Accoglienza e legalità

Accoglienza e legalità

Non passa giorno che sul tema dell’accoglienza di profughi e migranti non si confezionino provvedimenti al limite della legalità se non chiaramente anticostituzionali in una escalation di propaganda che alimenta solo paura in cambio di consenso.
Il nostro ministro dell’interno non passa giorno che non si vanti di qualcosa che in realtà non ha fatto e invece con il famoso decreto “sicurezza” rischia di mettere in una condizione di illegalità almeno altre 50.000 persone creando di fatto una situazione che può favorire chi dall’illegalità trae profitto a partire dalle organizzazioni criminali fino al caporalato.

Non solo,  il provvedimento rischia di mettere in crisi il sistema Sprar che ha dimostrato in tutti questi anni di essere il sistema migliore di accoglienza per profughi, richiedenti asilo e famiglie con minori perchè integrato nei territori con la collaborazione tra amministrazioni locali e associazioni che si occupano dei migranti utilizzando professionalità formate nel corso degli anni. Anche sotto il profilo amministrativo lo Sprar obbliga ad una rendicontazione puntuale che evita il verificarsi di situazioni di appropriazione indebita dei fondi destinati all’accoglienza.
Mentre il ministero punta sulla diffusione dei centri di accoglienza straordinaria e dei centri di internamento ed espulsione con una riduzione dei diritti garantiti dalla legge a tutti cittadini, a partire da quello di difesa.

Sono centri costosi dove i finanziamenti sono stati concessi senza rendicontazione ma solo con la presentazione di una nota spese mensile e dove si sono verificati episodi diffusi di illegalità e arricchimenti personali.

In occasione dei recenti provvedimenti attuati a carico del sindaco di Riace è stato fatto notare che sempre in Calabria il ministero sta facendo un bando per un campo di accoglienza del valore di 60 milioni di euro che sarà oggetto di una contesa in cui le attenzioni della malavita, come già avvenuto in passato, non saranno poche. Con la stessa cifra il comune di Riace avrebbe potuto accogliere profughi e migranti per 20 anni con vantaggio per tutta la popolazione.

Ora arriva da Firenze un ‘ultima novità che lascia sconcertati per il modo, un’ordinanza prefettizia, e per il contenuto, l’obbligo per le persone accolte di rientrare nei Cas dalle 20 della sera alle 8 del mattino ( già ora esisteva un accordo per il rientro alle 23). Una specie di coprifuoco da arresti domiciliari che non ha nessun supporto giuridico. Oltre a questo il prefetto nell’ordinanza parla di controllo sugli acquisti eventualemente fatti dai migranti su internet perchè “ le consegne da parte dei corrieri di pacchi ai richiedenti asilo appaiono incompatibili con al situazione di indigenza che , come noto, costituisce il presupposto per la fruizione delle misure di accoglienza”. Quindi i pacchi vanno aperti alla presenza degli operatori sia per ragioni di sicurezza, sia per verificare che gli acquisti siano compatibili con la situazione dichiarata dall’ospite e riferita alla Prefettura anche attraverso la nuova fruizione del portale migranti, relativa alla gestione dei rapporti di lavoro o di qualunque altra forma di reddito”( questa sa molto di maio).

Lo scopo è prevenire il reperimento di risorse in modo illecito. Scusate ma se un migrante avesse avuto con sé 100 euro non lo inserivano nel Cas? Lo mandavano in albergo a sue spese? Se avesse ricevuto dei soldi da qualche persona generosa?
Qualche giornale si è divertito a parlare di corrieri Zalando che a tutte le ore consegnavano pacchi presso Cas o altri centri. La cosa non è vera, almeno in questi termini, ma in ogni caso vorrei far notare che su Zalando si acquistano scarpe Nike da 24 euro in su e maglie e felpe a 19 euro, cifre che anche un nullatenente può raggiungere facilmente.

