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Nota di due sportivi sulla situazione della Fortis Juventus

di Leonardo Romagnoli

Riceviamo, in merito all’Assemblea della Fortis Juventus di venerdì, una nota da parte di due sportivi da sempre vicini alla Fortis ed intervenuti durante l’Assemblea stessa:

In seguito ai due articoli di OK Mugello pubblicati dopo l’assemblea e al comunicato del Presidente Bandinelli ci sembrava doveroso inviare una risposta ufficiale.

Sebbene durante l’assemblea di venerdì 7 febbraio Saverio Zeni sia stato ripreso animatamente quando ha provato a prendere la parola, appare piuttosto “triste” il comportamento di un editore di una testata giornalistica che sfrutta tale canale per pubblicare un articolo, senza possibilità di replica, per sparare sentenze e giudizi negativi su possibili scenari relativi al progetto di un gruppo di giovani intenzionati a rilanciare una situazione disastrosa, a maggior ragione se costui è uno dei soci “anomali” della nuova compagine societaria (conflitto di interessi!?) .

Per quanto riguarda il riferimento polemico a coloro che si reputano tifosi storici ci siamo sentiti chiamati in causa e pertanto, in veste di sostenitori storici (non in veste di Ultras), abbiamo sentito il bisogno/dovere di precisare alcuni aspetti.

Anzitutto siamo venuti a conoscenza della grave situazione debitoria solo al termine della stagione passata, quando il precedente presidente si era già dimesso ed era subentrato il nuovo. Non è passato un giorno da luglio 2024 che non siamo andati al campo a chiedere notizie, chiarimenti ed aggiornamenti.

Nel secondo articolo viene illustrato un mix di incompetenza citando la legge sulla compensazione e la legge 512/1982, che sono due cose distinte. A differenza del signor Zeni siamo a conoscenza delle due casistiche, ovvero la compensazione che presuppone la presenza di crediti fiscali o commerciali nei confronti dello stato o delle P.A. da compensare con eventuali debiti fiscali (e, ahimè, la Fortis Juventus ha solo debiti), e la legge 512/1982 che prevede la possibilità di pagare imposte dirette e indirette con la vendita allo stato di opere d’arte di valore riconosciuto.

Purtroppo, il “socio” Zeni non è a conoscenza del fatto che, come confermato dal Presidente stesso, tale richiesta è stata già presentata e rifiutata dal Ministero della Cultura.

Piuttosto siamo stati noi a prospettare alla società una delle poche strade percorribili, ovvero, in seguito alla riforma della legge fallimentare, provare ad intraprendere uno dei percorsi previsti dal nuovo “Codice della crisi e dell’insolvenza”.

Pertanto, i “dettagli che sollevano più di una riflessione“, in realtà riguardano la credibilità, competenza e serietà dell’editore, non certo quella sul ruolo dei tifosi.

Infine, in merito al comunicato del Presidente, concordiamo sul fatto che non sia giusto che venga trattato come responsabile del disastro né tantomeno come capo espiatorio, tuttavia sarebbe stato opportuno che avesse fatto valere le sue ragioni ed esposto eventuali progetti “seri e concreti” in sede di assemblea.

Quello che ribadiamo in questa sede è che da ora in poi non siamo più disposti ad accettare errori o gestioni confusionarie e/o improvvisate. A nostro avviso l’attuale dirigenza, come abbiamo avuto modo di spiegare pubblicamente, non si è comportata seriamente e non è stata né trasparente né corretta (per vari motivi già illustrati) e pertanto riteniamo che non sia in grado di sostenere e gestire questa situazione.

Mauro e Fabio

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