L’autunno politico in Mugello e Valdisieve

Siamo entrati in autunno e la politica locale sembra rifiorire in vista delle amministrative del maggio del prossimo anno. Partiti e liste che sono stati in letargo per quattro anni si risvegliano (sarà il cambiamento climatico?) e quasi quotidianamente producono documenti e comunicati su tutto quello che  la cronaca propone nel nostro territorio. Dal banale fatto di cronaca nera fino alle questioni di bassa politica, dall’erba lungo la strada all’inizio delle scuole, dalle riflessioni sulla fusione dei comuni al traffico. Tutte cose importanti ma spesso affrontate con toni e contenuti non sempre appropriati e quasi sempre pensati in funzione del loro utilizzo sui famosi social network. Per quanto riguarda il sito di Radio Mugello non abbiamo nessuna intenzione di trasformare le nostre pagine nella bacheca di nessun partito se non per argomenti che riterremo di interesse vero per i cittadini fuori da ogni strumentalizzazione.

La prima scadenza politica sarà in ottobre la scelta del nuovo segretario regionale del Partito Democratico ed anche nel Mugello ci si prepara alle primarie in modo abbastanza singolare. Il PD di Borgo San Lorenzo ha diffuso un comunicato in cui critica il ricorso alla primarie  perché  non poste al termine di un percorso davvero partecipato e consapevole, un rito che può quindi risultare stanco e ripetitivo. La sostanza invece dovrebbe essere rivolta a risvegliare la vocazione riformista e l’unità interna del partito.
Un appello che ,almeno a Borgo san Lorenzo , sembra un po’ tardivo dopo quello che è avvenuto nell’ultimo congresso per la scelta del nuovo segretario. I risultati elettorali del 4 marzo preoccupano e quindi il Pd pensa di rilanciare l’immagine del “ buon governo “ democratico con una “ proposta di sostanza e non di forma” soprattutto a livello locale. Perché le questioni amministrative locali , scrive il Pd di Borgo,  “riteniamo siano in questo momento molto più importanti e utili a ristabilire un forte un contatto con la realtà del paese e con i suoi problemi.” Si avverte il timore che in questi anni si sia creato un certo distacco dalla realtà locale e per questo il Pd in occasione delle primarie del 14 ottobre propone di trasformarle “in  un’occasione pubblica di dialogo con i cittadini sui temi locali, anche attraverso questionari di confronto, verifica e critica sulle cose fatte e da fare, su ciò che si è apprezzato in questi anni di amministrazione e su tutto ciò che invece non è stato fatto o si ritiene non sia stato fatto.” Qualcosa indubbiamente non è andato come si pensava o si sperava e quindi  si cerca di recuperare una dimensione “orizzontale” della politica per ridefinire l’organizzazione interna in funzione di un pieno sostegno all’azione del sindaco e dell’amministrazione. “Il Partito Democratico dovrà essere capace di porsi come riferimento serio rispetto alle situazioni di precarietà e marginalità, capace di offrire soluzioni al senso di insicurezza e di smarrimento che caratterizzano questi nostri tempi, anche qui, anche sul nostro territorio”. Alcune di queste intenzioni dovrebbero essere da sempre nel dna di un partito di sinistra riformista e il fatto che si senta la necessità di farvi un richiamo vuol dire che qualcosa si è perso delle intenzioni originarie e la gestione del potere ha prevalso sul confronto costante con quelli che una volta erano i settori sociali di riferimento del riformismo italiano.
Riproporre in queste settimane la discussione sul comune unico del Mugello è un altro sintomo di debolezza per vari motivi. 1) Se politicamente lo si riteneva un obiettivo da perseguire il confronto doveva partire dopo le elezioni del 2014 ( alcuni gruppi consiliari lo avevano proposto) e non a pochi mesi dalla fine del mandato amministrativo quando nessuna scelta potrà essere fatta.2) proporre un comune grande come una provincia implica allontanare i cittadini dalla gestione della cosa pubblica, Il futuro consiglio comunale avrebbe meno rappresentanti dell’attuale Consiglio dell’Unione dei Comuni del Mugello e visto che il numero di voti necessari all’elezione del singolo consigliere sarebbe molto alto ci sarebbe il rischio concreto che molte forze e liste oggi presenti nei singoli comuni non riescano a raggiungere il quorum e lo stesso rischio lo potrebbero correre realtà comunali molto piccole come ad esempio Palazzuolo sul Senio dove l’intero corpo votante non sarebbe sufficiente ad eleggere un singolo consigliere. Certo i singoli partiti cercherebbero di costruire le liste per garantire la rappresentatività dei territori ma questa non sarà automatica e soprattutto le minoranze ne sarebbero fortemente penalizzate.3) L’esperienza di Scarperia e San Piero invece doveva dare il senso della dimensione ottimale in cui procedere all’unificazione amministrativa tra realtà confinanti;4) la proposta rischia di far passare in secondo piano il buon lavoro per le gestioni associate e la pianificazione a livello territoriale che politicamente dovrebbe estendersi anche al comune di Vaglia anche se questo comune sembra ormai aver scelto la sua vocazione metropolitana.

Passiamo così ad un seconda scadenza politica molto importante che riguarda il Mugello e la Valdisieve ovvero il referendum per la proposta di unificazione tra i comuni di Dicomano e San Godenzo che si terrà l’11 e 12 novembre prossimi.

