L’Agenzia Regione Recupero Risorse (ARRR) ha reso pubblici i dati 2014 sui rifiuti urbani (di seguito RU) e sulla raccolta differenziata (di seguito RD) in Toscana. I dati sono resi disponibili (a partire dal 2003) ai diversi livelli: regionale, provinciali e comunali.

Per quanto riguarda la RD, sono specificate le metodologie adottate per la relativa certificazione. In ogni caso, in questo articolo, quando si parla di RD – se non espressamente specificato – si intende la RD effettiva (senza quindi tener conto dello spazzamento e dei coefficenti relativi agli incentivi per il compostaggio e gli inerti).

Nel 2014, in Toscana, sono state prodotte 2.263.154 tonnellate (t) di rifiuti urbani totali, considerando sia i rifiuti differenziabili che quelli indifferenziati.

La produzione procapite di rifiuti urbani

Complessivamente negli ultimi dodici anni c’è stata una certa tendenza alla diminuzione del quantitativo di rifiuti prodotti procapite: la produzione pro capite di rifiuti urbani media della Toscana nel 2014 è stata di 603 kg/abitante. Questo dato è però assai superiore a quello medio italiano, che – sempre nel 2014 – si è attestato a 488 kg/abitante.

Esaminando la situazione nelle diverse province, si rileva che il valore maggiore registrato è quello della provincia di Pistoia, dove ogni cittadino ha prodotto, in media nel 2014, 691 kg di rifiuti urbani totali, al contrario, un cittadino della provincia di Arezzo, quella con il procapite più basso, ha prodotto, in media, 550 kg/anno.

I comuni che hanno una produzione annua procapite di rifiuti superiore ai 600 kg/abitante sono 85 (30,4%) e producono il 53,7% dei rifiuti urbani della Toscana. Fra questi ci sono quelli più popolosi, come vedremo in dettaglio in un prossimo articolo sull’argomento.

Un caso particolare è poi costituito dalle città turistiche, dove il dato della produzione procapite di rifiuti è, ovviamente, influenzato dalla incidenza delle presenze di non residenti, come risulta evidente dal seguente grafico nel quale sono indicati i comuni che hanno prodotto più di 1000 kg di RU per abitante residente nel 2014; peraltro si notano importanti differenze in termini di raccolta differenziata.

Da segnalare anche dieci comuni davvero virtuosi, che hanno prodotto nel 2014 un quantitativo di RU inferiore ai 380 kg/abitante ed al contempo, hanno assicurato tutti una percentuale di raccolta differenziata superiore alla media regionale, ed in alcuni casi veramente molto elevata.

La raccolta differenziata

Nel 2014 la raccolta differenziata si attesta, complessivamente, a 1.006.952 tonnellate (t), raggiungendo a livello regionale il 44,49%; la provincia con la percentuale più elevata di raccolta differenziata (RD) effettiva è Firenze con 52,92%, seguita da Lucca con 52,41%, quella, invece, con la percentuale di RD effettiva più bassa è Grosseto, con 28,97%.

Sempre nello stesso periodo per il quale i dati sono disponibili (2003-2014) si è avuto un importante incremento della percentuale di RD effettiva nella nostra regione. Il dato della Toscana è leggermente inferiore a quello medio nazionale, del 45,2%.

La provincia con il maggiore quantitativo di rifiuti urbani totali è Firenze, 584.377 t/anno, seguita da Lucca con 250.365 t/anno, quella, invece, con la minore produzione di rifiuti urbani totali è Grosseto, con 143.111 t/anno.

Sono ancora veramente tanti, 157 (58,1%),  i comuni che non raggiungono un livello di almeno il 40% di RD, anche se rappresentano una percentuale minore in termini sia di numero di abitanti (40,5%) che di RU prodotti (42,6%), come se il problema fosse maggiormente presente nei centri più piccoli. Anche di questo parleremo in un prossimo articolo.

Nel seguente grafico sono indicati i comuni che nel 2014 hanno registrato una % di RD effettiva inferiore al 15%, un dato che appare anacronistico rispetto a tutto quanto è stato detto sull’argomento in questi anni.

Al contrario nel grafico qui sotto, troviamo i comuni che hanno avuto sempre nel 2014 una % di RD effettiva superiore all’80%. Si nota abbastanza chiaramente una prevalenza abbastanza netta di comuni del Circondario dell’Empolese-Valdelsa. Per questo in un prossimo articolo approfondiremo espressamente la loro esperienza in materia.