Per futili motivi. L’uccisione di Giovanni Cinti a Firenzuola il 6 luglio 1923

Per futili motivi. L’uccisione di Giovanni Cinti a Firenzuola

Firenzuola dove sorse il primo Fascio del Mugello, così scriveva il settimanale fascista
“L’ Appenino Toscano” in occasione delle celebrazione del primo anniversario della Marcia su Roma avvenuta nel comune dell’alto Mugello il 30 ottobre del 1923.

Firenzuola come tutti gli altri comuni del territorio aveva visto nelle prime elezioni a suffragio universale del 1920 la vittoria dei partiti di massa con una prevalenza dei Popolari con ben 22 consiglieri su 30 a cui si aggiungevano 4 socialisti e 4 liberali.
Firenzuola era anche un comune tutto sommato ai margini delle proteste di contadini e mezzadri che in Mugello tra il 1919 e il 1920 organizzarono le manifestazioni per il nuovo patto agrario che ebbero il momento di massima drammaticità con l’assassinio del colono Giovanni Sitrialli a Fagna nel comune di Scarperia il 10 dicembre del 1920 con l’intervento di una squadraccia fascista, con i futuri deputati Chiostri e Capanni , chiamata in soccorso della contessa Cambray Digny dai Giunta.

La vera svolta , per quanto riguarda il fascismo, avviene con le elezioni del 1921 e la costituzione del Blocco Nazionale in cui i Fascisti e i loro metodi violenti trovano una legittimazione politica che nel giro di un paio di anni li porterà al potere in Italia e anche in Mugello.
Come ricorderà lo stesso Alfredo Agostini, capo del fascismo borghigiano, fino a quel momento non esisteva una vera presenza organizzata del Fascio in Mugello e uno dei primi momenti fu proprio l’inaugurazione del gagliardetto del fascio di Firenzuola. “ Partimmo su di un vecchio camion al canto degli inni fascisti fino ad allora cantati quasi sommessamente, in quell’occasione urlati al cielo coll’impeto di chi ha troppo a lungo aspettato: primi cazzotti, prime bastonate. Prima devastazione. Primo trofeo… di guerra costituito da un fiammante distintivo falce e martello preda ambita di un nostro bersagliere dal petto decorato d’azzurro”.
In occasione della manifestazione firenzuolina ci fu anche un attacco contro un gruppo di socialisti che aveva innalzato una bandiera rossa su una collina vicino al paese ,“ il lurido cencio rosso del brigantaggio politico ed economico” fu tolto e “i Bolscevichi fuggirono lasciando vino e viveri che furono portati in paese come trofeo di guerra” riportava la cronaca del Corriere Mugellano.

Ricordiamo che Firenzuola in quegli anni era il secondo comune per importanza del Mugello con ben 13. 661 abitanti (Borgo san Lorenzo ne aveva 16.432, Vicchio 12.860 e poco meno Barberino con 12.748).
Anche a Firenzuola non mancarono scontri e violenze come d
omenica 10 settembre 1921 quando un uomo restò ucciso durante uno scontro tra fascisti e comunisti in occasione della Fiera di Coniale. Seconda la prima ricostruzione del Messaggero fu un gruppo di comunisti ad aggredire i fascisti Poldino Giovannardi di Scheggiano e un certo Tagliaferri che, dopo una colluttazione, cercarono di rifugiarsi nella trattoria di Angelo Matti che “ accorso ad aprire, ma giunto sulla soglia fu fatto segno di colpi di rivoltella da un gruppo di comunisti tra cui – orribile a dirsi – un figlio del Matti”. Però nel processo che si svolse l’anno successivo i condannati per l’uccisione del Matti non furono i comunisti ma Paolo e Beniamino Giovannardi anche se per “omicidio oltre l’intenzione”, mentre tutti gli altri furono condannati per lesioni e porto di rivoltella senza permesso”.

Come avvenne negli altri comuni del territorio anche a Firenzuola i fascisti imposero le dimissioni del sindaco e dell’amministrazione comunale popolare nell’ottobre del 1922 ( nel giugno del 1921 il sindaco era stato gravemente minacciato dal locale segretario del fascio Enrico Piccone per l’assunzione di un invalido di guerra).
Il 5 ottobre a Firenzuola“ prendendo occasione dal mancato intervento dell’amministrazione comunale popolare alla commemorazione del defunto ex sindaco liberale Francesco Poli, i fascisti, in numero di circa 100, tentarono di invadere la casa comunale riuscendo a penetrare soltanto nell’atrio dove furono respinti dal drappello dei Carabinieri ( uno dei pochi casi .ndr), subito accorsi senza che potessero affatto penetrare nell’ufficio. Una commissione si recò a casa del sindaco ( che abitava in una frazione distante 12 km .ndr) ove senza violenza ottennero le sue dimissioni”. Il sindaco era il popolare Augusto Vivoli.

