Gli auguri di Alessio Barletti

 

«Fratelli, sono addolorato di non poter celebrare l’ufficio divino con voi, ma sono vicino a voi per elevare una preghiera verso l’alto dei cieli. Non è la prima volta che il Fiume invade le nostre case. Un giorno però le acque si ritireranno ed il sole tornerà a splendere, e allora ci ricorderemo della fratellanza che ci ha unito in queste ore terribili e con la tenacia che Dio ci ha dato ricominceremo a lottare perché il sole sia più splendente, i fiori più belli e la miseria sparisca dalle nostre città e dai nostri villaggi. Dimenticheremo le discordie e quando avremo voglia di morte cercheremo di sorridere, così tutto sarà più facile ed il nostro Paese diverrà un piccolo paradiso in Terra. Andate, io resto qui per salutare il primo sole e portare a voi, lontano, con la voce delle campane, il lieto annuncio del risveglio. Che Iddio vi accompagni. E così sia».

(Don Camillo – Giovanni Guareschi)

Il mio pensiero, in un anno come questo, in cui siamo stati travolti da una alluvione sanitaria, economica, sociale ma anche emotiva e relazionale, è proprio che, come nell’immediato dopo guerra, in cui povertà, divisioni, sofferenza regnavano sovrane, riemergano un poco di valori, di attenzione per l’altro, di comprensione e sopportazione, di attenzione alle diversità ed alle debolezze, non come strumento di sopraffazione ma come strumento di servizio. La resilienza a cui siamo stati chiamati, non ha tirato fuori il meglio di noi, come qualcuno evocava nella prima fase, ma che facilmente era prevedibile non si sarebbe verificato, trasformando il momento in una cinica lotta per la sopravvivenza, per l’osso, nella quale il colpevole è sempre l’altro e noi sempre i più sacrificati.

Mettere da parte gli interessi personali, i propri bisogni, il proprio guardare a confini ben più corti del proprio orticello, tutti quanti, è il primo passo verso una risoluzione dei problemi.

Che le limitazioni che troveremo nei prossimi giorni siano il modo di trascorrere un Natale più intimo e riflessivo. Che qualche spesa, e qualche possibilità in meno, risveglino il cuore di bambino, molte volte sommerso dai ritmi e dalla superficialità della vita, degli usi e dal modo di comunicare dei nostri giorni, facendoci meravigliare anche davanti ad una piccola cosa. Portandoci a compiere gesti nei confronti degli altri che non siano dettati dall’attesa per un qualcosa che si avrà in cambio. Se riusciremo a fare questo, e magari traghettare tali pensieri a tutto il 2021 che si apre davanti, e che banalmente dobbiamo augurarsi sia migliore, avremo gettato le basi solide, essenziali, necessarie per un futuro diverso. Che il 2021 non sia l’anno del ritorno alla “normalità” tanto evocata, ma sia paradigma di un cambiamento, di visione, di obiettivi, di pensieri e di opere, di cui il mondo, globale, locale e di stretti e vicini contatti, ha bisogno. Per essere davvero migliori!

 

Buon Natale e buon 2021 a tutti voi!

 

Alessio

 

I commenti sono chiusi.