L’autogestione del Giotto Ulivi

giotto-ulivi-283x300Dal 7 al 13 di novembre  il Collettivo degli Studenti del Giotto Ulivi ha promosso l’autogestione di una parte dell’Istituto. Nei sette giorni di autogestione la media dei partecipanti è stata di 450 su un totale di iscritti al Giotto Ulivi di poco inferiore ai 1000 studenti. Al centro della protesta studentesca è stata la proposta di riforma detta ” La Buona Scuola” presentata da Renzi e dal Ministro Giannini.

Molte sono state  le attività portate avanti anche con la collaborazione degli insegnanti: dalle assemblee dedicate alle riflessioni sulla riforma agli incontri sui temi di attualità come Guerra e Medio Oriente, Consumismo e meritocrazia e non sono mancati momenti ricreativi e un bar autogestito.
I principali punti critici evidenziati dagli studenti riguardano il processo di aziendalizzazione e di privatizzazione della scuola che va di pari passo con il taglio delle risorse che quindi dovrebbero essere reperite anche con l’intervento di privati. Molto critico il giudizio  anche sui criteri di valutazione degli insegnanti attraverso i test Invalsi ritenuti inidonei ad appurare il vero livello di formazione e aggiornamento dei docenti.
Ma l’aspetto più pericoloso che rischia di minare alle fondamenta il ruolo dell’istruzione pubblica è quello, secondo gli studenti, che vede la  scuola  soprattutto in funzione della  futura attività lavorativa o meglio del tessuto produttivo. In questo modo si perdono i valori della formazione di una coscienza critica come elemento attivo di cittadinanza  e del “sapere per il sapere”. La scuola quindi deve essere pubblica e gratuita “che formi e non conformi”.
“La maggior parte dei Paesi moderni, ansiosi di crescere economicamente, hanno cominciato a pensare all’istruzione in termini grettamente strumentali, come ad una serie di utili competenze capaci di produrre un vantaggio a breve termine per l’industria. Ciò che nel fermento competitivo è stato perso di vista è il futuro dell’autogoverno democratico. Come Socrate sapeva molti secoli fa, la democrazia è «un cavallo nobile ma indolente». Per tenerla sveglia occorre un pensiero vigile. Ciò significa che i cittadini devono coltivare la capacità per la quale Socrate diede la vita: quella di criticare la tradizione e l’autorità, di continuare ad analizzare se stessi e gli altri, di non accettare discorsi o proposte senza averli sottoposti al vaglio del proprio ragionamento.”(Martha Nussbaum).(1)

Non è mancato qualche attrito con la dirigenza sull’agibilità della scuola anche in orari non didattici ma al termine dell’autogestione sembra si siano aperte nuove possibilità per vivere la scuola anche in orario pomeridiano per studiare e per iniziative culturali e dei vari collettivi. Un’ultima nota di merito per la correttezza con cui è stata condotta l’autogestione viene anche dall’utilizzo dei fondi raccolti con il bar autogestito che verranno destinati a sostenere l’acquisto di strumenti per le lezioni di musica.

Nonostante li separino pochi metri i rapporti con i coetanei del Chino Chini si limitano alla reciproca solidarietà ben coscienti della gravità della situazione delle strutture del professionale con molti studenti ancora costretti nei container, con infiltrazioni di acqua e degrado diffuso su cui pesano anche le incertezze istituzionali dovute al nuovo assetto della provincia. Per questo gli studenti del Chino Chini hanno deciso per domani , sabato 29, una manifestazione  fino al Palazzo comunale per chiedere impegni precisi per una soluzione dei loro problemi che di fatto impediscono il normale svolgimento delle lezioni. Si tratta tra l’altro di una scuola in crescita dato che il Giotto Ulivi negli ultimi 5 anni ha  perso iscritti che sono andati invece ad aumentare al Chino Chini grazie anche ai nuovi indirizzi.

LR

Intervista a Guido Paoli

1) Sul’espresso in edicola Umberto Eco riporta l’esito di un singolare processo contro il Liceo Classico  e, dopo aver ricordato che il pioniere dell’informatica italiana Adriano Olivetti assumeva sì  giovani ingegneri  ma anche valenti letterati, scrive in conclusione :”Avere un’educazione classica (umanistica) significa anche saper fare i conti con la storia e con la memoria. La tecnologia sa vivere solo nel presente e dimentica sempre più la dimensione storica(…) D’altra parte i grandi scienziati come Einstein avevano una solida cultura filosofica alle spalle e Marx aveva esordito con una tesi su Democrito. Riformiamo, dunque, ma conserviamo il liceo Classico (le materie umanistiche) perché consente di immaginare quello che non è stato ancora immaginato e questo distingue il grande architetto dal palazzinaro”

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