Un rinvio arbitrario, una nuova frattura nei rapporti istituzionali e l’accusa di calpestare le regole democratiche. Così la minoranza commenta lo spostamento del Consiglio comunale inizialmente previsto per venerdì 9 maggio, posticipato a lunedì 12 maggio alle ore 21:00 per decisione del sindaco Buti. Una scelta che, secondo i consiglieri di opposizione, viola il Regolamento del Consiglio e rappresenta l’ennesimo segnale di disattenzione verso il ruolo della minoranza. In particolare, viene contestata la motivazione ufficiale del rinvio – ovvero l’inserimento di una variazione di bilancio – ritenuta non sufficiente a giustificare lo slittamento dell’intera seduta.
“Il problema non sono i tre giorni di differenza – si legge nella nota – ma l’atteggiamento sistematicamente irrispettoso verso le regole e il lavoro dei consiglieri”. Al centro della polemica, anche il fatto che l’ordine del giorno della nuova seduta non includa atti importanti già depositati dalla minoranza, tra cui una mozione sulla sanità e un’interrogazione urgente sulla piscina comunale, protocollati il 5 maggio.
Per la minoranza, è l’ennesimo episodio di una gestione che mina la credibilità dell’organo consiliare. In particolare, viene citato l’articolo 22 del Regolamento, che prevede che mozioni e interrogazioni presentate debbano essere discusse nella prima seduta utile. Un principio, denunciano, sistematicamente disatteso, soprattutto quando si tratta di atti non proposti dalla Giunta.
«Ancora una volta si rimandano discussioni fondamentali per il territorio – come quelle sui mega impianti eolici, la sicurezza stradale e l’emergenza abitativa – con il risultato di svuotare il Consiglio del suo ruolo democratico», affermano i consiglieri.
Per questo motivo, il gruppo consiliare ha annunciato l’intenzione di presentare una formale segnalazione alla Prefettura, chiedendo il ripristino del rispetto del Regolamento e della parità tra maggioranza e minoranza. Una richiesta che, sottolineano, non riguarda solo i diritti dei consiglieri, ma quelli dell’intera cittadinanza.
