Faentina: dove sono i 31 milioni?

Faentina: dove sono i 31 milioni?

faentina antica

Nei mesi estivi  quando le città si svuotano degli abitanti alla ricerca di fresco e vacanze anche i grandi quotidiani  e media  scoprono la provincia e i suoi problemi, in alcuni casi anche ingigantendo le questioni affrontate per alimentare l’interesse dei lettori.  In questo 2016 si è parlato molto di ferrovie in relazione alle problematiche relative al sottoattraversamento di Firenze con l’Alta Velocità e di conseguenza degli effetti di nuove scelte sul trasporto locale. Gli enti locali, giustamente, hanno preso la palla al balzo per chiedere di essere coinvolti nelle decisioni e per far presenti  le difficoltà quotidiane dei pendolari che da anni aspettano una soluzione.
Due le questioni sollevate dal Mugello : pensare la Faentina come una tramvia con  treni ogni 30 minuti e la richiesta di 31 milioni di euro per il potenziamento della rete che , secondo gli enti locali, sarebbero dovuti per la mancata realizzazione dell’elettrificazione della Faentina al momento della ricostruzione e per i danni causati dagli scavi dell’AV.
Già lo scorso anno in un articolo in cui parlavo della riduzione degli interventi di mitigazione (https://www.radiomugello.it/cronaca/alta-velocita-in-mugello-ridotti-gli-interventi-di-mitigazione/) avanzavo seri dubbi sull’esistenza di questi 31 milioni di euro riportando tra l’alro anche un’interrogazione dell’allora senatore Riccardo Nencini presentata ormai nel lontano settembre 2013.  Nencini ricordava che in vari protocolli sull’Av e infine nell’accordo integrativo del 2001 si diceva che “ per la ferrovia Faentina ci si impegna alla progettazione definitiva dell’elettrificazione entro il 2001; avvio della realizzazione entro un anno e conclusione della conferenza dei servizi e della disponibilità del relativo finanziamento(già previsto in 60 miliardi di lire), importo in aumento rispetto alla previsione iniziale”. Per molti anni non si è fatto assolutamente nulla e poi nel 2010 nell’atto aggiuntivo si è corretto la cifra in 31 milioni di euro “finanziando con un milione di euro lo studio di fattibilità per la riqualificazione della linea medesima”. Nencini nella sua interrogazione ricordava come l’assemblea della Comunità Montana nel novembre 2006 avesse dichiarato , vista l’incertezza sulla elettrificazione, “la disponibilità delle istituzioni del territorio a far convertire tali risorse dedicate e sottoscritte per l’acquisto di nuovo materiale rotabile diesel da utilizzare a favore della tratta ferroviaria “Faentina” e per interventi infrastrutturali come l’aumento dei tratti per l’interscambio dei treni. Ritenendo che dopo 17 anni la popolazione e gli enti locali “debbano pretendere giustamente e definitivamente- scriveva Nencini – il rispetto totale da parte dello Stato di quegli accordi faticosamente sottoscritti o , in alternativa, perlomeno capire con chiarezza a che livello istituzionale o a quale figura pubblica attribuire la responsabilità di tale inerzia e omissione” chiedeva  la Ministro se era  a conoscenza dei fatti e se riteneva giusto onorare pienamente gli impegni più volte sottoscritti.
Sono passati tre anni non mi risulta che sia mai stata data risposta all’interrogazione e nel frattempo Nencini è diventato proprio viceministro alle Infrastrutture e quindi potrebbe rispondersi da solo.
Io ritengo che questi soldi non ci siano e soprattutto non ci sia nessun vincolo ad impegnarli per cose diverse dall’elettrificazione della Faentina. Infatti un milione di questi fondi è stato utilizzato per  uno studio progettuale che valutasse la possibilità di interconnessione tra Faentina e Alta velocità allo scopo di incrementare il trasporto merci. A parte l’ulteriore impatto territoriale di un’opera del genere è veramente assurdo pensare di mandare  treni merci sulle linee AV anche se ipocritamente chiamate ad Alta Capacità.  Questi passaggi provocherebbero un impatto tale sulle rotaie da richiedere interventi di manutenzione costosi e prolungati per non mettere in pericolo i convogli che transitano ad alta velocità, interventi che già oggi sono effettuati quasi quotidianamente nelle ore notturne. Nelle citate finanziarie del 1998 e 1999 non si parla esplicitamente di questi  31 milioni ma genericamente di stanziamenti per interventi delle Ferrovie dello Stato. Quindi non c’è nessun atto cogente e che obblighi ad utilizzare questi fondi in modo diverso da quanto stabilito in fase di ricostruzione e, dato che sono in molti a ritenere non prioritario un intervento di elettrificazione, i fondi non sono utilizzabili. Questo non significa che politicamente non sia giusto fare pressione per cercare di ottenere i fondi per il miglioramento del trasporto dei pendolari, ma che esistono ostacoli formali e giuridici non facilmente superabili.
Cercare di collegare questi fondi ai danni ambientali non mi sembra una cosa molto saggia poiché esiste un addendum sottoscritto tra Regione, Tav  e Ministero del 2002 che stanziava i finanziamenti per le opere di mitigazione e neppure una parte di questi soldi sono stati versati alla Regione. L’accordo prevedeva 53 milioni di euro ma ne sono stati versati solo 36,8  mancano quindi ancora 1,2 milioni di Tav, 2,5 del Ministero dell’ambiente e 12,5 milioni del Cipe.
Su questo mancato rispetto degli accordi la Regione ha fatto ricorso al Tar del Lazio  che nel 2012 ha respinto la richiesta della Toscana perché “ l’accordo procedimentale del 1995 e l’addendum del 2002 sarebbero privi di cogenza giuridica”. Sentenza contestata dalla Toscana che ha fatto ricorso al Consiglio di Stato che dopo 4 anni non si è ancora pronunciato.  Se non hanno”cogenza giuridica” atti con impegni puntuali come può averlo un generico richiamo all’elettrificazione della Faentina per ottenere una somma doppia rispetto a quella che dovrebbe ancora ricevere la Regione?treno

Sul punto di trasformare la Faentina in tramvia ritengo che la questione non sia di facile soluzione. Cosa diversa è chiedere di valutare  un  nuovo cadenzamento delle corse( mantenendo il memorario) da e per Firenze con un miglioramento dei tempi di percorrenza, ma pensando la Faentina non come un anello ma come una ferrovia che nasce a Firenze e finisce a Ravenna.
Sulle altre proposte che  erano contenute anche nella pianificazione del comune di Barberino di un prolungamento della ferrovia verso  Bilancino, penso che si tratti di idee che sottoposte ad una seria valutazione costi/benefici risulterebbero economicamente e ambientalmente insostenibili.

 

Leonardo Romagnoli

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