Le osservazioni di Mangini al protocollo della Figc

Le osservazioni di Mangini al protocollo della Figc

Dopo aver analizzato a fondo il nuovo protocollo sanitario della FIGC, credo sia necessario fare alcune osservazioni, con particolare attenzione ai requisiti medici ed igienico-sanitari.

Per quanto riguarda gli under 12 ritengo giusto che per lo svolgimento dell’attività sia stata prevista la sola autocertificazione, seguendo così l’attuale normativa nazionale  che non prevede per questi soggetti né il green pass né i tamponi.
Per tutte le altre fasce d’età, il protocollo disciplina nello stesso modo il periodo iniziale dell’attività, prevedendo che tutto il gruppo squadra, all’interno del quale ci sono i vaccinati, i guariti e i suscettibili al contagio, debba essere sottoposto ad uno screening iniziale nelle 48-72 ore antecedenti al primo raduno. Tale procedura prevede un test molecolare o antigenico rapido ad elevata sensibilità, da ripetersi, per i soli non vaccinati, a distanza di 6-7 giorni dal primo tampone. Ritengo che quello di sottoporre al primo test anche coloro che sono vaccinati o guariti rappresenti un eccesso di prudenza, che probabilmente potrebbe essere evitato.

Successivamente a questo primo screening il protocollo prevede due procedure distinte: i componenti delle squadre di interesse nazionale dovranno essere permanentemente in possesso del green pass, tutti gli altri, ad eccezione di coloro che praticano l’attività al chiuso, dovranno esibire, per l’intera stagione sportiva, una semplice autodichiarazione.

Personalmente ritengo, come ho già avuto modo di dichiarare in altre precedenti interviste, che si potrebbe agire diversamente a tutela dell’intero movimento, delle società calcistiche e degli stessi atleti. Opterei dunque per una suddivisione dei partecipanti all’attività in due gruppi:

– per la fascia d’età che normalmente frequenta gli Istituti Scolastici Superiori, quindi fino a 18-19 anni, considerato che il Governo attualmente non prevede per loro una vaccinazione obbligatoria, ma solo consigliata, ritengo che al momento possa essere sufficiente quello che il protocollo stabilisce, cioè l’autocertificazione. Non sarebbe possibile, infatti,  utilizzare protocolli in dissonanza da quelli in vigore nelle scuole frequentate dai nostri ragazzi

– per i ragazzi maggiorenni, tanto per intendersi gli juniores e le prime squadre, anche quelle non di interesse nazionale, sarebbe, invece, opportuno verificare la possibilità di introdurre il green pass obbligatorio, esattamente come per i componenti delle squadre di interesse nazionale. Per coloro, poi, che ancora non fossero vaccinati, prevedere un tampone rapido ogni 7 giorni, al fine di avere un green pass temporaneo. Questo anche alla luce del recente provvedimento governativo che obbliga alla vaccinazione gli studenti universitari, persone, quindi, maggiorenni.

Una modifica in questo senso del protocollo potrebbe non solo favorire una ripresa dell’attività con maggiore sicurezza e continuità, ma anche diminuire drasticamente gli episodi di contagio che potrebbero produrre inevitabilmente nei componenti di una squadra periodi di quarantena tali da mettere in crisi l’intero sistema, come purtroppo l’esperienza dell’anno passato ha dimostrato.

In questo ultimo periodo, ancora prima dell’uscita del protocollo,  ho avuto la possibilità di confrontarmi con molti Presidenti e Dirigenti di Società che concordano sull’introduzione per le prime squadre del Green pass. All’inizio, pertanto, della prossima settimana invierò queste osservazioni al Presidente della Lega Nazionale Dilettanti e ai Presidenti dei Comitati Regionali, affinchè, se condivise, possano essere rappresentate al Comitato Tecnico Scientifico della Federazione.

Paolo Mangini
Presidente Comitato Regionale Toscana    Lega Nazionale Dilettanti

11 thoughts on “Le osservazioni di Mangini al protocollo della Figc

  1. Caro Presidente,

    Confido che Lei si renda conto che i provvedimenti proposti sono ingiusti e assolutamente arbitrari.
    Iniziamo dal fatto, ormai acclarato e riconosciuto all’unanimità dalla comunità scientifica, che il vaccino non impedisce né il contagio né, pertanto, la trasmissione anche tra persone completamente vaccinate. Molte sono le notizie di focolai sviluppatisi in ambiti (un esempio su tutti, l’Amerigo Vespucci) in cui tutti erano vaccinati. In altre parole, il vaccino non immunizza completamente, ma protegge solo chi lo riceve da casi gravi o fatali della malattia (questi ultimi più rari degli incidenti stradali nella fascia di età che consideriamo). Ciò non significa che il vaccino non sia efficace, ma che il fondamento logico del lasciapassare verde perde il suo pilastro fondamentale, perché vi è sempre la possibilità di focolai (il che smentisce, a dire il vero, uno dei punti delle sue osservazioni).
    Tralascio l’assurdo protocollo iniziale, niente altro che un gesto simbolico senza alcun significato sanitario (evidentemente). Gravissima poi l’argomentazione “se gli studenti universitari sono obbligati a vaccinarsi per studiare, allora è giusto obbligarli a vaccinarsi per giocare a calcio”.
    Infine, sembra quasi che vaccinarsi sia un dovere, un vero e proprio sacrificio che merita, come premio, la libertà di giocare a calcio, andare al bar, o andare in piscina: ma la ricompensa del vaccino non dovrebbe essere semplicemente la protezione (individuale) dal covid?

    Non si capisce poi per quale motivo forzare così tanto la mano quando i tassi di vaccinazione in questa fascia di età sono già altissimi.

  2. Comunque non capisco perché censurare commenti che non sono offensivi, né contengono falsità…

    • quello che è offensivo, falso o inopportuno non lo stabilisci te. E impara a mettere nome e cognome, altrimenti da ora in avanti ciò che arriva da questa mail lo cestino direttamente. chiaro! (LR)

  3. Egr. Sig. Presidente,
    mi ha fatto piacere leggere le sue idee e mi congratul per la visione in generale critica. Il mio pensiero è che c’è troppa esagerazione. Il Presidente Giani di recente ha comunicato che nella fascia d’età 20-29 anni tra già vaccinati e prenotati si arriva al 87% della copertura. Dunque ad inizio campionato si arriverà certamente al 90% dei giovani già vaccinati. Siamo ampiamente oltre la soglia dell’immunità di gregge. Pertanto obbligare non serve a niente tranne che togliere una libertà individuale.
    Io personalmente sarei per rendere obbligatorio periodicamente un’analisi dell’AIDS. Le posso garantire che circola tra i giovani molto di più di quanto si possa pensare e ha delle conseguenze molto più serie.

    • È doveroso introdurre un HIV pass. Poi ovviamente un pass per la tubercolosi, uno per la scabbia, uno che attesti la vaccinazione per l’influenza. La salute è la cosa più importante, non possiamo rischiare.