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Vassalli, Dino Campana e Marradi

di Leonardo Romagnoli

Vassalli, Dino Campana e Marradi

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A pochi giorni dalla fine del 2016 ci ha lasciato Gabriel Cacho Millet, poeta, scrittore , saggista  di origine argentina e grande estimatore di Dino Campana, a cui ha dedicato alcune importanti  ricerche e contribuito alla sua conoscenza  nei paesi di lingua spagnola. Non sono in grado di valutare il valore della sua opera anche se , nel corso degli anni, non sono mancate critiche anche piuttosto colorite, per esempio, di Sebastiano Vassalli soprattutto per il suo testo teatrale “Quasi un uomo” definito una “ mediocrissima commedia”.
Quello che a Vassalli ha sempre dato fastidio degli studi e delle opere su Dino Campana era soprattutto la sottolineatura della sua “diversità”, su “ la pazzia (che)ha fatto sì che diventasse un grande poeta”.
La storia di Vassalli e del suo suo difficile rapporto con il mondo degli studiosi campaniani e la stessa Marradi meriterebbe una riflessione molto approfondita, perché non si tratta di contrasti solo accademici o caratteriali ma disegnano un diverso approccio alla poetica e alla storia di Dino Campana.
Se la figura e l’opera di Dino Campana sono diventati popolari in Italia e nel mondo lo si deve in gran parte proprio al libro di Sebastiano Vassalli “La notte della cometa” edito da Einaudi nel 1984, dal quale sono state tratte anche sceneggiature per i film sulla storia passionale del poeta con la scrittrice Sibilla Aleramo. Non riconoscere l’importanza di questo romanzo e del lavoro di Vassalli , come avviene in alcune voci enciclopediche su internet, è segno di scarsa serietà scientifica.vassalli

Ancora peggio far finta di niente come avvenuto alla sua scomparsa nel 2015 solo perché Vassalli ha avuto giudizi non sempre lusinghieri per gli studiosi di Campana e per Marradi.

