Un debutto da incorniciare, uno di quelli che restano impressi nella memoria e che sanno di svolta. Larissa Iapichino, giovane talento del salto in lungo italiano, ha aperto la stagione all’aperto con una prestazione straordinaria: a Palermo, nel meeting di apertura, ha fatto registrare un volo da 7,06 metri, un nuovo record personale che la proietta direttamente tra le grandi della storia dell’atletica italiana.
Non si tratta soltanto di un primato personale. Questo risultato segna una pietra miliare nella carriera della giovane atleta fiorentina, perché è la prima volta che Larissa supera i 7 metri, una soglia simbolica e tecnica che distingue le buone saltatrici dalle fuoriclasse. Con questo balzo, Larissa entra ufficialmente nell’élite del salto in lungo mondiale e, soprattutto, diventa la seconda italiana di sempre a superare il muro dei 7 metri.
Un traguardo che assume un valore ancora più speciale se si considera chi è la prima nella lista: Fiona May, sua madre, che detiene tuttora il record italiano di 7,11 metri, stabilito nel lontano 1998. Un nome, quello di Fiona, che ha scritto pagine indelebili nella storia dello sport italiano, vincendo due medaglie d’argento olimpiche e due titoli mondiali. Ora Larissa, passo dopo passo – o meglio, salto dopo salto – sta tracciando il proprio cammino, sulle orme di una leggenda, ma con un’identità tutta sua.
«Superare i 7 metri era uno dei miei obiettivi principali – ha dichiarato Larissa a fine gara – e riuscirci così presto nella stagione è davvero emozionante. So che il percorso è ancora lungo, ma sento che sto andando nella direzione giusta».
Larissa Iapichino, classe 2002, non è nuova ai grandi risultati. Figlia d’arte – suo padre è l’ex astista e attuale suo allenatore Gianni Iapichino – è cresciuta sotto i riflettori, ma ha sempre saputo trasformare le aspettative in motivazione. Già campionessa europea under 20 e finalista ai Mondiali di Budapest, Larissa sta dimostrando una maturità atletica e mentale che lascia ben sperare per il futuro.
Il salto da 7,06 metri ottenuto a Palermo non è frutto del caso. È il risultato di mesi di lavoro mirato, di concentrazione, di un percorso tecnico affinato giorno dopo giorno. E in un momento in cui l’atletica italiana sta vivendo una stagione di rilancio, la prestazione di Larissa rappresenta uno slancio ulteriore.
Il meeting palermitano, sebbene non faccia parte del circuito della Diamond League, ha acquisito una centralità improvvisa grazie a questa impresa. In tribuna, lo stupore ha lasciato presto spazio all’applauso convinto del pubblico, consapevole di essere testimone di un momento storico. 7,06 metri non è solo una misura: è un messaggio chiaro alle avversarie internazionali in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024, obiettivo dichiarato di Larissa.
«Il talento è nulla senza il lavoro – diceva Fiona May – e Larissa lo sta dimostrando giorno dopo giorno». E proprio su questo equilibrio tra doti naturali e dedizione si fonda il progetto sportivo della giovane saltatrice. A 22 anni, Larissa ha ancora margini di crescita enormi e la sensazione diffusa è che il record della madre non sia poi così lontano.
Dal punto di vista tecnico, il salto da 7,06 è stato pulito, esplosivo, con una rincorsa ben bilanciata e una fase aerea praticamente perfetta. Gli analisti parlano di una prestazione “matura”, segno che il lavoro svolto durante l’inverno ha dato i suoi frutti.
E se il passato appartiene a Fiona May, il futuro, sempre più, sembra appartenere a Larissa. Il confronto con la madre è inevitabile, ma oggi più che mai appare chiaro che Larissa stia scrivendo una storia propria, indipendente, fatta di grinta, talento e determinazione.
Con questo balzo oltre i 7 metri, l’Italia del salto in lungo torna protagonista sulla scena internazionale, e Larissa si candida come una delle stelle più brillanti dell’atletica mondiale. Il pubblico italiano sogna, e lei continua a volare.
“I limiti esistono solo se li accetti,” diceva una leggenda come Carl Lewis. E a giudicare da come ha iniziato la stagione, Larissa Iapichino non ha intenzione di accettarne alcuno.