Il Centrosinistra per Vicchio sull’ipotesi utilizzo di 100 milioni del RF per la ristrutturazione dello stadio comunale Artemio Franchi

Ipotesi utilizzo di 100 milioni del RF per la ristrutturazione dello stadio comunale Artemio Franchi

Apprendiamo da diverse testate giornalistiche che il sindaco di Firenze Dario Nardella ha richiesto di utilizzare i fondi del Recovery Fund per ristrutturare lo stadio Artemio Franchi.

Leggendo quanto riportato sul quotidiano sportivo La Gazzetta, il Sindaco avrebbe rilasciato la seguente dichiarazione:
“Ringrazio a nome della città il Ministro Dario Franceschini per aver annunciato oggi di fronte alle Commissioni cultura e sport di Camera e Senato in audizione congiunta, la disponibilità a finanziare con i fondi europei del Recovery Plan il nuovo progetto per un moderno Stadio Artemio Franchi. Ringrazio anche i parlamentari Riccardo Nencini, Flavia Piccoli Nardelli, Gabriele Toccafondi e Vittorio Sgarbi per aver sottolineato con chiarezza questa esigenza. E ringrazio ancora tutti i parlamentari fiorentini, nessuno escluso, che si sono attivati per arrivare a questo risultato. Finalmente le istituzioni tutte unite, Governo, Parlamento, Comune, prendono un impegno forte e chiaro per dare un nuovo futuro allo stadio progettato dall’architetto Nervi, un bene pubblico, un simbolo del calcio, di bellezza architettonica che ci è invidiato in tutto il mondo e che resterà per sempre di Firenze e dei fiorentini. Ora attendiamo fiduciosi la formalizzazione in vista della redazione finale del Piano. Avanti tutta! W Fiorenza W la Fiorentina!”.

Chiediamo spiegazioni su tale richiesta al Sindaco della città Metropolitana di Firenze in quanto cittadini e cittadine italiane, interessati al futuro del nostro paese.
Siamo ancora, purtroppo, nel pieno di una pandemia mondiale, nonostante l’anno di sacrifici sociali ed economici, distanziamento, regole da seguire, coprifuoco da rispettare, didattica a distanza e autocertificazioni da compilare.

Grazie al piano vaccinale finalmente riusciamo ad intravedere la fine di questo incubo, con il terrore che una volta debellata questa prima minaccia sarà il momento di fare i conti con tutti i problemi posteriori che ci dovremo trascinare per anni.
Siamo preoccupati per la salute mentale dei nostri concittadini, soprattutto i più giovani. Con quanta difficoltà usciremo da questa pandemia? E le conseguenze economiche? Cosa accadrà, una volta terminato il blocco dei licenziamenti, ai milioni di lavoratori italiani?

Non abbiamo una soluzione in mano, siamo solo impauriti e preoccupati. Abbiamo cercato di fare (e dare) il massimo in questo anno di pandemia, cercando di pensare a chi era più debole e in difficoltà. Non abbiamo forse fatto tutto bene ma ci abbiamo provato, abbiamo fatto il possibile.

Una delle grandi speranze, oltre al Piano Vaccinale, è rappresentata dal Recovery Plan.
Soldi prestati dall’Europa che serviranno a rilanciare l’economia dell’intera nazione. Fondi strategici fondamentali, forse addirittura l’ultima spiaggia per garantire un futuro un minimo dignitoso per i nostri figli e le nostre figlie.

Ora arriveranno i soldi dall’Unione Europea, ma arriverà il momento di restituire questi soldi.
Ulteriori debiti sulle spalle delle future generazioni, necessari, ma altrettanto necessaria deve essere la loro spesa intelligente.
Secondo noi non solo il tipo di investimento deve essere studiato in modo che favorisca la costruzione di un futuro migliore, sostenibile, che vada in netto contrasto con le politiche tenute fino ad adesso e che hanno causato quasi il collasso del sistema economico e sociale mondiale, ma deve essere sostenuto in modo che, in futuro, sia facilitato il più possibile il saldo del debito che verserà sulle future generazioni.

Nessuno pretende di avere la bacchetta magica e di sperare che ogni tipo di investimento riuscirà, che andrà nella direzione che ci auguriamo.
Ogni investimento sbagliato però sarà un macigno per le nostre coscienze e la speranza è che si riesca a ridurre al numero più piccolo possibile questi sbagli.

Circa cento milioni di euro di questi fondi per ristrutturare lo stadio comunale di Firenze non crediamo rientrino in questa ottica.
Come può contribuire a costruire un futuro dignitoso ai nostri figli? Come può avere un ritorno economico in modo che le nostre figlie un domani riescano ad ammortizzare le spese di tutti i debiti che si troveranno sulle spalle? Come si può avere la certezza che in questa Italia, nella fotografia attuale del nostro paese, la priorità pubblica della collettività sia da riporre su tale struttura?

Non abbiamo niente contro Fiorenza, amiamo la Fiorentina ed amiamo la città, che anche se dalle campagne sentiamo un po’ nostra. Crediamo di portare rispetto nei confronti della città e delle società sportive che utilizzano tale struttura nel chiedere che si pensi al futuro del paese, non agli interessi politici delle singole persone.
I soldi del Recovery Plan servono per il futuro dell’Italia, non per il futuro politico di chi amministra.

Ancora il danno non è fatto, ripensateci su questa decisione.
Facciamo insieme gli interessi dell’Italia, lo dobbiamo alle generazioni future.

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