Nelle successive elezioni amministrative del 4 marzo 1923 il listone di fascisti e nazionalisti ottenne il massimo dei voti e nel primo consiglio venne nominato sindaco l’avvocato Demetrio Carli “ di nobile e antica famiglia di Firenzuola patrioti fin dalla 1° guerra di indipendenza, interventista e ufficiale di cavalleria”. Nella Giunta entravano Bruno Poli, segretario del Fascio, Arnaldo Sagri, Dante Gualtieri e Giulio Lorenzi.

In quel 1923 all’inizio di luglio si verificò un altro grave fatto di sangue in cui perse la vita il contadino Giovanni Cinti alle Filigare.

Così racconta quanto avvenuto il Messaggero del Mugello del 15 luglio 1923:

La figlia ventenne di un certo Angiolo Cinti a nome Domenica, ogni volta che si recava a lavorare in un campo situato in costa davanti la casa del segretario politico del Fascio locale, si metteva a cantare degli inni rivoluzionari, si può capire con quanta soddisfazione del segretario signor Demetrio Simoncelli che è figlio del cantoniere stradale. Egli, circa un mese fa, pregò il Maresciallo comandante la stazione dei Carabinieri di Pietramala di intervenire e questi la richiamò, ma la femmina continuò a cantare le sue canzoni che venerdi provocarono la tragedia.
Verso le ore 18 si trovava nel solito campo insieme al padre e allo zio a ravviare il fieno e sentì il bisogno di intonare Bandiera Rossa. Fu sentita da due fascisti Fulvio e Aldo Giovannardi – quest’ultimo più volte decorato al valore e centurione a Castiglion de’ Pepoli della Milizia Nazionale- i quali si avvicinarono alla ragazza rimproverandola e minacciando di portarla dal Maresciallo e poiché ella rispose arrogantemente, la presero per le braccia con l’intenzione evidente di portarla in caserma. I due parenti allora si slanciarono minacciosi con forcone in mano contro i due fascisti, ma l’Aldo -estratta la rivoltella- la puntò contro Giovanni Cinti che era il più vicino, sparando due colpi. Il Cinti colpito alla testa cadde e dopo due ore , malgrado le cure del dott. Poli accorso prontamente, spirò. L’uccisore impressionato dal fatto fuggì mentre Fulvio Giovannardi fu arrestato poco dopo dal Maresciallo dei Carabinieri”.
Una morte assurda che l’articolo vorrebbe addossare alla ragazza ma che invece dimostra tutta l’arroganza di uno squadrismo che si stava facendo stato con la milizia alle dirette dipendenze del presidente del Consiglio Benito Mussolini.

La vicenda avrà un epilogo giudiziario prevedibile ed uno personale drammatico come riporta Matteo Millan nel suo testo sullo squadrismo in Italia. ”Forse l’incapacità di reggere il senso di colpa per aver ucciso per motivi banali o, di converso, il mancato sostegno e protezione delle autorità, sono alla base del suicidio del milite della Mvsn Aldo Giovannardi, ex combattente decorato con medaglia d’argento – scrive Millan -. «Giovane cui di subito si accende il sangue», Giovannardi il 6 luglio 1923 uccide Giovanni Cinti, sorpreso a cantare inni sovversivi e ad oltraggiare il governo; appena commesso il delitto il milite scappa e mesi dopo si toglie la vita.”
Al di là dell’imprecisione sul chi cantava resta questa l’unica notizia sulla morte del Giovannardi Aldo ripresa da una lettera di Dino Semplicini al prefetto di Firenze (Semplicini era un fascista firenzuolino che aveva partecipato alla Marcia su Roma) nel dicembre del 1924.

Gli atti del processo presso il Tribunale di Firenze non sono più disponibili anche se si conosce però la conclusione riportata sulle cronache locali del Messaggero e dell’Appennino toscano.
“La sezione di accusa di Firenze ha emanato sentenza nei confronti di Giovannardi Fulvio di Monghidoro e Simoncelli Demetrio di Firenzuola dichiarando di non doversi procedere contro Giovannardi Fulvio e il Simoncelli in ordine ai delitti loro ascritti di concorso in omicidio qualificato conseguito il 6 luglio 1923 in danno di Cinti Giovanni di Firenzuola contro il quale il Giovannardi Aldo esplose due colpi di rivoltella uccidendolo; e di violenza privata per estinzione dell’azione penale per amnistia”.

Qualcuno si ricorderà di Giovanni Cinti il 6 luglio 2023?

Leonardo Romagnoli
13.4.23

 

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