Confermato l’arresto per Niccolò Patriarchi. Una precisazione della Asl

Le indagini sull’omicidio e il tentato omicidio di S. Agata proseguono per cercare di ricostruire la dinamica dei fatti con le testimonianze dei familiari e conoscenti. Nel corso dell’interrogatorio in carcere Niccolò Patriarchi ha ribadito di non ricordare nulla della tragica serata in cui ha ucciso il figlio Michele di un anno.
Prima di uccidere il figlio Patriarchi aveva cercato di buttare giù dalla finestra la figlia più grande di 7 anni ed era stato fermato dalla compagna Annalisa Landi che aveva in braccio il piccolo Michele che è stato ripetutamente colpito con un coltello da cucina.
Intanto emergono ulteriori particolari sullo stato di salute del Patriarchi da anni in cura per un disturbo bipolare. Una perizia psichiatrica disposta  qualche tempo fa aveva stabilito che l’uomo era pericoloso ma poteva essere controllato con un’adeguata terapia farmacologica e appena due giorni prima della tragedia  la perizia era stata discussa in tribunale davanti al Giudice. Infatti già nel febbraio scorso i carabinieri avevano segnalato alla Procura episodi di maltrattamenti che avevano obbligato Annalisa ad un ricovero in ospedale. In ospedale c’era finto anche Niccolò per una settimana nel reparto di psichiatria di Borgo san Lorenzo.
La  Pubblico Ministero titolare delle indagini chiese , dopo quell’aggressione, la perizia psichiatrica per accertare le condizioni dell’uomo che ne confermò la pericolosità controllabile con una terapia farmacologica.


Già nel novembre del 2015, quando la prima figlia  aveva 4 anni,  i carabinieri erano intervenuti per le continue liti ed avevano segnalato la situazione anche al tribunale dei minori , ma dopo alcuni mesi la situazione sembrava tornata alla normalità e il Patriarchi aveva iniziato a curarsi. In realtà , secondo molte testimonianze la situazione non era però migliorata neppure dopo la nascita di Michele nel settembre del 2017. Infatti, secondo quanto riportato dal Corrierefiorentino, “ il giorno che  madre e  figlio ritornano a casa  dall’ospedale lui va nuovamente fuori di testa. Arrivano i carabinieri che segnalano ancora una volta alla Procura la pericolosità di quella situazione”. Ma nei mesi successivi è Annalisa a ritirare per ben due volte la querela nei confronti di Niccolò fino al tragico epilogo di venerdi 14 settembre.
Il Pm che segue le indagine  assegnerà domani l’incarico per l’autopsia del piccolo Michele.
La procura dei minori di Firenze ha chiesto al tribunale  la decadenza dalla paternità genitoriale per il Patriarchi  che , lo ricordiamo, è anche il padre della bimba di 7 anni scampata alla violenza omicida dell’uomo.

Una precisazione dell’Azienda Sanitaria

Nessun TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) per l’uomo di 34 anni che la sera di venerdì scorso ha ucciso il proprio figlio e ferito la convivente a Scarperia. Lo precisa l’Azienda Sanitaria. L’uomo da quanto risulta dalla relazione sanitaria che lo riguarda, è stato seguito dal Servizio di salute mentale in due diversi periodi: dall’aprile 2013 al febbraio 2014 e dal dicembre 2017 al maggio 2018. In precedenza, nel periodo intercorrente ed in quello successivo risultano altre fasi di cura sia presso i servizi pubblici che da specialisti privati. Nel febbraio scorso l’uomo, che manifestava condotte violente ed aggressive, soprattutto in ambito familiare, fu condotto dai Carabinieri in Pronto Soccorso e, in quell’occasione, ricoverato volontariamente nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) dell’Ospedale di Borgo San Lorenzo. Dopo le dimissioni l’uomo era tornato a vivere con i genitori e aveva ripreso il programma di controlli ambulatoriali con visite programmate, “proseguite con esito positivo” – si legge sempre nella relazione sanitaria- fino a maggio scorso. A giugno, contattato telefonicamente per un nuovo appuntamento, l’uomo aveva riferito ai servizi della AUSL che preferiva rivolgersi ad uno specialista privato.

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