Pietro Nelli da Rabatta pittore mugellano 1419-2019
Molti a Borgo san lorenzo non sanno nemmeno che esiste una strada intitolata a Pietro Nelli da Rabatta e molti meno sanno chi sia questo personaggio non trascurabile della storia dell’arte tra XIV e XV secolo.
Il 9 settembre prossimo ricorrono 600 anni dalla sua scomparsa avvenuta a Firenze nel 1419 dopo un’intensa attività artistica svolta nella città di Firenze e in molti paesi del contado. Sulla sua vita non ci sono molte notizie anche se già a partire dalla seconda metà dell’800 ci fu chi si interessò al suo lavoro, come Gaetano Milanesi che gli dedicò un saggio nel 1872. Anche padre Lino Chini nella sua “Storia del Mugello” dedica una certa attenzione a Pietro Nelli da Rabatta definito “il secondo scolare di Giotto”(libro V capitolo VI p.237).
Nella voce dedicata al Nelli da Sonia Chiodo nel Dizionario Biografico degli italiani nel 2013 si ricostruisce abbastanza dettagliatamente la sua attività:
“Alcuni affreschi votivi nella chiesa di S. Lorenzo a Signa (S. Giuliano, S. Caterina), che conservano un’iscrizione con la data 1366 e alcuni affreschi nella scarsella dell’oratorio di S. Caterina all’Antella (Disputa di s. Caterina con i filosofi pagani, s. Antonio abate, s. Caterina d’Alessandria) documentano la prima fase dell’attività di Pietro Nelli, caratterizzata dalla contiguità con gli eredi della bottega di Bernardo Daddi: Puccio di Simone, ma soprattutto il Maestro di Barberino, forse da identificare con il pittore Neri di Mone (Chiodo, 2008, p. 42). Nell’ Annunciazione, ora in collezione privata , e negli scomparti dipinti nel polittico per la pieve di S. Maria dell’Impruneta la tendenza a figure più monumentali rivela una crescente attenzione allo stile tardo di Taddeo Gaddi. Con un linguaggio ormai maturo affrontò l‘esecuzione degli affreschi con Storie di s. Antonio abate nella ex chiesa dei girolamini alle Campora, databili intorno al 1372 sulla base di un’iscrizione ora perduta .
Seguendo l’evoluzione della cultura figurativa del tempo, sullo scorcio del penultimo decennio del secolo, i personaggi di Pietro Nelli diventano più solenni, il chiaroscuro si accentua, le architetture dipinte sono più articolate e ricche di elementi decorativi. A quest’epoca appartengono la croce licenziata nel 1380 per l’abbazia di S. Salvi (ora Firenze, S. Croce; Chiodo, 2010), ma anche la Madonna con il Bambino in trono e santi affrescata sul lato orientale del chiostro di S. Maria del Carmine (Firenze).
Approssimandosi alla fine del secolo, Pietro Nelli appare poco sensibile al gusto tardogotico, al quale sembra aderire solo con l’allungamento delle sagome dei suoi personaggi, il disegno fluido dei contorni, il modellato delicato. Dovrebbero risalire a quest’epoca i dipinti già assegnati da Bellosi (1983-84) al Maestro dei coniugi Datini – e restituiti a Pietro Nelli sulla base dell’analisi dello stile figurativo da Boskovits (1998, p. 48 n. 7) e Chiodo (2010) – e il trittico della chiesa di St. Mary a Holmbury, dal quale provengono pure gli scomparti con le Ss. Caterina d’Alessandria e Elisabettad’Ungheria ora a Maastricht (Bonnefanten Museum; Dixon, 2012).
Sullo scorcio del secolo era attivo presso il convento di S. Domenico del Maglio, nella chiesa di Ognissanti a Firenze (affreschi staccati ora in sagrestia), nella basilica di S. Miniato al Monte e presso il convento di S. Croce. Forse a seguito di un ordine di cattura emanato dagli ufficiali di entrata e uscita dazi della Repubblica fiorentina nel 1407, tornò a Borgo San Lorenzo, dove nei documenti sono ricordate numerose opere, purtroppo perdute.
