Accoglienza e cooperative. Un’inchiesta con qualche dubbio

Accoglienza e cooperative. Qualche dubbio sull’inchiesta fiorentina

La stampa locale e nazionale riporta con molta evidenza la vicenda che ha coinvolto due grosse cooperative sociali da anni impegnate nell’accoglienza dei migranti in provincia di Firenze con il solito contorno di dichiarazioni politiche che vanno dallo sciacallaggio all’ovvia fiducia nell’operato della magistratura.
Si tratta di cooperative che sono molto attive anche in Mugello e Valdisieve dove gestiscono decine di strutture cercando la massima integrazione con il contesto sociale in accordo con le amministrazioni locali. Si tratta di strutture che operano da quasi 20 anni nel campo del disagio e ultimamente dell’accoglienza. Co&so offre assistenza a oltre 3000 bambini, oltre 11.000 anziani e disabili e a 1500 persone che vivono in situazioni di povertà, gestisce 45 biblioteche, 536 servizi di inserimento lavorativo e 90 tra strutture di cura e assistenza dando lavoro a 3119 persone.
Voglio, quindi, provare ad andare controcorrente partendo dalla lettura degli atti riportati da tre quotidiani con la cronaca fiorentina come Nazione, Repubblica e Corriere.
Se ci sono stati degli errori è giusto che chi ha sbagliato paghi, ma è francamente sconfortante veder gettare fango su tutta un’esperienza di accoglienza diffusa che nella maggior parte dei casi ha dato risultati positivi.

Il primo fatto che mi lascia stupefatto, per non dire perplesso , è la tempistica dell’indagine.
Come riporta il Corrierefiorentino “l’inchiesta è partita dalla denuncia di alcuni migranti ospiti delle strutture nel 2014”, in particolare i fatti contestati riguardano una struttura di Lastra a Signa gestita da Eurotravel bed&breakfast srl per conto del Cenacolo e Co&so.

Possibile che per concludere un’indagine che non sembra comportare grandi difficoltà ci siano voluti ben 4 anni? I provvedimenti attuati in attesa del processo, se ci sarà, sono proporzionati rispetto ai fatti contestati?
Nel periodo dell’emergenza migranti anche le prefetture non andavano molto per il sottile nell’assegnazione dei posti e per rispondere alle necessità di controlli ne venivano fatti pochi per non dire punti.
“sai cosa è che mi preoccupa – dice il presidente del cenacolo intercettato presumo nel 2014- che non abbiamo mai verificato queste strutture di Santetti (quelle di Lastra a Signa Ndr). E noi siamo responsabili in prima battuta verso la Prefettura, Non gli abbiamo mai chiesto nessun tipo di documentazione” tanto che il presidente di Co&so Terzani nel corso del 2015 invita a “portare via ‘sta gente da lì, devi trovare altri posti, invece di prendere gente nuova”. Sempre Terzani dice che i titolari di quella struttura avevano “ compiuto un vero e proprio raggiro ai danni della cooperativa e del consorzio”. Tra l’altro queste strutture “erano state utilizzate in precedenza in due appalti che non hanno coinvolto Co&so senza alcun rilievo della Prefettura”(repubblica).
Infatti nel 2015 si interrompono i rapporti tra Eurotravel e Cenacolo e i migranti vengono spostati in altre strutture. (da quella data è subentrata nella gestione di alcuni affittacamere nella zona di Lastra a Signa la Coop Albatros e non sono mai stati segnalati problemi di strutture e di accoglienza.)

Se questo comportamento era ritenuto illegittimo perchè non è stato fatto niente in questi 4 anni per impedire alle due cooperative di partecipare a bandi e altre iniziative nel campo dell’accoglienza? Ci sono altre contestazioni che riguardano altre strutture e di che natura?

La contestazione più corposa riguarda invece la “frode nelle pubbliche forniture”(così la chiama la Nazione) per rimborsi ricevuti dalla Prefettura per servizi non prestati. Alcuni esempi citati nei giornali :” i 2,50 euro al giorno di pocket money, una diaria erogata a ogni migrante nei centri di accoglienza, veniva fatturato alla prefettura e incassato e spesso non consegnato agli interessati. In uno dei casi accertati – scrive la nazione- la coop sociale il Cenacolo avrebbe omesso la consegna di pocket money a ben 366 migranti perchè , parole della cooperativa- “s’erano allontanati dalla struttura”, ma – dice sempre la nazione- le diarie non versate non sarebbero state stornate dalle fatture mensili poste in pagamento”. Sono 915 euro. Per quante volte non sono stati versati? Per cosa sono stati impegnati? Il sistema di rendicontazione prevede lo storno?

Qui andrebbe aperta una parentesi sul modo in cui lo stato eroga i contributi per i Cas, concessi praticamente dietro presentazione di un elenco di spese ,diverso , ad esempio, dallo Sprar del ministero dove le rendicontazioni sono, giustamente, molto puntuali e dettagliate.
Il fatto che alcuni migranti fossero registrati in più di un centro mi lascia perplesso perchè qui la colpa non è solo di chi gestisce i centri ma di chi effettua i bandi e i controlli perchè vuol dire che non sa quante e quali persone vengono ospitate. Ho la sensazione di una sproporzione evidente tra rilievo mediatico ed entità delle accuse non capendo se si tratta di rilievi davvero riferiti al 2014-15 o di comportamenti protratti nel tempo.
Gli interrogatori di garanzia ci saranno la prossima settimana intanto la politica e molti giornali hanno già emesso una sentenza che non ha al centro il compimento di un reato (chi ha sbagliato pagherà si dice di solito), eventualmente commesso 4 anni fa ,ma tutto un sistema di accoglienza diffuso, che va sicuramente migliorato, ma non abbandonato ,privilegiando lo Sprar rispetto ai Cas.
Ma ci vuole una volontà politica che oggi non si intravvede all’orizzonte.

Leonardo Romagnoli

31.8.18

One thought on “Accoglienza e cooperative. Un’inchiesta con qualche dubbio

  1. Come sempre non si usa nessuna cautela nel dare le notizie .E si fanno processi mediatici altamente lesivi per il diritto ad una informazione rispettosa e seria
    Grazie a Leonardo Romagnoli per il suo commento finalmente controcorrente
    M.L