Forse il prefetto nelle sua foga salviniana si è dimenticato di ricordare che non stiamo parlando di detenuti ma di “ospiti” la cui libertà personale può essere sottoposta a restrizioni solo sulla base di leggi o provvedimenti della magistratura. Inoltre si trasformano le persone impegnate nell’accoglienza da operatori del sociale in controllori di polizia.

Solo il CorriereFiorentino con il suo zelo securitario viene in soccorso del Prefetto Laura Lega scrivendo in un corsivo non firmato : “ certo è che i centri di accoglienza impongono delle regole per la sicurezza di tutti. Come gli orari di uscita e rientro. Ci sarà modo di valutare meglio la portata delle due novità , ma senza dimenticare che la prevenzione dei reati da parte di chi arriva da fuori è il modo migliore di tutelare i diritti e la dignità degli immigrati che qui già vivono, lavorando onestamente”. Insomma chi arriva da fuori , soprattutto se viene dall’altra parte del mediterraneo, è sempre un potenziale delinquente  o se va bene un lavoratore abusivo. Ovviamente tutto questo non è razzista, ma lo si fa per tutelare gli altri immigrati che sono fra noi! Un bell’esempio di ipocrisia.

Se l’ordinanza avesse davvero un supporto giuridico si citerebbero gli estremi delle leggi o degli ordinamenti , ma così non risulta dagli articoli pubblicati dai giornali.
“Non si possono inventare i limiti, senza basi normative la libertà personale non può essere ridotta – ricorda il Prof. Ugo De Siervo in un’intervista al Corriere fiorentino- “esiste un principio di legalità: il Parlamento o il titolare del potere legislativo devono determinare i limiti della libertà delle persone , non si possono inventare limiti che non hanno base legale”, tanto meno con una circolare di un prefetto “in uno stato democratico e costituzionale questo non è ammissibile” conclude il presidente emerito della Corte Costituzionale. Stesso discorso per la corrispondenza . Come ricorda il garante della privacy “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili lo stabilisce l’art.15 della Costituazione. La loro limitazione può avvenire solo con atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”, Insomma se il destinatario della corrispondenze è consenziente al controllo non ci sono problemi altrimenti serve l’autorizzazione del magistrato.

Insomma un provvedimento di grande effetto mediatico ma molto fragile dal punto di vista normativo e soprattutto inutile.


La cosa curiosa è che ancora oggi sul sito della” Lega Nord con Salvini presidente” si può leggere un documento per l’abolizione delle prefetture : SINTESI: Il Prefetto è un organo periferico dell’amministrazione dello Stato che dipende gerarchicamente dal Ministero dell’Interno.
In un processo di riforma del Paese in un’ottica federalista, le competenze delle Prefetture – UTG devono essere trasferite alle Regioni,  agli Enti Locali o ad altri organismi o istituzioni (ad es. le Camere di commercio).
Le prefetture sono 106. Chiamatele pure Uffici territoriali del governo (dal 1999) costano più di mezzo miliardo l’anno per rappresentare lo Stato nelle province. Ma quel mezzo miliardo per l’80 per cento è rappresentato dai costi per gli stipendi di 1.400 dirigenti, con un rapporto dirigenti-dipendenti di uno a sei, il triplo rispetto a tutto il rimanente apparato dello Stato.

La figura del Prefetto è contraria ad una organizzazione dello Stato su basi federaliste. Il Prefetto infatti, essendo l’emanazione periferica dello Stato sul territorio, è sinonimo di centralismo. Ecco perché mantenere la figura del Prefetto significa mantenere un controllo finale dello Stato centrale sulle autonomie locali che, invece, hanno il diritto di autogovernarsi all’interno di un sistema che si voglia configurare come federale. (documento della Lega del 2013)

Con una coerenza encomiabile il leghista ministro dell’Interno si è riciclato da federalista in nazionalista in un batter d’occhio ed usa le prefetture contro l’autonomia amministrativa degli enti locali.

Invece di abolire le province(ma sono state abolite?) sarebbe stato più saggio abolire questi carrozzoni di epoca napoleonica spostando competenze e finanziamenti sugli enti locali e sulle questure.

 

leonardo romagnoli

16.10.18

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