Unica eccezione sembrerebbe la notizia, inedita, relativa al pagamento ricevuto nel 1408 per l’esecuzione di un S. Jacopo nella chiesa dei frati minori (Firenze, Archivio di Stato, Compagnie religiose soppresse dal Granduca Pietro Leopoldo, 1023), collegabile a un frammento di pittura che ancora si conserva sulla parete destra. Rimangono solo la metà inferiore della figura del santo in trono e due episodi del martirio in basso , ma la stesura dell’intonaco e i motivi ornamentali sono omogenei a quelli di un contiguo affresco con la Madonna con il Bambino in trono e i ss. Antonio da Padova, Ludovico da Tolosa, Michele arcangelo, due Angeli e due devoti inginocchiati, che dunque dovrebbe far parte della stessa campagna decorativa. Lungo il margine inferiore della pittura si intravedono tracce di una iscrizione non più leggibile, forse quella ricordata da Francesco Niccolai (1914) con il nome di Pietro Nelli, insieme all’altra pure perduta relativa alla pittura che quest’ultimo aveva eseguito per Monna Niccolosa del Maestro Lodovico nel 1382 per 12 fiorini (Milanesi, 1872).”(S. Chiodo)
Pietro Nelli da Rabatta si iscrisse a Firenze nel 1382 all’Arte dei medici e degli speziali, la corporazione che comprendeva anche i pittori, mantenne un forte legame con la sua terra come riportato da Fabrizio Scheggi nella scheda a lui dedicata nel volume “Furono protagonisti”:
“Pietro Nelli da Rabatta non fu geniale innovatore come Giotto, ma sicuramente un grande artista che ebbe la scuola giottesca come punto di riferimento : non diventò famoso come Giotto, ma come lui guadagnò tanto e seppe farsi apprezzare dai committenti. E poi, esattamente come il grande Maestro , ebbe un solido, incrollabile attaccamento alla terra natale dove acquisì pure case e poderi”(p.101).
In Mugello di opere attribuite a Pietro Nelli si ricordano soprattutto gli affreschi della Chiesa di San Francesco a Borgo san lorenzo “ nel 1382 dipinto per monna Nìccolosa del Maestro Ludovico(…) vi aveva per dodici fiorini d’oro, affrescato un’altra parete , come rilevasi anche da un’iscrizione consunta : Petrus Nelli hoc opus fecit” (F.Niccolai) , ma , come ricordano sempre il Niccolai e anche padre Lino Chini, aveva dipinto anche per la chiesa di Santa Maria a Cardetole:” era una sua tavola ed un San Macario in muro , l’uno e l’altro dipinti nel 1399”.
“Fece nel 1408 un San Giuliano per un certo Nanni Galletti ; nel 1412 lavorò in fresco nel refettorio dello spedale di Bonifazio, pittura stimata dal celebre Don Lorenzo Monaco; nel 1417 dipinse per un maestro Lodovico un tabernacolo pagatogli 15 fiorini d’oro e due armi ad Antonio di Guasparri”.(chini)
Nel 1418 risulta ancora all’opera presso lo Spedale di San Bonifazio. Muore a Firenze il 9 settembre 1419.
Nella sua Storia del Mugello Lino Chini parlando “del nostro compaesano Pietro Nelli” ricordava “ questo pittore ingiustamente dimenticato, ma che è da riguardare d’ora innanzi come uno de’ più celebri giotteschi, ed in cui spiccano certe qualità proprie di quella scuola”(p.241)
Per approfondire la figura e l’opera di Pietro Nelli da Rabatta è stata organizzata una conferenza del Prof. Marco Pinelli nella chiesa di San Francesco a Borgo San Lorenzo sabato 7 settembre alle ore 17 promossa dall’Ass. Culturale STARE , il Vicolo della Poesia e Radio Mugello con la collaborazione dello Studio Noferini. Gli organizzatori ringraziano la famiglia Fondi per aver concesso l’utilizzo della chiesa.
Leonardo romagnoli
21.8.19