Nuovo indagato per i delitti del Mostro di Firenze

A 32 anni dall’ultimo duplice omicidio si riapre la vicenda del Mostro di Firenze con indagini che coinvolgono un personaggio già  perquisito al tempo  dei delitti del 1985  prima che i magistrati indirizzassero tutte le attenzioni su Pietro Pacciani.  Si tratta di un ex legionario, originario del Mugello  appassionato di armi e legato agli ambienti dell’estrema destra e anche a quelli dei servizi segreti.” Adesso – scrive Brogioni su La Nazione-  è ufficialmente sospettato di aver avuto un ruolo negli omicidi del mostro di Firenze. Trentadue anni dopo il delitto degli Scopeti, l’ultima delle otto coppiette trucidate con la solita, introvabile, Beretta calibro 22, c’è almeno un altro indagato per la storia che ha fatto conoscere al mondo il lato più oscuro del capoluogo toscano”.
Giampiero Vigilanti, ora residente a Prato, è sotto interrogatorio da qualche tempo ed è stato anche condotto sui luoghi di alcuni dei duplici delitti.L’uomo, secondo quanto spiegato, conosceva Pietro Pacciani: come lui nel 1951 abitava a Vicchio quando quest’ultimo uccise l’ex rivale sorpreso con la sua ragazza.Dopo un primo tentativo alla fine degli anni ’40, Vigilanti si arruolò nella Legione subito dopo la condanna di Pacciani, nel 1952.Dalle  dichiarazioni  dell’ex legionario i carabinieri sono arrivati a perquisire anche un medico che vive in Mugello il cui grado di coinvolgimento è ancora da chiarire.

“Ma questa silenziosa svolta – scrive ancora Brogioni – nell’indagine tenuta ostinatamente aperta dal procuratore Paolo Canessa, con l’aiuto del collega Luca Turco, apre anche una inedita e clamorosa pista ‘nera’: delitti studiati a tavolino o cavalcati in ambienti eversivi per distrarre magistrati e opinione pubblica da ciò che accadeva nell’Italia della strategia della tensione. Il primo a indicare questa strada, a suon di esposti, è stato il legale della coppia di francesi uccisa nel 1985 agli Scopeti, l’avvocato Vieri Adriani. Ci sono sinistre vicinanze tra stragi e misteri di quel difficile periodo storico e i delitti del mostro. Il 4 agosto ’74 esplode la bomba sull’Italicus, il 14 settembre il mostro uccide a Sagginale Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore. Prima che il 6 giugno ’81 a Mosciano venissero massacrati Carmela Di Nuccio e Giovanni Foggi, imperversava la storia della loggia di Licio Gelli e c’era stato l’attentato al Papa, senza dimenticare la bomba a Bologna dell’80. Il 23 ottobre ’81, il giorno dopo l’uccisione a Calenzano di Susanna Cambi e Stefano Baldi, c’era uno sciopero generale. Il giorno prima che Antonella Migliorini e Paolo Mainardi morissero sotto i colpi della calibro 22, era stato ritrovato impiccato sotto il ponte dei frati neri a Londra il banchiere Roberto Calvi. Il 9 settembre ’83 vengono ritrovati i cadaveri dei tedeschi Uwe Rusch e Horst Meyer: il 10 agosto precedente era evaso Licio Gelli dal carcere svizzero.” Addirittura secondo quanto scrivono alcuni giornali non sarebbe casuale neppure la scelta delle vittime.


“La Pettini, era la figlia di un partigiano di Vicchio. Il giorno del delitto, ricorreva il trentennale della liberazione del Paese e alcuni dettagli fanno pensare a una esecuzione in stile nazifascista: i vestiti dei due fidanzati vennero ritrovati piegati fuori dalla macchina, come se fosse stato dato loro un ordine sotto il tiro dell’arma. L’ex legionario conosceva Pacciani, di cinque anni più anziano di lui, e come lui viveva a Vicchio nel 1951, quando il contadino uccise il rivale sorpreso ad amoreggiare con la fidanzata.”(idem)Un ultima coincidenza in questa tragica vicenda riguarda anche  i rapporti tra Vigilanti e i Vinci coinvolti a più riprese nelle indagini e , secondo ad esempio Mario Spezi, considerati autori di alcuni dei duplici delitti proprio a partire da quello del 1968. “L’ex legionario, che rientrò in Italia nel 1960, ha conosciuto anche i ‘sardi’, perché ha abitato nella stessa strada di Salvatore Vinci, a Vaiano.“
In una recente perquisizione nell’abitazione di Vigilanti sono stati anche  trovati decine di proiettili calibro  22  come quelli utilizzati dal Mostro ma non è dato di sapere se corrispondono a quelli utilizzati per uccidere le coppie.
Ma come si incastra con tutto questo quello che viene considerato il primo duplice omicidio commesso con la famigerata Calibro 22 ? L’uccisione di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco avvenuta a  Lastra a Signa il 22 agosto 1968?
“Un urlo nel niente, un graffio in cielo?  – ha commentato sulla Nazione Stefano Cecchi -A leggere il disegno iper complottista, il sospetto purtroppo viene. Per carità: anche se l’eco dei delitti del Mostro si è spenta da tempo, tutto ciò che può contribuire a fare chiarezza intorno al caso, è ancora oggi cosa buona giusta. Le grida manzoniane, i polveroni senza costrutto, aggiungono solo caos al caos.Tradendo il legittimo desiderio di Giustizia. E ferendo per primi i familiari di quelle povere 16 vite innocenti, che di tutto hanno bisogno tranne che di nuovo dolore inutile.”

 

LR

 

I commenti sono chiusi.