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Mordini presenta “Acciaio” a Marradi

di Leonardo Romagnoli

acciaio jpegMarradi festeggia Stefano Mordini, regista nato in questo piccolo, sorprendente paese tra Romagna e Toscana. Sabato 12 Gennaio alle ore 20.30 nel Teatro degli animosi avverrà con la presenza dell’autore la proiezione del film Acciaio, diretto nel 2012, presentato alla 69ª Mostra internazionale di Venezia.
La serata, promossa dalla nascente associazione Officine Marradi – aggregatasi attorno alla candidatura a Sindaco di Tommaso Triberti per le prossime amministrative – assieme alla coalizione di centrosinistra marradese, rappresenta anche un’occasione nuova per riflettere sulle tematiche del mondo del lavoro e durante la poiezione ci sarà anche un servizio di babysitting per permettere alle famiglie di partecipare.
Il film, con protagonisti Vittoria Puccini, Michele Riondino, Matilde Giannini e Anna Bellezza, è basato sull’omonimo romanzo di Silvia Avallone, vincitore del premio Campiello 2010 e finalista allo Strega.
“Il film è fedelissimo” commenta la scrittrice, che ha collaborato alla sceneggiatura. “Il libro l’ho scritto piena di rabbia, volevo che si parlasse del lavoro che sembrava, qualche anno fa, dimenticato, non raccontato.”
L’opera, attraverso la storia di una tormentata amicizia fra due ragazze, riflette la storia di una comunità e di una città che ruota intorno ad una fabbrica. Da una parte sta l’acciaieria, un mostro che lavora a ciclo continuo, dall’altra il paradiso ideale dell’Isola d’Elba, con le sue famiglie felici e i turisti facoltosi. In mezzo, in riva alla loro spiaggia segreta, né di qua né di là, Anna e Francesca, piccole ma già grandi, che vivono la loro ultima estate di innocenza prima del liceo.
Tutto il film rinvia a quel fuoco che tempra il minerale destinato a divenire acciaio. Ma le vite delle persone sono molto più fragili. Si corrodono e si possono distruggere. Ciò che riesce a resistere è l’amicizia tra Anna e Francesca. “No, non credo che la morale del film sia che la fabbrica uccide – spiega Mordini – anzi consente di costruire un rapporto col lavoro o con la propria esistenza. Il ciclo continuo dell’acciaio è metafora del ciclo della vita.”.

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