Sabato 30 novembre alle ore 17, nell’ambito della rassegna “Intrecci letterari” del Comune di Barberino di Mugello, presso Palazzo Pretorio si terrà un incontro su uno dei più importanti medici ottocenteschi: Pietro Betti.
Mugellano nato a Mangona, la Storia lo ha quasi dimenticato nonostante i suoi studi abbiano travalicato i confini italiani.
«Era la mattina del 9 dicembre 1854 quando a Barberino di Mugello si stava svolgendo il mercato settimanale, con la piazza piena di tante persone. Un urlo straziante gridò a voce alta che il colera era giunto anche lì, dopo aver infestato da più mesi altre città toscane».
Così scrisse il giovane Carlo Livi, allievo proprio di quel Pietro Betti che per conto del Granducato di Toscana fu responsabile del contrasto all’epidemia.
In uno scontro epocale che divise la medicina mondiale in contagionisti ed epidemisti, fu proprio il mugellano Betti a spazzare via le improbabili teorie che circolavano tra illustri suoi colleghi, nel periodo in cui la medicina diventava scienza a tutto tondo, bandendo quell’esercizio di dialettica ciarlatanesca alla maniera dell’Arpagone di Molière.
Nonostante il prestigio scientifico che lo portò a ricoprire i più importanti incarichi nelle istituzioni del Granducato di Toscana prima e nel Regno d’Italia poi, Betti fu spesso osteggiato con improbabili argomentazioni dai colleghi.
Queste vicende, e altre, saranno raccontate in Palazzo Pretorio il 30 novembre da Duccio Vanni, docente di Storia della Medicina nell’ambito dei corsi di laurea di infermieristica e di odontoiatria dell’Università di Firenze. Il prof. Vanni è curatore e autore di una «Antologia» su Pietro Betti, di cui peraltro si trova a essere pronipote, curiosità che porterà ulteriore interesse all’incontro.
Pietro Betti e il Colera a Barberino
LA LOTTA DI UN MEDICO MUGELLANO CONTRO IL COLERA