La vicenda infinita dall’azienda di Moriano

morianoMolti in Mugello conoscono la storia dell’azienda agricola di Moriano nel comune di Vicchio e del suo proprietario , Pietro Tagliaferri, che è stata al centro di un’indagine per riciclaggio di denaro provento di truffe ai danni dello stato e della Comunità Europea.
Adesso arriva un’altra sentenza, forse l’ultima, ed ancora una volta non favorevole al Tagliaferri che si era costituito parte civile contro Domenico De Sensi e ora dovrà anche pagare le spese processuali. Secondo i giudici non c’è alcuna prova che le ingenti somme investite tra il 1999 e il 2000 in Toscana e in Mugello dall’imprenditore calabrese De Sensi fossero di provenienza illecita ( si parlava di due miliardi di lire). La vicenda aveva coinvolto anche il Tribunale fallimentare di Firenze che in quegli anni è stato al centro di vicende di corruzione e malaffare che hanno portato anche alla condanna di un giudice.

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L’unica cosa nuova che questa sentenza  della Corte d’appello di Firenze aggiunge riguarda la constatazione che comunque le eventuali truffe  sarebbero successive agli acquisti immobiliari in Toscana. Per il resto gli interrogativi restano intatti a partire dal mancato utilizzo della sentenza di condanna per Giuseppe De Sensi del 2007. Giuseppe De Sensi, fratello di Domenico era un funzionario dell’assessorato all’agricoltura della Regione Calabria che era stato condannato per malversazione ai danni dello Stato e truffa ai danni della Comunità Europea per finanziamenti dedicati all’olivicoltura, questa condanna era stato poi annullata dalla Corte d’appello di Catanzaro senza che la procura facesse ricorso. Di fatto quella sentenza è quindi diventata inutilizzabile ma non si capisce perché la Procura non abbia fatto ricorso visto che  la truffa era stata accertata . La sentenza  della Corte d’Appello ora dice che quei soldi non sono di provenienza illecita ma non si capisce se la loro entità sia compatibile con il giro d’affari dell’azienda di De Masi in Calabria e con la sua denuncia dei redditi. Sono interrogativi che purtroppo resteranno senza risposta in una vicenda che mantiene ancora  zone d’ombra  proprio a partire dal procedimento di fallimento attivato dal tribunale fiorentino .

LR

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