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Il barberinese Nicholas Lapucci, tra gloria e nuove sfide: dalla vetta d’Europa al sogno americano

di Leonardo Romagnoli

Il campione barberinese torna in pista per una nuova avventura nel National AMA Pro Motocross: una storia di risalite, separazioni e passioni che non si spengono mai.


Ci sono momenti nella vita di un atleta che sembrano racchiudere tutta la potenza di una metafora: la vetta raggiunta, la caduta, la risalita. Nicholas Lapucci, in sella alla sua moto, incarna proprio questo: la resilienza di chi non smette mai di credere, anche quando la polvere dell’arena sembra aver coperto tutto.

Novembre 2021. Mantova.
L’aria era densa di nebbia e tensione, quella tipica del nord quando l’autunno si fa inverno. Ma dentro il circuito si respirava fuoco. Su quel terreno reso viscido dal fango e dalla fatica, un ragazzo di Barberino del Mugello stava scrivendo una pagina di storia: Nicholas Lapucci diventava Campione Europeo EMX250, il primo del Mugello. Non era solo una vittoria. Era una consacrazione. Come scrisse Gianni Brera, “Il calcio (o in questo caso, il motocross) è la rappresentazione plastica della nostra lotta per affermarci”. Quella domenica, Nicholas aveva vinto molto più di una gara: aveva vinto il diritto di sognare in grande.

Il 2022, però, portò con sé il conto amaro che ogni sportivo conosce: l’infortunio alla spalla, l’assenza forzata, l’incertezza del rientro. Ma Lapucci non è tipo da restare ai box troppo a lungo. È tornato con il Fantic Factory Team Maddii, pronto a riconquistare il tempo perduto. E per un momento, sembrava che tutto potesse riprendere da dove era stato interrotto.

Poi, come spesso accade nello sport – e nella vita – arriva il momento delle scelte difficili.
Con il 2024, è arrivata anche la separazione consensuale con Max Bartolini, tecnico e amico che l’aveva visto crescere. Una collaborazione che si era riaccesa come una fiamma d’inverno, ma che ha trovato il suo epilogo dopo la seconda tappa a Cingoli. “A volte”, sembrano dire le loro strade divergenti, “per andare lontano, bisogna saper lasciare andare”.

Ma non è qui che finisce la storia. Anzi, è qui che cambia scenario. E fuso orario.

Adesso, Nicholas è pronto a volare oltreoceano.
In queste ore si prepara a debuttare nel National AMA Pro Motocross, uno dei palcoscenici più prestigiosi al mondo. Il luogo è il Fox Raceway di Pala, California. Il tempo è quello dell’adrenalina e del coraggio. Il mezzo sarà una Kawasaki del team ISRT, compagno di squadra lo svedese Freddie Noren, un veterano con lo sguardo da guerriero stanco.

È una partecipazione “a gettone”, come dicono i cronisti, ma il messaggio è chiaro: “Vedo come va, se qualcuno mi dà una mano magari riesco a fare qualche altra gara”, dice Nicholas con quella sincerità disarmante che appartiene solo a chi ha il fango ancora fresco sotto le unghie. L’obiettivo, neanche troppo nascosto, è costruirsi un futuro oltre confine. Se non quest’anno, forse il prossimo. Ma lui ci sarà.

Il Motoclub Castel San Pietro, lo stesso che ha creduto in lui fin dall’inizio, è stato determinante nel rendere possibile questa spedizione americana. Con loro, l’amico di sempre Alessio Tanti, che gli ha aperto la porta di casa negli Stati Uniti. Dettagli? No. Segni di un’umanità che spesso il cronometro non riesce a raccontare.

Giovedì il primo allenamento. Venerdì il Press Day. E poi sabato, la gara. Di nuovo sotto il cielo aperto, con il rombo dei motori come unica colonna sonora.


In classifica, per ora, Nicholas non è il protagonista. Ma chi ha detto che i protagonisti si vedono solo dai punti?
La sua è una storia che parla di coraggio e reinvenzione, di cadute e ripartenze. E anche se il Motocross vive di stagioni, la passione di Lapucci sembra appartenere a qualcosa di più eterno. Chissà che quella bandiera a stelle e strisce, vista da lontano mille volte, non diventi presto casa.

Perché come scrisse Galeano: “Il mondo del calcio (e dello sport) è fatto di piccole storie che meritano di essere raccontate, anche se non finiscono con una coppa alzata al cielo.”
Quella di Nicholas, oggi, è una di quelle.


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