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Un libro su Forzano e Mussolini

di Leonardo Romagnoli

Scrivere teatro nel regime
Giovacchino Forzano e la collaborazione con Mussolini

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di Marco Sterpos
Mucchi editore

Il libro è dedicato a una ricerca sul teatro nel ventennio fascista condotta su due autori che di esso furono certamente espressione, il drammaturgo Giovacchino Forzano(nato a Borgo San Lorenzo), e lo stesso Mussolini che, assai interessato al teatro, indusse Forzano a scrivere tre drammi insieme a lui. Ma va subito chiarito che Forzano e Mussolini vengono qui considerati esclusivamente per un contributo a una storia del teatro del ventennio e il riconoscimento del loro ruolo in tale ambito non ha alcuna ricaduta politica. Sterpos lamenta che la grande maggioranza dei critici non abbia finora prestato vera attenzione a Forzano e, anche riallacciandosi a due recenti monografie di Forzano degli studiosi C. Griffiths e S. De Rosa, rivendica invece all’autore un importante ruolo nella storia dello spettacolo della prima metà del Novecento.
Riguardo ai rapporti del drammaturgo con Mussolini, Sterpos riconosce che a Forzano è da imputare una fede cieca nel “duce”, da lui visto come il titanico personaggio chiamato dal Destino a cambiare il corso della storia, ma ritiene questa sorta di “religione mussoliniana” almeno sincera e disinteressata. Essa del resto non implicò mai un’adesione al partito fascista, al quale Forzano si iscrisse solo nel 1933 e per necessità. Sterpos cita molte posizioni di Forzano in contrasto con la linea del PNF, che spesso colgono anche problemi di grande attualità ai nostri giorni nella loro fase iniziale. Quanto a Mussolini egli è qui chiamato in causa per la sua partecipazione ai tre drammi di Forzano e per le sue opere letterarie giovanili: la condanna senza appello dovuta al dittatore non deve, secondo Sterpos, indurre a trascurare il Mussolini scrittore, per lui una realtà da sottoporre alfine ad una seria indagine critica capace di esprimere giudizi sereni e non condizionati da passioni politiche di qualsiasi segno.

L’autore
Marco Sterpos nato a Luco di Mugello, dove ha abitato fino all’età di 25 anni,  ha studiato all’Ateneo fiorentino, dove ha avuto come maestri di letteratura italiana Walter Binni, Raffaello Ramat e Carmine Jannaco: sotto la loro guida ha iniziato la sua attività di ricerca con studi su Carducci e Alfieri, autori ai quali si è dedicato fino ad oggi. Su Carducci ha esordito con un saggio nel 1968 (Itinerario carducciano dal Satana ai Giambi ed epodi) e pubblicato numerosi studi negli anni seguenti. Nel 2002 ha curato, collaborando alla nuova Edizione Nazionale carducciana, l’edizione critica del carteggio Carducci – Del Lungo, mentre nel 2005 ha pubblicato il volume Interpretazioni carducciane e nel 2011 un lavoro sull’intera opera poetica carducciana (L’artista e il vate. L’esperienza poetica di Giosue Carducci). In campo alfieriano le sue principali pubblicazioni sono le edizioni critiche della tragedia Antonio e Cleopatra (1980) e, in collaborazione con Gian Luigi Beccaria, degli Appunti di lingua e letterari (1983), i volumi Storia della «Cleopatra» (1980), Il primo Alfieri e oltre (1994), Alfieri fra tragedia, commedia e politica (2006), Ottocento alfieriano (2009). Sterpos ha inoltre fornito contributi su altri autori dei vari secoli quali Dante, Boccalini, Machiavelli, Giusti, Pascoli, D’Annunzio, Beppe Fenoglio e Umberto Eco.

www.mucchieditore.it

 

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