Dunque i cambiamenti del clima sono sotto i nostri occhi. Una lettera

Il sig. Baldoni ci ha inviato questa lettera sui cambiamenti climatici che in realtà è una difesa  del nucleare che non c’è. Ricordare che molte delle cose che facciamo ogni giorno hanno bisogno dell’energia e alquanto pleonastico, ma non sufficiente per dire che  se dobbiamo continuare a consumare abbandonare il nucleare è stato un errore. La scritta “comune denuclearizzato” non c’entra nulla  con il nucleare civile ma riguardava la possibile installazione in Italia di testate nucleari( che tra l’altro ci sono in buon numero in qualche base americana) sul suolo italiano. Il partito comunista che allora dominava la sinistra italiana non era contrario al nucleare anche se successivamente si schierò per il SI nel 1987 con un grosso dibattito interno. A proposito di nucleare bisogna anche ricordare che ancora oggi non abbiamo trovato un sito idoneo ad ospitare le scorie di quelle poche centrali che avevamo. Quanto alla ricerca non mi risulta che nessuno l’abbia bloccata, basta andare sul sito dell’Enea per rendersene conto.  “L’Italia è tra i primi paesi al mondo a dare il via alla ricerca sulla fusione nucleare. E’ già in fase operativa, presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati, il progetto Diverter Tokamak Test. Il reattore sarà operativo dal 2022″. Infine vorrei ricordare che alcuni dei famosi nuovi reattori  sono in costruzione in Francia e Finlandia da oltre 15 anni con costi che stanno diventando insostenibili. Neanche il nucleare di quarta generazione sta offrendo elementi per ripensare una scelta confermata per ben due volte dagli italiani tramite referendum. Ma a frenare la diffusione del nucleare non sono “solo” questioni legate alla sicurezza degli impianti, o alla gestione dei rifiuti radioattivi, ma anche le valutazioni economiche; non a caso l’ex ministro Ronchi ricorda che «l’energia prodotta dall’atomo costa 150 dollari per MWh contro 50 dollari dell’eolico e 55 del fotovoltaico». Per tutti questi motivi, anche l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) pone il nucleare in un ruolo strettamente minoritario nella lotta alla crisi climatica, tanto da stimare che alla metà del secolo arriverà da questa fonte circa il 10% dell’elettricità, per lasciare sostanzialmente tutto il resto alle rinnovabili(greenreport). (lr)
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Dunque i cambiamenti del clima sono sotto i nostri occhi.
Ce ne accorgiamo tutti,senza bisogno del capriccioso ed incontentabile grillo parlante dei giovani ecologisti,la mitica Greta diventata ormai una star o,come si usa dire ai giorni nostri,una icona acclamata(e immagino ben pagata),ovunque intervenga.
Il suo celebre “bla,bla,bla” è diventato una sorta di parola d’ordine,che alcuni dei nostri politici più beoti hanno mutuato e ripetono ad ogni pié sospinto.
Ma tornando a noi,che sia necessario abbattere drasticamente le emissioni dei fumi dei combustibili fossili è una cosa lapalissiana.
Molto meno chiara è la cosa più difficile,capire come.
Io penso che, con tutto il rispetto,soltanto gli Amish del nord America possano credere seriamente che si possano sostituire petrolio,metano e carbone con le centrali eoliche,solari e,anche se residuali e solo locali,geotermiche o idroelettriche mantenendo l’attuale livello di civiltà,senza tornare al medioevo.
Non solo i nostri a volte inutili elettrodomestici hanno bisogno di energia elettrica ma anche l’industria,che ne è un grande consumatore,e le nostre città grandi e piccole e,da qualche anno,le auto elettriche sempre più diffuse.
Soffermandomi su quest’ultimo punto, le auto elettriche,propagandate come la soluzione di ogni problema e ormai diventate una moda e una civetteria oltre che un grande business,da dove prendono la corrente per ricaricare le loro inquinantissime batterie?
Dalle colonnine di ricarica,mi direbbe quello che rispondeva ad ogni rincaro della benzina dicendo”ma io metto sempre ventimila lire!.
Ma alle suddette colonnine da dove arriverà mai la corrente? Ma dalle centrali a carbone,metano e via dicendo. E quindi la fonte di inquinamento non viene eliminata ma solo spostata a monte.
Ma ora andiamo al punto.
Io sono abbastanza vecchio da ricordare quando l’energia nucleare e la sua produzione furono bandite dal nostro suolo nazionale.
Centrali già in funzione vennero chiuse e frettolosamente riconvertite al carbone o ai prodotti petroliferi.
Altre in fase di costruzione furono abbandonate rimanendo brutte ed inutili cattedrali nel deserto.
Il tutto acquisì ovviamente una valenza anche politica,di vera e propria propaganda politica specialmente nelle regioni amministrate dalla sinistra.
All’ingresso nel territorio di alcuni nostri comuni si vedono ancora i cartelli con le scritte”comune denuclearizzato”,che ad un lettore attento e miglior conoscitore della nostra lingua suggerivano che un tempo in quel comune erano presenti e attivi impianti nucleari. Cosa ovviamente non vera.
La lotta al nucleare come fonte energetica si mescolo’ a quella contro le basi militari statunitensi presenti sul nostro territorio nazionale,dove erano presenti ordigni appunto nucleari.
Ma tant’è.
Ma da allora,nei decenni a seguire,che cosa è stato fatto oltre a demonizzare il nucleare come fonte di energia?
Nulla.
Sono stati decenni trascorsi inutilmente,senza nessuna ricerca su un nucleare che fosse più moderno e sostenibile ed in cui abbiamo imperterriti continuato a bruciare combustibili fossili.
Decenni in cui nel miope furore antinuclearista si è buttato via il bambino con l’acqua sporca.
Ma ora che con l’ambiente ed il pianeta siamo veramente al redde rationem,ecco che il nucleare uscito dalla porta rientra dalla finestra.
Non sarà sfuggito a nessuno,credo,che tra la le fonti energetiche alternative al fossile in questo momento allo studio c’è la fusione nucleare.
Ma in Italia decenni buttati al vento quando,invece,si sarebbero potuti utilizzare per studiare,perfezionare tecnologia nucleare meno inquinante per farci trovare pronti,o almeno più pronti,all’attuale appuntamento.
Daniele Baldoni

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