prezzi dovrebbero essere abbordabili.
La produzione di tartufo è stata limitata nel corso del tempo dai cambiamenti , a volte radicali, intercorsi nella gestione del territorio e ultimamente anche i cambiamenti climatici, con temperature molto alte e lunghi periodi di siccità, hanno avuto effetti negativi soprattutto sul Tuber Magnatum Pico.

Con la fine di ottobre e nel mese di novembre si potranno avere varie occasioni per degustare e acquistare il tartufo mugellano con le mostre mercato promosse dalle associazioni dei tartufai.
Si inzia il 28 e 29 ottobre a Barberino di Mugello con due giorni dedicati al tartufo bianco e nero e ai prodotto agroalimentari del territorio e delle altre regioni, con spettacoli, mostre e dimostrazioni di raccolta. In 7 ristoranti del territorio di Barberino sarà possibile degustare menù a base di tartufo.
La manifestazione giunta alla XIV° edizione è organizzata dall ‘associazione tartufai Barberinese (333 3633157).

A Borgo San Lorenzo la mostra mercato numero 24 è invece prevista nel terzo fine settimana di novembre e si svolgerà nel centro storico nelle giornate di sabato e domenica promossa dall’Associazione Tartufai Mugellani.

LR
17.10.18

I commenti sono chiusi.