Polcanto : la terra di mezzo. Una storia da raccontare

Polcanto : la terra di mezzo.

E’ uscito a fine 2021 un piccolo volume molto interessante curato da Gabbriella Bartolozzi e Mirko Michelacci dedicato al territorio di Polcanto frazione di Borgo san Lorenzo lungo la Faentina sotto Montesenario. Il libro ripercorre la storia di questo piccolo borgo fino ai nostri giorni attingendo a fonti storiche e documentarie ed corredato da molte immagini e cartine che aiutano il lettore ad orientarsi nella lettura.

Come scrivono gli stessi autori , “ si dice che i polcantesi non si siano mai sentiti del tutto mugellani, forse si consideravano “fiorentini del nord” piuttosto che “mugellani del sud”. Un distacco dovuto in parte alla storia e molto alla geografia che ha visto Polcanto come punto di passaggio tra Firenze e il Mugello e La Romagna fin dall’antichità e che ha visto i propri abitanti gravare più verso la città per studio e lavoro che non verso Borgo san Lorenzo.
Un distacco quello dal capoluogo comunale che si ritrova anche nel modo in cui venivamo( non so se avvien ancora) appellati noi borghigiani ovvero i “borghesi”. E’ un modi di dire che mi ha sempre incuriosito fin da bambino quando andavo da mia nonna a Mulinaccio e io e mio fratello venivamo indicati come “i borghesi” in vacanza.
Leggendo il libro si capisce quanto sia ricco il territorio mugellano di storie e presenze artistiche che spesso anche noi residenti stentiamo a conoscere e che rischiamo di perdere per incuria o ignoranza.

Dall’etimologia del nome il racconto si snoda nel corso dei secoli, dagli Ubaldini della Pila agli Scalandroni, dall’importanza della strada Faentina per la vita e l’economia della frazione e la nascita della prima Cooperativa di consumo nel 1905 , il nuovo secolo percorso dai drammi di due guerre mondiali che causarono la morte di giovani polcantesi al fronte e l’apporto alla lotta di liberazione delle formazioni partigiane. Nel libro si racconta anche il fatto che coinvolse Renato Ciandri(bube) nel maggio 1945 e che lo obbligò a emigrare per un periodo in Francia
Il territorio che da Faltona sale su fino alla Tassaia alle pendici di Montesenario mantiene caratteristiche quasi immutate rispetto ad alcuni periodi illustrati nel libro e fa tristezza vedere immobili come la Villa de I Cini o la Badia di Buonsollazzo lasciati in abbandono quando invece rappresentano strutture di grande rilievo architettonico e storico.

Le ultime pagine sono dedicate all’attualità con una frazione che nonostante gli sforzi di tanti suoi abitanti ha visto man mano scomparire molte attività e anche alcuni servizi.

“l’esodo iniziato a fine anni cinquanta è continuato lentamente ma inesorabilmente nel tempo, di pari passo con il cambiamento degli stili di vita” scrivono gli autori nell’ultima pagina e si chiedono “quale sarà la prossima storia di Polcanto? Ci sarà una prossima storia di Polcanto?”

Se dovessi dare una risposta leggendo questo libro direi di sì e soprattutto se Polcanto valorizzerà il suo ruolo di ponte fra Mugello e area fiorentina ben descritto nel volume. Abbiamo di fronte un  futuro in cui la qualità della vita ,che è determinata anche dalla qualità ambientale di un territorio, sarà elemento determinante per le scelte dei cittadini e delle famiglie e su questo  Polcanto può avere, con la collaborazione del comune, le sue carte da giocare.

Leonardo Romagnoli

24.5.22

“Una storia da ricordare. Racconti di Polcanto, specchio di un’Italia che cambia” a cura di Gabbriella Bartolozzi e Mirko Michelacci , Firenze 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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