Un intervento di Sandra Cerbai sui lavori all’ospedale del Mugello

                                                  Ospedale: e non è polemica

Mi ero ripromessa di non fare polemiche, dato il momento ma, dopo l’annuncio apparso sulla stampa (Nazione 28 marzo e a seguire il Filo e Ok Mugello), riguardo alla ristrutturazione del nostro ospedale, un annuncio, secondo me, inopportuno, proprio dato il momento, ho pensato che riflettere sulla realtà non è polemica, che puntualizzare e fare chiarezza, è invece d’obbligo e giusto.

Ho aspettato molto per far sedimentare l’informazione e non lasciarmi trasportare dai sospetti prima, e dalla rabbia poi. Perché i sospetti? Perché l’annuncio della ristrutturazione dell’ospedale, è già apparso sui giornali almeno 3 o 4 volte ma, sempre,  senza nessun esito.

Premesso che il sindaco è il garante della salute dei propri concittadini, vorremmo aspettarci da tutti gli 8 sindaci del Mugello una posizione di maggior controllo, più decisa e ferma, nel chiedere approfondimenti sul nuovo cronoprogramma dei lavori che, come mi era stato detto e come è evidente a tutti, sono slittati e non di poco, nell’indifferenza di chi avrebbe dovuto controllare il rispetto dei tempi.

Dato il perpetuarsi degli annunci, e data la cronica incapacità di mantenere quanto promesso, sia da parte della dirigenza Asl, sia da parte della Regione, sono andata a cercare la documentazione. Ecco cosa ho trovato:

<<Procedura svolta in modalità telematica per l’affidamento dell’incarico di progettazione definitiva ed esecutiva, del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione della direzione lavori e contabilità e del coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione per i lavori di ristrutturazione ed ampliamento, con adeguamento sismico del presidio ospedaliero del Mugello.>>
CIG: 80452362C6   CUP: D69J18000050005

Importo totale a base d’asta Euro 2.546.669,82 ( IVA ed oneri previdenziali esclusi).

Poi, col ribasso, all’asta, del 42,30%, più iva e oneri previdenziali, si arriva ad un totale di  Euro 1.864.410,86. 

Nel progetto che ci fu presentato nel maggio 2018, si trova stanziato un importo analogo a quello della base d’asta, per: 

1) progettazione definitiva ed esecutiva;

2)  direzione lavori e coordinamento della sicurezza;

Dovremmo gioire? Non credo, a meno che non ci si dica “meglio tardi che mai”, perché siamo in notevole ritardo rispetto a quanto garantito.

E non c’è da gioire anche per un’altra ragione: è stato saltato l’avvio dell’adeguamento sismico con la partenza dei lavori propedeutici (realizzazione della nuova centrale tecnologica e l’edificio a ciò destinato) che dovevano partire l’1/05/2019, anche questi più volte annunciati ma mai  eseguiti.

La tragedia che stiamo vivendo ha rivelato come fosse stata ridotta quasi al collasso la sanità italiana che, solo grazie alla preparazione professionale e lo spirito di abnegazione del personale sanitario, è riuscita ad arginare l‘emergenza, un personale sempre  in prima linea, anche se allo sbaraglio, disarmato   come un guerriero senza elmo e senza scudo. Più di cento medici e circa 30 infermieri sono morti, per non citare i contagiati. Ci sarà qualcuno (magari fra quelli che hanno costretto molti medici al prepensionamento in nome di una logica economica) che, almeno dentro di sé, ammetterà un “mea culpa”?

L’Italia è dovuta correre a reperire spazi, costruire ospedali da campo, mobilitare l’esercito, reclutare medici ed infermieri per accudire i contagiati che si stavano ammassando nei corridoi dei nostri ospedali, non più attrezzati per far fronte a ogni qualsivoglia emergenza. Quanto sarebbero stati utili tutti quegli ospedali di periferia, chiusi in nome del rispamio! (e ci hanno provato anche col nostro!).E sì, che ai tempi della Sars, l’allarme era stato dato! Avremo imparato, da questa ecatombe, che dobbiamo essere preparati a tali evenienze e non dover correre ai ripari?

Sono almeno 37 i  miliardi tolti alla sanità pubblica, e non lo dice la sottoscritta, lo dice la Corte dei Conti. Eppure dovrebbe essere lampante che, risparmiare sulla sanità è un danno, mentre investire su di essa è un investimento per tutta la collettività.

E allora, proprio ora l’annuncio avrebbe dovuto essere:

<<L’ospedale del Mugello deve essere ricostruito ex-novo!>>

E non solo perché ci sarebbe dovuto, ma anche perché, da un punto di vista economico, non è un buon investimento impiegare 36 milioni in una struttura vecchia, quando con altri 24 (che sono una goccia nel mare che ci è stato tolto), l’ospedale può essere costruito con gli spazi, le attrezzature, l’impiantistica, adeguati ai tempi.

C’è poi una cosa che sembra continuare a sfuggire a tutti:

– L’ingegner Meucci, responsabile del progetto di ristrutturazione e riqualificazione, parla di incognita riguardo all’operazione dell’adeguamento  sismico che dovrà essere fatto “sui 305 pilastri che sostengono l’ospedale del Mugello, a causa della distribuzione impiantistica al livello del piano interrato che, essendo stata installata in assenza di altri vincoli, chiaramente non è del tutto compatibile con questo tipo di operazione.” (verbale dell’assemblea dell’Unione del maggio 2018).

Vorranno almeno dirci se questa incognita è stata risolta o se si naviga alla cieca?

-L’ing. Meucci dice anche “…sono circa 400 gli edifici già realizzati con questa tecnologia che, diciamo, non viene solitamente utilizzata per l’adeguamento di edifici esistenti, bensì va usata più sul nuovo perché, in realtà, è molto facile da installare un isolatore sismico in una struttura di nuova costruzione, molto più difficile andare ad installare in un edificio già esistente.”(verbale dell’assemblea dell’Unione del maggio 2018). Vorremmo, quanto meno, essere rassicurati, e non solo verbalmente, che su tutto ciò venga fatta chiarezza per evitare di far partire i lavori col rischio poi di fermarli, davanti al primo intoppo.

La politica aveva fatto una grande cosa, nel 1978: la riforma del Sistema Sanitario Nazionale (ministro PSI L.Mariotti); quella riforma fece del nostro sistema il migliore al mondo. Poi, sempre la politica, ha commesso un errore: ha regionalizzato la sanità pubblica (1991); da allora abbiamo iniziato la strada in discesa, arrivando quasi al collasso, ben prima del coronavirus.

Sandra Cerbai

Presidente del Comitato per la “ Salvaguardia dell’ospedale del Mugello e la tutela della salute dei cittadini”

 

 

 

 

 

 

 

 

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