C’è qualcosa di profondamente umano nei sabati di qualifica. Non c’è ancora la gloria della domenica, ma c’è l’attesa, il batticuore, la voglia di lasciarsi alle spalle tutto ciò che si è stati, per diventare, almeno per un giro, qualcosa di migliore. A Sepang, tra le curve disegnate tra il tropico e l’asfalto rovente, si è corsa una qualifica di Moto3 che sembra più il prologo di una battaglia che l’appendice di una sessione tecnica.
Da noi è notte fonda a Sepang un nuovo giorno e David Almansa va conquistare la pole position del Gran Premio della Malesia. Un giro perfetto, da solista, segnato in 2:09.846. Seconda pole in carriera, forse la più pesante. Non per la statistica, ma per il modo in cui è arrivata: l’ultimo giro buono di una sessione incerta, nervosa, affollata di tensioni più che di traiettorie.
Dietro di lui, Taiyo Furusato ha danzato da solo, lontano dal gruppo, con la compostezza di chi sa che la velocità più vera nasce dalla solitudine. A chiudere la prima fila, quasi con il passo nobile di chi non ha più bisogno di dimostrare nulla, c’è José Antonio Rueda, il campione del mondo.
Il cuore italiano ha il nome di Guido Pini
Ma a un soffio dalla leggenda, c’è chi scrive la propria storia personale. Guido Pini, quarto, ha sfiorato la prima fila con un giro costruito più con la grinta che con la fluidità. Eppure, è lì, davanti a molti, dietro pochissimi, e soprattutto davanti a sé stesso: al ragazzo che era, alle difficoltà tecniche di inizio weekend, ai silenzi in garage che precedono sempre le grandi prove, ai sorpassi dubbi, ai rallentamenti non consentiti.
Non ha il clamore di un trofeo, ma oggi Guido si è preso rispetto e forse qualche sassolino è da togliere con gente che si è dimenticato cosa vuol dire gareggiare a testa alta. Ha risposto da par suo. Lunetta, decimo, ha preceduto Kelso e Fernandez, Bertelle, caduto al primo giro.

Uriarte stupisce, ma la direzione gara osserva
Dietro Pini, Brian Uriarte — anche lui al debutto in Malesia, chiamato a sostituire l’infortunato David Muñoz — firma un sorprendente quinto tempo. Ma non è tutto oro quello che luccica: è sotto investigazione per “impeding”, quell’intralcio volontario o involontario che trasforma un giro altrui in una promessa spezzata. Potrebbe essere penalizzato, e con lui anche altri piloti che hanno gestito male il tempo e lo spazio in pista.
Sesto Alvaro Carpe, poi Valentin Perrone e Maximo Quiles. Solo nono Ángel Piqueras, impegnato in una rincorsa silenziosa per il secondo posto in campionato. Davanti a lui, il suo rivale diretto. Si dice che i duelli più intensi non abbiano bisogno di parole: basterà uno sguardo domani, in griglia, per capire tutto.
Chiude la top ten un sempre presente Luca Lunetta, costante, regolare, forse non ancora esplosivo, ma pronto a cogliere qualsiasi errore degli altri.
Q1 sotto la lente: la lentezza che fa rumore
Se la Q2 è stata il teatro della velocità, la Q1 è stata invece il regno del sospetto. Una sessione lenta, quasi surreale, dove in molti hanno preferito cercare la scia perfetta piuttosto che cercare sé stessi nel tempo cronometrato. È la deriva del motociclismo moderno: troppi piloti attorno a un tempo ideale, pochi disposti a rischiare da soli. Il risultato? Giri non validi, tensione crescente e una valanga di investigazioni in arrivo.
A pagarne il prezzo anche e soprattutto gli italiani: Stefano Nepa, Riccardo Rossi e Nicola Carraro non sono riusciti ad accedere al Q2 e domani scatteranno dalle ultime file. Ma il risultato, oggi, è la cosa meno grave: resta il dubbio, l’attesa delle sanzioni, e una sensazione scomoda. Come se qualcuno, in pista, avesse dimenticato il valore della sfida pura.
Bertelle, un sabato da dimenticare
Matteo Bertelle, uno dei più promettenti, non ha avuto nemmeno il tempo per lottare. Caduto negli ultimi minuti della Q2, non è riuscito a far segnare un tempo utile. Domani partirà diciottesimo. Gli rimane la gara per provare a riscrivere la sua narrazione. A Sepang, come nella vita, ogni partenza è un’occasione di redenzione.
Una domenica da vivere con il fiato sospeso
La griglia è tracciata, ma la gara è ancora un’incognita. Almansa partirà davanti, ma alle sue spalle c’è un mondo che scalpita: Furusato in crescita, Rueda in controllo, Pini affamato, Uriarte incerto. Dietro, piloti che si giocano il futuro con ogni staccata. E sopra tutto, un cielo malese che promette pioggia e pathos.
Come scriveva Rino Tommasi, “le statistiche sono l’anima fredda dello sport. Ma il cuore, quello, batte altrove.”
Domani, anzi stanotte, quel cuore si sentirà fortissimo, tra i rettilinei e le curve di Sepang. Il nostro batte per “Guidone” Pini.
Domani mattina ore 5 la gara.
Fabio Ceseri


