“La morte di Rodolfo Fiesoli non chiude la vicenda del Forteto, né potrà mai cancellare gli orrori commessi”. Con queste parole Elisa Montemagni, deputata della Lega e Vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Forteto, interviene con fermezza a pochi giorni dalla scomparsa del fondatore della comunità-setta.
“Il cosiddetto ‘profeta’ del Forteto lascia dietro di sé una storia drammatica e ancora in parte da chiarire”, dichiara Montemagni, che sottolinea come la vicenda sia segnata da abusi sistematici e relazioni pericolose anche con ambienti istituzionali.
Secondo la deputata leghista, si tratta di una delle ferite più profonde inflitte al tessuto sociale toscano e italiano, una storia di malvagità e sopraffazione verso minori indifesi, consumata nel silenzio e nell’omertà per troppi anni.
“Nessuna condanna e nessuna morte potrà riscrivere ciò che è successo nella comunità mugellana”, aggiunge.
Una Commissione per cercare tutta la verità
Montemagni ribadisce con decisione il ruolo della Commissione d’inchiesta parlamentare, che continuerà a lavorare con rigore e determinazione, per fare luce su ogni zona d’ombra e accertare ogni responsabilità.
“Il nostro lavoro sarà scrupoloso. Non vogliamo che i riflettori si spengano su una delle tragedie più gravi degli ultimi decenni”, afferma.
Un impegno politico e istituzionale che punta non solo a dare giustizia alle vittime, ma anche a impedire che simili episodi possano ripetersi, in un contesto in cui la fiducia verso le istituzioni deve essere ricostruita attraverso la trasparenza e la verità.
Conclude Montemagni: “Dobbiamo alla memoria delle vittime – e al futuro dei più fragili – il dovere di non dimenticare e di non abbassare mai la guardia”.