Qualche partito sembra guardare a questo voto come se si trattasse di una scelta locale , dei residenti nei due comuni, quando invece l’eventuale unificazione avrebbe conseguenze non trascurabili sull’assetto istituzionale del territorio facendo parte i due comuni di Unioni diverse. Nel caso di un comune unico questo farebbe parte sicuramente dell’Unione del Mugello e sarebbe una spallata alla stabilità dell’Unione Valdarno Valdisieve che già oggi sta vivendo un momento di una certa difficoltà amministrativa. Personalmente ritengo che fu un errore la divisione dell’unica Comunità Montana  in due differenti realtà amministrative voluta fortemente da qualche politico della Valdisieve,  così come è stato un errore la riforma che ha trasformato le Comunità Montane in Unioni dei Comuni. La creazione del comune unico tra Dicomano e San Godenzo potrebbe portare ad un ripensamento amministrativo per un’unica Unione tra Mugello e valdisieve?

Come già è stato per Scarperia e San Piero anche in questo caso ritengo che l’unificazione sia un vantaggio per i cittadini dei due comuni e non solo per le risorse che si renderanno disponibili nei prossimi anni. Il comune unico avrebbe una popolazione di quasi 7000 abitanti , come quella di alcuni comuni confinanti ed una buona estensione territoriale, in parte nel Parco del Falterona. Potrebbe avere una dotazione di personale e le risorse per gestire in modo adeguato molti servizi che soprattutto comuni molto piccoli non saranno più in grado di effettuare in futuro. Avrebbe un peso politico maggiore all’interno del Parco che sarà sicuramente nei prossimi anni una fonte di sviluppo turistico per questi territori (dove già nel versante casentinese si sono fatte delle unificazioni). Non vedo neppure  pericoli di rappresentatività politica e territoriale visto il numero di abitanti. Chi propone l’unificazione batte soprattutto il tasto delle risorse e elenca una serie di progetti che senza unificazione sarebbero impossibili non da progettare ma da pensare:

–   Aumento servizi al cittadino con apertura a 30 ore uffici comunali, “Comune in frazione” (consegna moduli e certificati), “Bibliobus”;

–  Investimenti in impianti sportivi per 2.200.000 euro con nuova palestra impianti sportivi Dicomano, campi da tennis e calcetto a Castagno d’Andrea e San Godenzo;

–    Nuovo teatro (700.000 euro);

–    Servizio di trasporto all’asilo nido “Il treno magico” per renderlo fruibile alle famiglie di San Godenzo;

–    Riqualificazione del parco dell’Alberteta di Contea e di Dicomano, le aree di Scaffaia alta e di piazza Borghini e l’area feste all’interno del parco degli alpini di San Godenzo;

–    Riduzione tassa rifiuti;

–    Interventi di manutenzione straordinaria – investimento stimato di 3.420.000 euro -, tra cui nuovo parcheggio stazione di Contea, nuove asfaltature del parcheggio di Motalloro, viale Gramsci, via Garibaldi e via Pertini, riqualificazione piazza della Repubblica a Dicomano; nuovi parcheggi a “Le prata” a Castagno d’Andrea, a Petrognano, alla Pieve San Bavello, nuove asfaltature in via Trento e piazza Vittorio Veneto, nuova illuminazione pubblica a Castagno d’Andrea, nuova pavimentazione per piazza don Bosco, via Matteotti e piazza del Comune, nuova piazza a Castagno d’Andrea e chiusura loggiato in piazza Dante Alighieri a San Godenzo;

–    Nuovi mezzi e nuove corse di trasporto pubblico da Castagno d’Andrea fino a Dicomano (prevalentemente nel fine settimana), realizzazione di collegamenti pedonali tra Dicomano e Borghetto, tra via Camporenzi e i giardini pubblici di San Godenzo, tra il Convento di Sandetole e Pian di Monte, tra le località Valmori e parco degli alpini a San Godenzo e tra piazza della Vittoria e via delle Lame a Castagno d’Andrea (1.400.000 euro);

–    Interventi sulle strade per maggiore percorribilità e sicurezza, a Bricciana, Casale, Castagneto, Celle, Corella, Larciano, Petrognano e Santa Lucia;

–   Fondo di 20.000 destinato ad associazioni culturali e ricreative;

–    Incentivazione “Albergo diffuso” per turismo, nuove attività outdoor, potenziamento la sentieristica, punto d’informazione turistica qualificato e promozione turistica rinnovata.

Un elenco impressionante con diversi milioni investiti nel territorio che sarebbe impossibile reperire attraverso i normali canali dei fondi regionali, nazionali o comunitari e tanto meno attraverso l’indebitamento dei due comuni.

Chi si oppone , almeno a San Godenzo, avanza il timore che il comune più piccolo diventi una frazione di quello più grande e questo potrebbe voler dire perdere la propria identità storica e culturale, non avere un’adeguata attenzione amministrativa agli interessi dei residenti. Gli interessi di San Godenzo , comune totalmente montano, non coinciderebbero con quelle di Dicomano che viene considerato un comune pianeggiante (per la verità Dicomano va dall’appennino fino a monte giovi).
Va detto che alcune delle proposte di sviluppo avanzate dagli oppositori sono state fatte proprie dai promotori ( vedi albergo diffuso).

I comuni sono l’istituzione democratica che più rappresenta la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e questo principio deve essere la base di ogni proposta di unificazione seria e credibile.
I cittadini di San Godenzo e  Dicomano non decideranno solo una parte del proprio futuro ma anche del nostro.

Leonardo Romagnoli
21.9.18

 

 

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