Con la siccità possono aumentare di danni da ungulati all’agricoltura

La morsa del caldo e l’assenza di precipitazioni non danno tregua e se in città si soffre per l’afa la campagna non sta meglio. La mancanza di acqua in fonti e corsi d’acqua e la scarsità di cibo nei boschi inducono infatti gli ungulati a ricercare il loro sostentamento nelle aree coltivate. In particolare nei vigneti, poiché l’uva costituisce per la selvaggina spesso l’unica fonte di rifornimento idrico. Vgneto-bosco

“La situazione dei danni è già senz’altro grave – commenta il Presidente del Comitato di Gestione dell’Ambito territoriale di Caccia Firenze-Prato Piero Certosi – e visto che non si profilano sostanziali cambiamenti all’orizzonte, nel mese di agosto non potrà che peggiorare, a meno di non mettere in atto tutte le possibili forme di prevenzione. Per questo, con l’obiettivo di arginare i danni alle colture, che nel territorio dell’Atc sono perlopiù di pregio, rivolgiamo un duplice appello. Il primo al mondo venatorio, affinché dia la più ampia disponibilità per interventi di controllo e prelievo di caprioli e cinghiali nelle zone vicine ai vigneti, in particolare dal prossimo mese di agosto fino alla fine della raccolta delle uve. L’obiettivo è di allontanare la selvaggina dalla zone coltivate, per non farla divenire stanziale. Altro contributo che possono dare i cacciatori è con la caccia di selezione al cinghiale nelle aree non vocate”.

Tanto per dare qualche cifra dal 21 giugno al 27 luglio questo tipo di intervento ha permesso di abbattere 350 capi nel territorio dell’Atc Firenze-Prato, mentre dal 1° marzo le guardie venatorie hanno effettuato 314 abbattimenti, anche in aziende faunistiche; sono poi stati abbattuti 560 caprioli. capriolo

“Il secondo appello – prosegue Certosi – va al mondo agricolo. Chiediamo agli agricoltori del nostro territorio di svolgere con cura la manutenzione delle recinzioni elettrificate e di mantenerle attive e nel pieno dell’efficienza. Invitiamo inoltre a segnalare tempestivamente all’Atc la presenza di ungulati nei pressi delle coltivazioni, in modo da poter individuare insieme le possibili soluzioni per interventi mirati di abbattimento”.

Dall’Atc si fa poi notare che anche la presenza di gruppi di lupi in tutto il territorio contribuisce a spingere la selvaggina verso le aree coltivate.

Insomma, un quadro dalle tinte fosche ma di fronte al quale vi sono possibili risposte da attivare.

La priorità dell’Atc è infatti sempre e comunque la corretta gestione del territorio, con un’attenzione particolare alla produzione agricola, in un’ottica non di risarcimento del danno ma di prevenzione e tutela di produzioni di pregio. cinghiale

“L’attività di prevenzione primaverile – conclude Certosi – era partita bene, con l’uso dei repellenti i risultati erano stati più che soddisfacenti. Purtroppo questa situazione climatica che ci ricorda da vicino la torrida estate del 2003 potrebbe rendere tutto più complicato. Agricoltura, ambiente e territorio sono del resto le nostre priorità e lo testimoniano gli oltre 450.000 euro investiti in prevenzione e miglioramenti ambientali. L’Atc ha inoltre provveduto a liquidare nel 2014 altri 450.000 euro per il risarcimento dei danni causati dalla selvaggina alle colture. Questa e la strada che abbiamo intrapreso e che continueremo a percorrere nell’interesse di tutti i nostri interlocutori”.

 

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