“La notte della cometa” è un grande libro che chi ama Campana dovrebbe leggere e cercare di smontarne l’importanza, come alcuni hanno fatto, per alcune imperfezioni su luoghi e persone è veramente puerile. Come ha scritto molti anni dopo lo stesso Vassalli , “La notte della cometa” era “ il primo tentativo di restituire Dino Campana alla sua verità e di tirarlo fuori dalla leggenda che gli era stata cucita addosso da vivo e da morto” di essere un poeta “maledetto” e un”folle”: “ Nessuno, checché ne pensino gli allocchi, è mai stato grande poeta perché pazzo; e nessuno è mai diventato pazzo perché grande poeta”.(Vassalli)
Vassalli ha voluto sottolineare questi aspetti in un piccolo volume uscito nel 2008 dal titolo”Natale a Marradi” che prende spunto dall’ultimo Natale trascorso nel suo paese da Dino Campana insieme a Sibilla Aleramo. Marradi “ c’est un pays où j’ai trop souffert e quelque peu de mon sang est resté collé aux rochers de là haut” scrive lo stesso Campana a Sibilla nel luglio del 2016.
Quello che viene oggi disegnato come un grande amore dura in tutto circa sei mesi a cavallo tra il 2016 e il 2017 e quelli di vera convivenza “ saranno forse l’equivalente di un mese o di un mese e mezzo, e quelli davvero felici saranno molti di meno”(Vassallli). Fra questi c’è sicuramente il Natale 2016 , “ un letto profondo, la notte di Natale, nel tuo paese dove non sono mai stata – dove soltanto da bimbo hai riso di gioia. Stanotte(…) questo strazio di amarti, di volerti felice, e di non poter tramutarmi in una cosa di freschezza, rosa per la tua fronte, amore, amore. Non poter che consumarmi, sempre più. Non ho più voce per parlarti”(lettera di Sibilla Aleramo).
Vassalli ricorda come essere considerato “pazzo” agli inizi del 900( e purtroppo anche in epoca più recente) fosse abbastanza semplice , “uno su dieci, forse, era un vero ammalato, di una malattia come l’arteriosclerosi o la sifilide che lo aveva fatto andare fuori di testa, i più erano gente che dava fastidio, ubriaconi che gridavano di notte;caratteriali che attaccavano briga con chiunque incontravano; donne di buona famiglia ma di facili costumi. Nuore che non andavano d’accordo con la suocera e nemmeno con il marito. Uomini senza arte né parte con la mania del gico d’azzardo. Donne che passavano il tempo a litigare con le vicine di casa. Donne che si credevano uomini e uomini che si credevano donne”.
Uno dei motivi di attrito con i custodi marradesi della memoria di Dino Campana sta proprio qui: “ Contrariamente alla leggenda marradese, messa in corclazione dalla famiglia, a diciotto anni Dino è tutt’altro che matto – scrive Vassalli- supera , con una buona votazione, l’esame di maturità aò liceo D’Azeglio di Torino e viene ammesso all’Accademia Militare di Modena, dove rimane sette mesi, adattandosi ad una disciplina durissima”. Proprio l’Accademia che prevedeva una selezione rigorosissima che comprendeva esami e prove attitudinali è per Vassalli la prova da tutti trascurata delle capacità del diciottenne Dino che si era arruolato volontario per intraprendere la carriera militare. Nelle sue ricerche d’archivio a Firenze Vassalli ritrova anche il fascicolo dedicato a Dino Campana con l’iter giudiziario che lo porterà in manicomio nel 1918 e dove resterà fino alla morte. Nel fascicolo si parla di “demenza precoce” , già nel 1909, che , secondo alcuni , era un modo arcaico di indicare la schizofrenia. Ma se fosse stato “schizofrenico” come avrebbe potuto essere ammesso all’Accademia militare? “Il “demente precoce” Dino Campana , nato sano e intelligente, era dovuto diventare matto (con effetto retroattivo) perché sua madre non scappasse di casa” scrive Vassalli per sottolineare il difficile rapporto con Fanny LutiCampana da avrà un peso negativo sulla vita del poeta. In Natale a Marradi lo scrittore ricorda anche di essere stato volutamente tenuto all’oscuro di documenti presenti nell’archivio del comune mentre scriveva “La notte della cometa”. Duew di questi secondo Vassalli sono degni di nota :”Il primo e la “dichiarazione giurata” dei notabili marradesi, che pochi giorni dopo il compimento della sua maggiore età ne denunciano la pazzia e ne chiedono il ricovero in manicomio. Il secondo è la lettera del prefetto di Firenze al sindaco di Marradi dopo che Dino è tornato dall’America , per spiegargli che i coniugi Campana non possono impedire il ritorno a casa del figlio. Hanno preteso di sottoporlo a una visita che lo ha dichiarato sano di corpo e di mente e ciò deve bastargli.”_la-notte-swlla-cometa-1336592344

Nella prima metà degli anni 80 sindaco di Marradi è il socialista Enrico Consolini, uomo e politico brillante a cui si deve la valorizzazione della figura e dell’opera di Campana( non a caso il centro studi è a lui intitolato) che invita Vassalli per presentare il suo libro nel 1985 e credo sia stata l’ultima volta che lo scrittore novarese sia stato invitato ufficialmente. Incomprensioni e diverse interpretazioni dell’opera e della figura di Dino Campana sono alla base di questo difficile rapporto a cui c’è da aggiungere un carattere a dir poco spigoloso dell’autore della Notte della Cometa.
“il mio tentativo di restituire Dino Campana alla sua verità e di tirarlo fuori dalla leggenda che gli era stata cucita addosso da vivo e da morto – era la convinzione di Vassalli- era però destinato a suscitare molti malumori”.

E’ giunto il momento di lasciare da parte i malumori e dare ad ognuno dei protagonisti il giusto peso in questa storia con l’unica volontà di rendere sempre viva la memoria di uno dei più grandi poeti del 900 e di far conoscere la sua opera. Il Natale del 1916 fu uno dei giorni più felici della sua vita.

LR

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1 commento

Stefanop Drei 2 Gennaio 2017 - 19:59

Ancora la storia di Modena? Campana non è mai stato all’Accademia di Modena, la cosa è nota da oltre 20 anni.
http://www.campanadino.it/52-biografia/373-marco-bulgarelli-la-divisa-nascosta-di-dino-campana.html

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